Pensieri

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Serie I

363

Essere insensibili fino a disprezzare le cose interessanti, e diventare insensibili proprio riguardo a ciò che ci interessa maggiormente.

Maccabei, da quando non ebbero più profeti.

Massor., dopo Gesù Cristo.

364

Ma non era sufficiente che ci fossero le profezie, bisognava che si diffondessero in tutti i luoghi e venissero conservate in ogni tempo.

E perché tutto ciò non venisse preso come effetto del caso, bisognava che venisse predetto.

È una gloria molto più grande per il Messia che essi siano spettatori e anche strumenti della sua gloria, oltre al fatto che Dio li ha conservati.

365

« Fascinatio nugacitatis ».

Affinché la passione non nuoccia, comportiamoci come se ci restassero solo otto giorni di vita.

366

Ordine.

Avrei molta più paura di ingannarmi scoprendo che la religione cristiana è vera, che non di ingannarmi credendola vera.

367

Entrambi i Testamenti guardano a Gesù Cristo come al loro centro, l'antico come attesa, il nuovo come modello.

368

Perché Gesù Cristo non è venuto in modo visibile, invece di far dipendere la propria veridicità dalle profezie precedenti?

Perché si è fatto predire in modo figurato?

369

Perpetuità.

Si consideri come dall'inizio del mondo esistano senza interruzione l'attesa o l'adorazione del Messia, che ci sono stati degli uomini che hanno affermato che Dio aveva rivelato loro che sarebbe nato un redentore per salvare il suo popolo.

Che in seguito Abramo ha detto di aver avuto la rivelazione che sarebbe nato da un suo figlio, che Giacobbe ha dichiarato che tra i suoi dodici figli sarebbe nato da Giuda, che quindi sono venuti Mosè e i suoi profeti a dire il tempo e il modo della sua venuta.

E hanno detto che la legge che avevano era provvisoria, nell'attesa del Messia, che fino ad allora sarebbe stata perpetua, ma che l'altra sarebbe durata in eterno, che così la loro legge o quella del Messia, di cui questa era la promessa, sarebbe sempre esistita sulla terra, che in effetti è sempre stata, che infine è venuto Gesù Cristo a tutte le condizioni predette.

Ciò è ammirevole.

370

Se questo è stato predetto così chiaramente agli Ebrei, perchè non hanno creduto, o perché non sono stati sterminati a causa della loro resistenza a una cosa così chiara?

Rispondo.

Prima di tutto è stato predetto che non avrebbero creduto a una cosa così chiara e che non sarebbero stati sterminati.

Nulla reca maggior gloria al Messia, perché non bastava che ci fossero dei profeti, era necessario che rimanessero insospettabili, oppure ecc.

371

Figure.

Volendo Dio allevarsi un popolo santo, che avrebbe separato da tutte le altre nazioni, che avrebbe liberato dai suoi nemici, che avrebbe collocato in un luogo tranquillo, ha promesso di farlo e per mezzo dei suoi profeti ha predetto il tempo e il modo della propria venuta.

Ma tuttavia, per rassicurare la speranza dei suoi eletti, in ogni tempo ne ha fatto veder loro come l'immagine, senza mai lasciarli privi della certezza del suo potere e della sua volontà in ordine alla loro salvezza, perché alla creazione dell'uomo Adamo fu testimone e depositario della promessa che dalla sua donna sarebbe nato il salvatore.

Quando gli uomini erano così vicini alla creazione da non poter dimenticare la propria creazione e la loro caduta, quando quelli che avevano visto Adamo furono scomparsi, Dio ha inviato Noè e l'ha salvato, annegando tutta la terra con un miracolo che metteva in evidenza sia il potere che aveva di salvare il mondo, sia la volontà di farlo e di far nascere dalla discendenza della donna colui che aveva promesso.

Questo miracolo era sufficiente per confermare la speranza degli eletti.

Quando il ricordo del diluvio era ancora fresco tra gli uomini e Noè ancora vivo, Dio rinnovò le sue promesse ad Abramo, e mentre era ancora vivo Sem, Dio inviò Mosè, ecc.

372

La vera natura dell'uomo, il suo bene autentico e la vera religione sono cose la cui conoscenza è inseparabile.

373

Invece di lamentarvi perché Dio si è nascosto, lo ringrazierete perché si è tanto rivelato e perché non si è svelato alla superbia dei sapienti indegni di conoscere un Dio così santo.

Solo due tipi di uomini possono conoscere, quelli che portano in cuore la mortificazione e amano la loro nullità, qualunque livello di intelligenza possiedano, alta o bassa, e quelli che hanno abbastanza intelletto per vedere la verità, per quante contraddizioni vi siano.

374

Quando vogliamo pensare a Dio, non c'è forse qualcosa che ce ne allontana, tentandoci col pensare ad altro?

Tutto ciò è male ed è nato con noi.

375

Non è giusto che qualcuno si attacchi a me, per quanto lo faccia con piacere e volontariamente.

Ingannerei coloro nei quali facessi nascere il desiderio, perché io non sono il fine di nessuno e non ho di che soddisfarlo.

Non sono forse prossimo a morire?

Così l'oggetto del loro attaccamento morirà.

Sarei dunque davvero colpevole se inducessi a credere in qualcosa di falso, anche se questo avvenisse nella dolcezza, e lo si credesse con piacere, e mi procurasse piacere; dunque sono colpevole se mi faccio amare e se spingo gli altri ad attaccarsi a me.

Ho il dovere di mettere in guardia quelli che vi si accingono dall'acconsentire alla menzogna, qualunque vantaggio me ne derivi, e dall'attaccarsi a me, perché la loro vita e ogni loro preoccupazione devono tendere a piacere a Dio o a cercarlo.

