Pensieri |
« Si deve avere pietà degli uni e degli altri, ma la pietà verso i primi deve nascere dall'amore, quella per gli altri dal disprezzo. »
« Solo chi appartiene alla religione che essi disprezzano può non disprezzarli. »
« Questo non è distinto. »
« Questo dimostra che non c'è niente da dir loro, non per disprezzo, ma perché non hanno senso comune.
Bisogna che Dio li tocchi. »
« La gente di questo tipo è scettica, scolastica, gli uomini peggiori che io conosca. »
« Voi mi convertirete. »
« Non intendo questo come bigotteria, ma per il modo stesso in cui è fatto il cuore dell'uomo, non come zelo devozionale e distacco, ma come un principio puramente umano e come un moto legato all'interesse e all'amor proprio. »
« È certo che non c'è alcun bene senza la conoscenza di Dio, che nella misura in cui ci si avvicina si è felici, e che il supremo bene consiste nel conoscerlo con certezza; che quanto più ci si allontana si è infelici, e che la sventura suprema sarebbe nella certezza del contrario. »
Il dubbio è dunque una sventura, ma cercare nel dubbio è un dovere indispensabile; così, colui che dubita e non cerca è al tempo stesso ingiusto e infelice; se poi, dopo tutto ciò, è allegro e presuntuoso, non ho parole per definire un essere tanto bizzarro. »
Non è abbastanza che in un luogo avvengano dei miracoli e che la provvidenza accompagni un popolo?
« Una buona occasione di rallegrarsi e di andare orgogliosi in questo modo: « Rallegriamoci, dunque, non ne vedo la necessità.
Viviamo senza paura e inquietudine e attendiamo la morte, poiché questo è incerto, e allora sapremo cosa sarà di noi ».
« È coraggio quello di un uomo morente che si avvia debole e agonizzante ad affrontare un Dio onnipotente ed eterno? »
Tuttavia è certo che l'uomo è così snaturato, che in questo trova nel suo cuore un seme di gioia.
« È una cosa da dire con gioia?
È una cosa che dunque si deve dire con tristezza.»
La distinzione non sarà servizievole, la giusta pietà servirà gli altri.
Come sarei felice se qualcuno avesse pietà della mia stupidità, e se si avesse la bontà di sottrarmi ad essa anche contro la mia volontà!
« Non esserne afflitto e non amare ciò denuncia tanta debolezza di spirito e tanta malvagità nella volontà. »
Che bel motivo di felicità non attendersi che miserie senza scampo!
Quale consolazione disperare di trovare chi consola!
« Ma se non possiamo toccarli, essi non saranno inutili.»
Ma proprio quelli che sembrano più contrari alla gloria della religione non saranno inutili per gli altri.
Da ciò trarremo il primo argomento, che cioè vi è qualcosa di soprannaturale, perché un simile accecamento non è un fatto naturale.
E se la loro follia li rende così avversi al loro bene, essa servirà a rinsaldare gli altri con il suo orrendo e deplorevole esempio di una follia tanto compatibile.
Sono davvero così chiusi da essere insensibili a tutto quello che li tocca?
Mettiamoli alla prova con la perdita dei beni o dell'onore.
Come! È un inganno … amor proprio, e poiché si tratta di una cosa che ci tocca abbastanza da turbarci, essere sicuri che dopo tutti i mali della vita, una morte inevitabile che ad ogni istante ci minaccia deve in pochi anni [ metterci ] nell'orrenda necessità [ di essere eternamente annientati o infelici ].
Le tre condizioni.
Non bisogna dire di questo che è un segno della ragione.
È tutto ciò che potrebbe fare un uomo che fosse sicuro della falsità di questo annuncio, non dovrebbe esserne contento, ma abbattuto.
Niente è importante come ciò, e niente è più trascurato.
A forza di riflettervi continuamente la nostra immaginazione ingrandisce a tal punto il presente, sminuendo l'eternità col non pensarci, che facciamo dell'eternità un nulla, e del nulla un'eternità; e tutto ciò ha radici così vive in noi, che tutta la nostra ragione non ce ne può difendere, e che …
Domanderò loro se non è vero che essi trovano conferma in se stessi di quel fondamento della fede che combattono, e cioè che la natura umana è corrotta.
Allora Gesù Cristo viene a dire agli uomini che essi non hanno altri nemici se non se stessi, che sono le passioni a separarli da Dio, che egli viene per distruggerle e per concedere loro la grazia, per fare di tutti loro una Chiesa santa.
Che egli viene per ricondurre in questa Chiesa pagani ed Ebrei, per distruggere gli idoli degli uni e la superstizione degli altri.
A questo si oppongono tutti gli uomini, non solo per la naturale avversione della concupiscenza; ma, sopra tutti, i re della terra si uniscono per cancellare questa religione nascente, come era stato predetto.
Tutto ciò che vi è di potente sulla terra si unisce, i sapienti, i saggi, i re.
Gli uni scrivono, gli altri condannano, gli altri ancora uccidono.
Ma nonostante tutte queste opposizioni, quegli uomini semplici e senza forza resistono a tutte le potenze e sottomettono proprio quei re, quei sapienti, quei saggi, e tolgono l'idolatria da tutta la terra.
E tutto ciò si compie in seguito a quella forza che l'aveva predetto.
Ci si immagini una gran quantità di uomini in catene, tutti condannati a morte, alcuni dei quali vengono sgozzati ogni giorno davanti agli altri, e quelli che sopravvivono vedono la propria condizione in quella dei loro simili, e, guardandosi l'un l'altro dolorosamente e senza speranza attendono il loro turno.
Dopo la creazione e il diluvio Dio, non dovendo più distruggere il mondo, né ricrearlo, né dare grandi segni di sé, cominciò a insediare sulla terra un popolo, espressamente formato, che doveva durare fino a quando il Messia avrebbe formato dal suo Spirito un altro popolo.
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