Summa Teologica - I-II |
Pare che la dilatazione non sia un effetto del piacere.
1. La dilatazione pare che sia da attribuirsi piuttosto all'amore, secondo l'espressione dell'Apostolo [ 2 Cor 6,11 ]: « Il nostro cuore si è dilatato ».
E a proposito del precetto della carità sta scritto [ Sal 119,96 ]: « La tua legge non ha confini ».
Ma il piacere è una passione distinta dall'amore.
Quindi la dilatazione non è un effetto del piacere.
2. Ciò che si dilata diviene più capace di ricevere.
Ma il ricevere si riferisce al desiderio, che ha per oggetto ciò che ancora non è posseduto.
Quindi la dilatazione è dovuta più al desiderio che al piacere.
3. Stringere è il contrario di dilatare.
Ora, al piacere sembra che si debba attribuire l'atto di stringere: infatti noi stringiamo ciò che vogliamo fermamente trattenere, e tale è la disposizione affettiva dell'appetito verso ciò che piace.
Quindi al piacere non va attribuita la dilatazione.
Così in Isaia [ Is 60,5 ] si parla della gioia: « A quella vista sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore ».
- Del resto il piacere [ delectatio ] ha preso il suo nome latino da dilatazione, come letizia, secondo le spiegazioni già date [ q. 31, a. 3, ad 3 ].
La larghezza è una dimensione della grandezza materiale: quindi viene attribuita agli affetti dell'anima solo in senso metaforico.
Ora, la dilatazione è come un moto verso la larghezza.
E viene attribuita al piacere rispetto ai due elementi da esso richiesti.
Il primo è relativo alla facoltà conoscitiva, che percepisce il conseguimento di un bene proporzionato.
Ora, da questa percezione l'uomo conosce di aver raggiunto una data perfezione, che è una grandezza spirituale: e allora si dice che l'animo di un uomo si allarga, o che si dilata.
- Il secondo elemento del piacere riguarda invece la potenza appetitiva, la quale acconsente a una cosa piacevole e riposa in essa, offrendole in qualche modo se stessa per accoglierla interiormente.
E in questo senso l'affetto umano viene come dilatato dal piacere, offrendosi in qualche modo a contenere interiormente l'oggetto del godimento.
1. Nulla impedisce di attribuire una stessa espressione metaforica a cose diverse, secondo analogie diverse.
E in questo senso la dilatazione viene attribuita all'amore a motivo di una certa sua estensione, poiché l'affetto di chi ama può estendersi verso gli altri, così da curare non solo le cose proprie, ma anche quelle altrui.
Va attribuita invece al piacere in quanto una cosa si espande in se stessa, così da aumentare la propria capacità.
2. Il desiderio implica una certa dilatazione nella prospettiva della cosa desiderata, ma la dilatazione è assai maggiore alla presenza della cosa che piace.
Poiché l'animo si offre più a una cosa di cui attualmente gode che non a una cosa desiderata ma non posseduta, essendo il piacere il fine del desiderio.
3. Chi gode stringe la cosa di cui gode, aderendo fortemente ad essa, ma dilata il cuore per goderne perfettamente.
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