Summa Teologica - I-II

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Articolo 5 - Se l'intenzione si trovi anche negli animali irrazionali

In 2 Sent., d. 38, q. 1, a. 3

Pare che anche gli animali irrazionali abbiano l'intenzione del fine.

Infatti:

1. La natura degli esseri privi di conoscenza è più distante dalla natura razionale che dalla natura sensitiva, presente negli animali.

Ma la natura ha l'intenzione del fine anche negli esseri privi di conoscenza, come dimostra Aristotele [ Phys. 2,8 ].

A maggior ragione dunque avranno l'intenzione del fine gli animali bruti.

2. L'intenzione ha per oggetto il fine, al pari della fruizione.

Ma la fruizione, come si è dimostrato [ q. 11, a. 2 ], è possibile agli animali.

Quindi anche l'intenzione.

3. Può avere l'intenzione del fine chi può agire per il fine: infatti intendere non significa altro che tendere verso un oggetto.

Ma gli animali irrazionali agiscono per un fine: si muovono infatti in cerca del cibo, o per altre cose del genere.

Quindi gli animali bruti hanno l'intenzione del fine.

In contrario:

L'intenzione del fine comporta l'ordinamento di una cosa al fine, il che è proprio della ragione.

Siccome dunque gli animali bruti non hanno la ragione, è chiaro che non possono avere l'intenzione del fine.

Dimostrazione:

Come si è già spiegato [ a. 1 ], intendere significa tendere verso qualcosa; e questa tendenza si può riscontrare sia nel soggetto che muove sia in quello che è mosso.

Se dunque si considera l'intenzione come derivante da altri, allora si può affermare che la natura ha l'intenzione del fine: poiché è mossa da Dio al suo fine, come la freccia dall'arciere.

E in questo senso anche gli animali irrazionali hanno l'intenzione del fine, in quanto sono mossi dall'istinto naturale verso determinate cose.

- In un altro senso invece l'intenzione del fine è riservata al soggetto che muove, in quanto è capace di ordinare l'operazione propria, o quella di altri, al fine.

Il che spetta solo alla ragione.

Quindi gli animali irrazionali non hanno l'intenzione del fine in questo senso, che è poi quello proprio e principale, come si è spiegato [ a. 1 ].

Analisi delle obiezioni:

1. L'argomento vale per l'intenzione che si riscontra anche nelle cose mosse da altri al loro fine.

2. La fruizione non implica l'idea di ordinamento di una cosa a un'altra, come l'intenzione, ma il semplice acquietarsi nel fine [ raggiunto ].

3. Gli animali privi di ragione si muovono verso il fine non già con la prospettiva, propria di chi ha l'intenzione, di conseguire il fine con il loro movimento, ma piuttosto, bramosi del fine per istinto di natura, si muovono verso il fine come mossi da altri, al pari degli altri esseri soggetti al moto naturale.

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