Summa Teologica - I |
In 1 Sent., d. 15, q. 1, a. 1; C. G., IV, c. 23; C. err. Graec., c. 14
Pare che a nessuna Persona divina spetti di essere inviata.
1. L'inviato è minore di chi lo invia.
Ma una Persona divina non è minore di un'altra.
Quindi nessuna Persona è mandata da un'altra.
2. Chi è inviato si separa da chi lo invia: per cui S. Girolamo [ In Ez 5, su 16, 53 s. ] dice: « Ciò che è congiunto e unito in un solo corpo non può essere inviato ».
Ma come dice S. Ilario [ De Trin. 7,39 ], nelle Persone divine « non c'è nulla di separabile ».
Quindi una Persona non è mandata da un'altra.
3. Chi è mandato si allontana da un luogo e ne raggiunge un altro.
Ciò però non può convenire a una Persona divina, che è in ogni luogo.
Quindi a una persona divina non spetta di essere mandata.
In contrario: Sta scritto [ Gv 8,16 ]: « Io non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato ».
Il concetto di missione include due elementi: il primo è il rapporto tra l'inviato e il mandante, il secondo il rapporto tra l'inviato e la sua destinazione.
Ora, per ciò stesso che uno è inviato appare che egli procede in qualche modo dal mandante: o ne dipende per il comando, come un servo è inviato dal padrone, o per il consiglio, come si dice che il re è inviato a combattere dai suoi consiglieri, o per semplice origine, come si dice che i fiori sono emessi dalla pianta.
E così pure è evidente che il rapporto [ di chi è inviato ] con il luogo al quale è destinato consiste nel fatto che egli comincia sotto un certo aspetto a essere in quel luogo, o perché prima non vi era in alcun modo, o perché non vi era in quel dato modo.
Ciò posto, a una persona divina può convenire la missione in quanto questa da un lato comporta una processione di origine dal mittente, e dall'altro un nuovo modo di essere in qualche luogo.
E così si dice che il Figlio fu mandato nel mondo in quanto per comando del Padre incominciò a essere nel mondo visibilmente mediante l'assunzione della natura umana; tuttavia già prima « era nel mondo », come dice il Vangelo [ Gv 1,10 ].
1. La missione comporta una minorazione o inferiorità nell'inviato quando la dipendenza da chi lo manda è o per comando o per consiglio: poiché chi comanda è più grande, e chi consiglia è più sapiente.
In Dio invece comporta soltanto una dipendenza di origine, la quale, come si è detto [ q. 42, aa. 4,6 ], è secondo uguaglianza.
2. L'inviato che deve cominciare a essere in un luogo dove prima non era in alcun modo, in forza della sua missione deve muoversi localmente: e così deve separarsi dal mittente.
Ciò però non avviene nella missione di una Persona divina: poiché la Persona inviata, come non incomincia a essere dove prima non era, così non lascia di essere dove prima era.
Quindi questa missione è senza separazione, implicando solo la distinzione di origine.
3. L'argomento riguarda la missione che comporta un moto locale: missione che in Dio non ha luogo.
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