Summa Teologica - I-II

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Articolo 7 - Se il dolore esterno sia maggiore di quello interno

Infra, q. 37, a. 1, ad 3

Pare che il dolore esterno sia maggiore dell'interno dolore del cuore.

Infatti:

1. Il dolore esterno è prodotto da una causa che si oppone all'incolumità del corpo, in cui si trova la vita, mentre il dolore interno è prodotto dall'immaginazione di un male.

Poiché dunque la vita è più amata di un bene immaginato, è evidente, da quanto detto sopra [ a. prec. ], che il dolore esterno è più forte di quello interno.

2. Muovono di più le cose reali che le loro immagini.

Ora, il dolore esterno deriva dal contatto reale con le cose contrarie, mentre il dolore interno deriva dalla loro immagine conoscitiva.

Quindi il dolore esterno è superiore al dolore interno.

3. Le cause si conoscono dagli effetti.

Ora, il dolore esterno produce effetti più gravi: infatti è più facile che un uomo muoia per i dolori esterni che per quelli interni.

Quindi il dolore esterno è più grave ed è più temuto del dolore interno.

In contrario:

Dice la Scrittura [ Sir 25,12 ]: « Cumulo di ogni piaga è la tristezza del cuore, e cumulo di ogni male è la malvagità della donna ».

Quindi come la malvagità della donna, stando a quel testo, supera tutte le altre malvagità, così la tristezza del cuore supera ogni piaga esteriore.

Dimostrazione:

Il dolore interno e quello esterno in una cosa convengono e in due differiscono.

Convengono nel fatto che sono entrambi moti della potenza appetitiva, come si è visto [ a. 1 ].

Differiscono invece per i due requisiti della tristezza e del piacere: differiscono cioè per la causa, che è il bene o il male presente, e per la conoscenza. Infatti la causa del dolore esterno è il male presente che ripugna al corpo, mentre la causa del dolore interno è il male presente che ripugna all'appetito.

Inoltre il dolore esterno segue la conoscenza dei sensi, e specialmente del tatto, mentre il dolore interno segue la conoscenza interiore, e cioè quella dell'immaginativa, o anche della ragione.

Se dunque si confronta la causa del dolore interno con la causa di quello esterno, vediamo che l'una appartiene di per sé all'appetito, sede propria di entrambi i dolori, mentre l'altra gli appartiene indirettamente.

Infatti il dolore interno deriva dal fatto che una cosa ripugna all'appetito stesso, mentre il dolore esterno deriva dal fatto che la cosa ripugna all'appetito in quanto ripugna al corpo.

Ora, ciò che vale di per sé è sempre superiore a ciò che vale in forza di altro.

Quindi da questo lato il dolore interno sorpassa il dolore esterno.

E lo stesso si dica per quanto riguarda la conoscenza.

Infatti la conoscenza dell'immaginativa e della ragione è più alta della conoscenza del tatto.

- Perciò, parlando in senso assoluto, il dolore interno è più forte del dolore esterno.

E se ne ha la riprova nel fatto che alcuni affrontano volontariamente i dolori esterni per evitare quelli interni.

E poiché non si contrappone all'appetito interiore, il dolore esterno può diventare in qualche modo piacevole e giocondo per la gioia interiore.

Tuttavia il dolore esterno più volte è unito al dolore interno: e allora lo accresce.

Poiché il dolore interno non solo è più forte di quello esterno, ma è anche più esteso.

Infatti tutto ciò che ripugna al corpo può anche ripugnare all'appetito interiore, e tutto ciò che è conosciuto dai sensi può essere conosciuto anche dall'immaginativa e dalla ragione, mentre non è vero il contrario.

Quindi è detto espressamente nel testo riportato: « Cumulo di ogni piaga è la tristezza del cuore », poiché anche i dolori delle piaghe esterne sono compresi nella tristezza del cuore.

Analisi delle obiezioni:

1. Anche il dolore interno può avere per oggetto ciò che è contrario alla vita.

Quindi il confronto fra il dolore interno e quello esterno non va fatto in base ai diversi mali che causano il dolore, ma in base alla diversità dei rapporti che tali cause di dolore hanno con l'appetito.

2. La tristezza interiore non è causata dall'immagine conoscitiva di una cosa: infatti un uomo non si rattrista interiormente per l'immagine rappresentativa conosciuta, ma per la realtà di cui essa è immagine.

La quale realtà tanto più perfettamente è conosciuta mediante un'immagine rappresentativa, quanto più immateriale e astratta è questa immagine.

Quindi il dolore interno di per sé è più grave, avendo per oggetto un male maggiore: poiché mediante la conoscenza interiore il male è meglio conosciuto.

3. Le alterazioni fisiche sono causate maggiormente dal dolore esterno sia perché la causa del dolore esterno incide fisicamente sull'organismo provocando direttamente le percezioni del tatto, sia perché i sensi esterni sono più corporei dei sensi interni, e l'appetito sensitivo più corporeo di quello intellettivo.

Per questi motivi dunque, come si è detto sopra [ q. 22, a. 3; q. 31, a. 5 ], il corpo è più pronto ad alterarsi per i moti dell'appetito sensitivo.

E similmente l'uomo è più sensibile al dolore esterno che a quello interno.

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