1 - A prima vista le tre questioni, che presentiamo all'inizio del vol. XIII, sembrano proprio maltrattate dalla nostra divisione, che purtroppo è dettata anche da criteri materiali di spazio.
Le qq. 106-108 rientrano logicamente nel trattato De Lege: eccole invece affiancate al trattato De Gratia.
Diciamo pure che la mole del De Lege consigliava questo smembramento tutt'altro che naturale.
Però è anche vero che abbiamo voluto dare a questa divisione un significato polemico.
Affermiamo così in maniera evidentissima, che la Legge Evangelica nella partizione dell'Opera appartiene più alla grazia che alla legge.
Le ragioni le vedremo subito in questa introduzione, meglio ancora appariranno a coloro che si daranno premura di leggere il testo di S. Tommaso.
Abbiamo già notato in altri volumi che il Dottore Angelico non mira tanto a stendere trattati monografici, quanto a curare l'unità della sua sintesi teologica.
Per questo ricorre con insistenza a degli allacciamenti con anticipazioni e richiami continui, svolgendo qua o là nei punti chiave tesi che si prestino a un naturale trapasso dall'uno all'altro argomento.
Possiamo dire che in questo caso il tentativo è evidentissimo, ed è riuscito alla perfezione.
Dalla legge alla grazia il passaggio si fa attraverso la legge evangelica.
Questa posizione chiave del trattatello non poteva sfuggire a una ricerca meticolosa come quella di Dom Ghislain Lafont: « Si noterà che le questioni 106-108, trattando della nuova legge, e partendo dal principio esterno che istruisce l'uomo, in realtà hanno un'affinità considerevole con le questioni 109 e seguente trattano della grazia, principio che muove ad agire » ( Structures et méthode dans la Somme Théologique de S. Thomas d'Aquin, Bruges, 1961, p. 218 ).
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