Pensieri |
Sono sicuro che se tutti gli uomini sapessero ciò che dicono gli uni degli altri, non ci sarebbero quattro amici al mondo.
La prova sono le liti causate da qualche parola riferita in modo indiscreto.
Da ciò respingo tutte le altre religioni.
Con questo trovo una risposta a ogni obiezione.
È giusto che un Dio così puro non si riveli che a coloro che hanno il cuore purificato.
Ecco perché ritengo degna d'amore questa religione e la trovo già abbastanza autorevole a causa della sua divinità morale, ma inoltre vi trovo …
In realtà trovo che, da quando dura la memoria umana, ecco un popolo che sopravvive, più antico di ogni altro.
Continuamente si annuncia agli uomini che essi vivono in una corruzione generale, ma che verrà un salvatore.
Che a dirlo non è un uomo, ma un'infinità di uomini, e un intero popolo che profetizza, un popolo concepito per questo, da quattromila anni.
I libri dispersi per quattrocento anni.
Più li esamino, più li trovo veri: ciò che ha preceduto e ciò che è seguito.
E questa sinagoga piena di profeti che l'ha predetto, e questa sinagoga miserabile e senza profeti che lo seguono e che, essendo tutti nemici, sono per noi dei testimoni straordinari dell'autenticità di quelle profezie, in cui anche la loro miseria e la loro cecità sono predette.
Ammiro questa concatenazione, questa religione totalmente divina nella sua autorevolezza, nella sua durata, nella sua perpetuità, nella sua morale, nella sua condotta, nella sua dottrina, nei suoi risultati, così tendo le braccia al mio liberatore che, essendo stato predetto per quattromila anni, è venuto a soffrire e a morire per me sulla terra nel tempo e secondo ogni circostanza predetta; e per sua grazia io attendo la morte in pace, nella speranza di essergli unito per l'eternità, e intanto vivo con gioia, sia nelle ricchezze che vuole darmi, sia nei mali che mi invia per il mio bene e che mi ha insegnato a sopportare col suo esempio.
« Amo tutti gli uomini come miei fratelli perché sono riscattati. »
Amo la povertà perché egli l'ha amata.
Amo le ricchezze perché mi danno la possibilità di assistere i miserabili.
Mi comporto fedelmente con chiunque.
Non restituisco il male a chi me ne fa, ma auguro una condizione simile alla mia, in cui non si riceve né male né bene da parte degli uomini.
Cerco di essere giusto, veritiero, sincero e fedele con tutti e provo un affetto particolare per coloro a cui Dio mi ha unito più strettamente.
E che io sia solo o davanti agli uomini, in ogni mio comportamento sto al cospetto di Dio, che deve giudicarlo e a cui lo consacro.
Ecco i miei sentimenti.
E ogni giorno della mia vita benedico il mio redentore che l'ha messo in me e che di un uomo pieno di debolezza, di miseria, di concupiscenza, di orgoglio e di ambizione, ha fatto un uomo libero da tutti questi mali a causa della sua grazia, a cui va tutta la gloria, non essendoci in me che miseria ed errore.
E quello si prenderà gioco dell'altro?
Chi deve prendersi gioco?
E tuttavia questo non si prende gioco dell'altro ma ne ha pietà.
È una cosa divertente osservare come ci siano alcuni che, avendo rinunciato a ogni legge naturale e divina, se ne sono data una essi stessi, e le obbediscono inflessibilmente, come per esempio i soldati di Maometto, i ladri, gli eretici, ecc., e anche i logici.
Non ci dovrebbero essere limiti o ostacoli alla loro libertà, dal momento che ne hanno superati di così giusti e santi.
Lo starnuto assorbe tutte le funzioni dell'anima, quanto l'atto sessuale, ma non se ne tirano le stesse conseguenze contro la grandezza dell'uomo perché è involontario.
E benché ce lo procuriamo, ce lo procuriamo contro la nostra volontà.
Non è in vista della cosa stessa, ma per un altro scopo.
E così non è un segno della debolezza umana, della sua schiavitù riguardo a questa azione.
Non è vergognoso per l'uomo soccombere sotto il dolore, è vergognoso soccombere sotto il piacere.
Ciò non deriva dal fatto che il dolore ci viene da fuori, mentre il piacere lo ricerchiamo.
Perché si può anche cercare il dolore e soccombervi volontariamente senza cadere nella bassezza.
Da dove viene dunque che è una gloria per la ragione soccombere sotto il peso del dolore, mentre è una vergogna soccombere sotto il peso del piacere?
Il fatto è che il dolore non ci tenta e non ci attira; siamo noi a sceglierlo volontariamente e lasciamo che ci domini, così da tenere nelle nostre mani la cosa, e in questo caso l'uomo soccombe a se stesso.
Ma nel piacere l'uomo soccombe al piacere.
Ma solo la superiorità e il comando danno la gloria, la schiavitù procura vergogna.
Dio ha creato tutto per sé, ha dato capacità di dolori e di beni per sé.
Potete applicarlo a Dio o a voi.
Se a Dio, il Vangelo è la regola.
Se a voi, prenderete il posto di Dio.
Come Dio è circondato da gente piena di carità che gli domanda i beni della carità che sono in suo potere, così …
Conoscetevi dunque, e sappiate che siete solo un re di concupiscenza, e prendete le vie della concupiscenza.
Re, e tiranno.
Anch'io avrò i miei pensieri nascosti.
Farò attenzione ad ogni viaggio.
Grandezza della situazione sociale, rispetto della situazione sociale.
Il piacere dei nobili è di fare felice qualcuno.
È appropriato alla ricchezza concedersi con liberalità.
Si deve cercare ciò che è appropriato a ogni cosa.
È appropriato al potere di proteggere.
Quando la forza affronta le smorfie, quando un semplice soldato prende il berretto quadrato di un primo presidente e lo fa volare dalla finestra …
Epigrammi di Marziale.
L'uomo ama la malvagità, ma non rivolta ai guerci e agli sventurati, bensì contro i fortunati e superbi.
Altrimenti ci si inganna, perché la concupiscenza è la sorgente di tutti i nostri impulsi, e l'umanità: Dobbiamo piacere a quelli che hanno sentimenti umani e affettuosi.
Quella dei due guerci non vale niente, perché non li consola e non fa che dare lustro alla gloria dell'autore.
Tutto ciò che vale solo per l'autore, non vale niente.
« Ambitiosa recidet omamenta ».
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