376

Scomparsa la vera natura, tutto diventa la sua natura.

Così come, perso il vero bene, tutto diventa il suo vero bene.

377

I filosofi non prescrivevano sentimenti proporzionati alle due situazioni.

Suggerivano comportamenti di pura grandezza, e questa non è la condizione umana.

Suggerivano comportamenti di assoluta bassezza, e anche questa non è la condizione umana.

Sono necessari comportamenti bassi, non quelli secondo natura, ma quelli della penitenza, non per rimanervi, ma per raggiungere la grandezza.

Sono altrettanto necessari comportamenti di grandezza, non legati al merito, ma alla grazia, e solo dopo essere passati attraverso la bassezza.

378

Se l'uomo non è fatto per Dio, perché è felice solo in Dio?

Se l'uomo è fatto per Dio, perché si rivela così opposto a Dio?

379

L'uomo non sa a quale livello mettersi, egli è visibilmente smarrito e decaduto dal suo vero posto senza poterlo ritrovare.

Lo cerca dovunque, inquieto e frustrato in mezzo a tenebre impenetrabili.

380

Ci aspettiamo la verità e non troviamo che incertezza.

Cerchiamo la felicità e troviamo miseria e morte.

Siamo incapaci di non aspettarci la verità e la felicità così come siamo incapaci di certezza e di felicità.

Questo desiderio ci è stato lasciato sia per punirci, sia per farci sentire da dove siamo caduti.

381

Prove della religione.

Morale. / Dottrina. / Miracoli. / Profezie. / Figure.

382

Miseria.

Salomone e Giobbe sono quelli che meglio hanno conosciuto e parlato della miseria umana, uno il più felice, l'altro il più infelice, uno sperimentando la vanità dei piaceri, l'altro la realtà dei mali.

383

Sono tutte queste contraddizioni, che più sembravano allontanarmi dalla conoscenza di una religione, che mi hanno velocemente condotto a quella vera.

384

Biasimo allo stesso modo quelli che lodano per partito preso l'uomo, e quelli che per partito preso lo biasimano, o quelli che si divertono, approvo solo quelli che cercano gemendo.

385

Istinto, ragione.

Siamo impotenti a dimostrare, contro ogni dogmatismo.

Siamo convinti della verità, contro ogni scetticismo.

386

Gli stoici dicono: « Rientrate in voi stessi, là troverete la vostra pace ».

E questo non è vero.

Gli altri dicono: « Uscite da voi e cercate la felicità nel divertimento ».

E questo non è vero, perché viene la malattia.

La felicità non è né fuori né dentro di noi, essa si trova in Dio, fuori e dentro di noi.

387

Una lettera sulla follia della scienza umana e sulla filosofia.

Questa lettera prima del divertimento.

« Felix qui potuit ».

« Felix nihil admirari ».

In Montaigne duecentottanta tipi di sommo bene.

388

Falsità dei filosofi che non ragionavano sull'immortalità dell'anima.

Falsità del loro dilemma in Montaigne.

389

Questa guerra interiore della ragione contro le passioni ha fatto sì che quelli che volevano la pace si siano divisi in due partiti.

Gli uni hanno voluto rinunciare alle passioni e divenire dei, gli altri hanno voluto rinunciare alla ragione e ridursi allo stadio bestiale.

Des Barreaux.

Ma non ci sono riusciti né gli uni né gli altri, e la ragione rimane sempre ad accusare la bassezza e l'ingiustizia delle passioni e a turbare il riposo di quelli che vi si abbandonano.

E le passioni sono sempre viventi in quelli che vogliono rinunciarvi.

390

Grandezza dell'uomo.

Abbiamo un'idea così grande dell'anima umana che non possiamo sopportare che un'anima ci disprezzi, e di non essere stimati da un'anima.

E ogni felicità degli uomini consiste in questa stima.

391

È così necessaria la follia degli uomini che non essere folli vorrebbe dire esserlo in un altro modo.

392

Chi vorrà conoscere pienamente la vanità dell'uomo, non ha che da considerare le cause e gli effetti dell'amore.

La causa è un non so che.

Corneille.

Gli effetti sono spaventosi.

Perché questo non so che, così insignificante da non saperlo definire, sconvolge tutta la terra, i principi, gli eserciti, il mondo intero.

Se il naso di Cleopatra fosse stato più corto, tutta la faccia della terra sarebbe cambiata.

393

Miseria.

Distrarci è la sola cosa che ci consola delle nostre miserie.

Eppure si tratta della nostra miseria più grande.

Perché proprio questo ci impedisce di pensare a noi, e insensibilmente ci perde.

Senza di esso saremmo nella noia, e la noia ci spingerebbe a cercare un mezzo più solido per uscirne, mentre distrarci ci svaga e insensibilmente ci fa arrivare alla morte.

394

Agitazione.

Quando un soldato si lamenta della fatica, o un contadino, ecc.

Si provi a metterli senza far niente.

395

La natura è corrotta.

Senza Gesù Cristo l'uomo si trova necessariamente nel vizio e nella miseria.

Con Gesù Cristo, l'uomo è mondato dal vizio e dalla miseria.

In lui è tutta la nostra virtù e tutta la nostra felicità.

Fuori di lui non ci sono che vizio, miseria, errori, tenebre, morte, disperazione.

396

Non solo noi conosciamo Dio attraverso Gesù Cristo, ma solo attraverso lui conosciamo noi stessi.

Attraverso Gesù Cristo noi conosciamo la vita, la morte.

Fuori di Gesù Cristo ignoriamo cosa sia la nostra vita, la nostra morte, Dio, noi stessi.

Così, senza la Scrittura che ha solo Gesù Cristo come soggetto, noi non conosciamo niente, e non vediamo che oscurità e confusione nella natura di Dio e nella nostra.

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