Summa Teologica - I-II |
I, q. 83, a. 1, ad 3; De Verit., q. 24, a. 1, ad 3; De Malo, q. 6, ad 3
Pare che la volontà sia mossa da Dio in maniera necessitante.
1. Ogni causa agente a cui è impossibile resistere esercita una mozione necessitante.
Ma a Dio è impossibile resistere, essendo egli di potenza infinita; infatti sta scritto [ Rm 9,19 ]: « Chi può resistere al suo volere? ».
Quindi Dio muove la volontà in maniera necessitante.
2. La volontà è portata a volere necessariamente le cose che desidera per natura, come si è visto [ a. 2, ad 3 ].
Ora, al dire di S. Agostino [ Contra Faustum 26,3 ], « per ciascuna cosa è naturale ciò che Dio opera in essa ».
Quindi la volontà vuole necessariamente tutte le cose verso le quali è mossa da Dio.
3. È possibile ciò che, supposto, non determina l'impossibile.
Ora, presupponendo che la volontà non voglia una cosa verso la quale è mossa da Dio si ha un impossibile: poiché allora l'operazione di Dio verrebbe a essere inefficace.
Dunque non è possibile che la volontà non voglia ciò a cui Dio la muove.
Quindi è necessario che essa lo voglia.
Sta scritto [ Sir 15,14 ]: « Dio da principio creò l'uomo, e lo lasciò in balìa del suo proprio volere ».
Quindi non muove in maniera necessitante la sua volontà.
Come insegna Dionigi [ De div. nom. 4,33 ], « la divina provvidenza non ha il compito di alterare la natura delle cose, ma di conservarla ».
Quindi essa muove tutte le cose secondo la loro natura: per cui, in forza della mozione divina, da cause necessarie derivano effetti necessari e da cause contingenti effetti contingenti.
Essendo dunque la volontà un principio attivo non determinato in un solo senso, ma indifferente verso più alternative, Dio la muove in maniera da non determinarla necessariamente a una sola cosa, ma conservando contingente e non necessario il suo moto, eccetto in quelle cose verso cui essa ha una spinta naturale.
1. La volontà di Dio non si limita a far compiere una data cosa all'essere che essa muove, ma giunge anche a fargliela compiere in conformità con la sua natura.
Quindi sarebbe più ripugnante alla mozione divina una mozione necessitante della volontà, che non compete alla sua natura, piuttosto che una mozione libera, che le è invece conforme.
2. Per ogni essere è naturale ciò che Dio vi opera in modo che sia una cosa per esso naturale: per ogni cosa infatti è conveniente ciò che Dio ha voluto che le convenga.
Ma Dio non vuole che tutto quanto si opera nei vari esseri sia per essi naturale, p. es. che i morti risorgano.
Vuole però che sia in essi naturale la subordinazione al potere divino.
3. Se Dio muove la volontà verso un oggetto, non è compossibile con tale supposizione il fatto che la volontà non si muova verso di esso.
Però non è impossibile assolutamente parlando.
Per cui non ne segue che la volontà sia mossa da Dio in maniera necessitante.
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