Summa Teologica - I |
In 2 Sent., d. 13, q. 1, a. 3; In 2 De anima, lect. 14
Pare che la luce non sia una qualità.
1. Ogni qualità rimane nel suo soggetto anche dopo che la causa agente si è ritirata: come il calore resta nell'acqua anche dopo che la si è tolta dal fuoco.
Ma la luce non resta nell'aria quando la sorgente luminosa si ritira.
Quindi non è una qualità.
2. Ogni qualità sensibile ha la sua qualità contraria, come il freddo è contrario al caldo, e il nero al bianco.
Ma nulla è contrario alla luce, poiché il buio non è che privazione di luce.
Quindi essa non è una qualità sensibile.
3. La causa è più potente dell'effetto.
Ora, la luce dei corpi celesti causa le forme sostanziali nei corpi terrestri e dà un essere spirituale ai colori, rendendoli visibili in atto.
Quindi non sarà una qualità sensibile, ma piuttosto una forma sostanziale o spirituale.
Il Damasceno [ De fide orth. 1,8 ] afferma che la luce è una qualità.
Alcuni dissero che la luce ha nell'aria non un essere fisico, come il colore nella parete, ma intenzionale, come l'immagine del colore nell'aria.
- Ciò però non può essere ammesso per due motivi.
Primo, perché la luce dà una denominazione all'aria: infatti l'aria diventa con essa attualmente luminosa.
Il colore invece non la denomina: infatti non diciamo che l'aria è colorata.
Secondo, perché la luce produce il suo effetto nella natura: infatti i raggi del sole riscaldano i corpi.
Le entità intenzionali invece non causano mutazioni fisiche.
Altri allora dissero che la luce è la forma sostanziale del sole.
Ma anche questo appare impossibile per due motivi.
Primo, perché nessuna forma sostanziale è per se stessa oggetto dei sensi, essendo le essenze oggetto dell'intelletto, come dice Aristotele [ De anima 3,6 ].
Ora, la luce cade direttamente sotto il senso della vista.
- Secondo, perché è impossibile che la forma sostanziale di un essere diventi forma accidentale di un altro.
Infatti è una proprietà della forma sostanziale costituire un essere nella sua specie, e quindi accompagnarlo sempre e in tutti i casi.
Ma la luce non è la forma sostanziale dell'aria, altrimenti al suo sparire l'aria si decomporrebbe.
Non può dunque essere la forma sostanziale del sole.
Diremo allora che, come il calore è una qualità attiva derivante dalla forma sostanziale del fuoco, così la luce è una qualità attiva derivante dalla forma sostanziale del sole e di qualsiasi altro corpo che risplende di luce propria, se ne esiste qualcuno.
E abbiamo un segno di ciò nel fatto che i raggi delle varie stelle producono effetti diversi secondo la diversa natura dei corpi.
1. Siccome la qualità dipende dalla forma sostanziale del soggetto, questo ha un comportamento diverso nel ricevere la qualità, come lo ha nel ricevere la forma.
Se infatti la materia riceve perfettamente la forma, allora la qualità, derivata dalla forma, acquista una forte stabilità: come quando l'acqua si cambia in fuoco.
Quando invece la forma sostanziale viene ricevuta imperfettamente in un grado iniziale, allora la qualità che la segue vi rimane certo, ma non sempre, bensì solo per qualche tempo: come vediamo accadere nell'acqua riscaldata, che torna alla sua natura.
Ora, l'illuminazione non avviene mediante un cambiamento della materia come nella ricezione della forma sostanziale, in modo cioè che si produca quasi un principio di forma: e così la luce rimane solo quando è presente la sorgente.
2. La luce non ha un suo contrario essendo una qualità naturale del primo corpo alterante, il quale non ammette contrarietà.
3. Come il calore agisce nel produrre la forma del fuoco, ma in maniera quasi strumentale, in virtù della forma sostanziale, così la luce agisce quasi strumentalmente in virtù dei corpi celesti, per produrre le forme sostanziali.
In quanto poi è una qualità del primo corpo sensibile, agisce nel rendere attualmente visibili i colori.
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