Summa Teologica - I-II

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Articolo 3 - Se la legge umana possa comandare gli atti di tutte le virtù

Infra, q. 100, a. 2; In 5 Ethic., lect. 2

Pare che la legge umana non possa comandare gli atti di tutte le virtù.

Infatti:

1. Gli atti virtuosi si contrappongono agli atti viziosi.

Ma la legge umana, come si è visto sopra [ a. prec. ], non proibisce tutti i vizi.

Quindi neppure comanda gli atti di tutte le virtù.

2. Un atto di virtù procede dalla virtù.

Ma se la virtù è il fine inteso dalla legge, non può ricadere sotto la legge quanto deriva dalla virtù.

Quindi la legge umana non può comandare gli atti di tutte le virtù.

3. La legge, come si è spiegato [ q. 90, a. 2 ], è ordinata al bene comune.

Ma certi atti di virtù non sono ordinati al bene comune, bensì al bene privato.

Perciò la legge non può comandare gli atti di tutte le virtù.

In contrario:

Il Filosofo [ Ethic. 5,1 ] scrive che « la legge comanda di compiere le opere proprie dell'uomo forte, temperante e mansueto; e così pure dispone rispetto alle altre virtù e ai vizi, comandando le prime e proibendo i secondi ».

Dimostrazione:

Si è già visto [ q. 54, a. 2; q. 60, a. 1; q. 62, a. 2 ] che le varie specie di virtù si distinguono secondo l'oggetto.

Ma qualsiasi oggetto delle virtù si può riferire sia al bene privato di una persona che al bene comune della società: come uno può compiere atti di fortezza sia per difendere la patria che per difendere i diritti di un amico.

Ora la legge, come si è detto [ q. 90, a. 2 ], è ordinata al bene comune.

Perciò non esiste una virtù di cui la legge non possa ordinare gli atti.

Tuttavia la legge umana non comanda tutti gli atti di tutte le virtù, ma soltanto quelli che sono ordinabili al bene comune, sia in maniera diretta, come quelli da compiere immediatamente per il bene comune, sia in maniera indiretta, come quando il legislatore dà delle disposizioni atte a favorire la buona educazione, che prepara i cittadini a conservare il bene comune della giustizia e della pace.

Analisi delle obiezioni:

1. La legge umana non proibisce, con i suoi precetti, tutti gli atti viziosi, come non comanda tutti gli atti virtuosi.

Come tuttavia proibisce alcuni atti di ogni singolo vizio, così comanda alcuni atti di ogni singola virtù.

2. Un atto può essere attribuito alla virtù in due modi.

Primo, in quanto è il compimento di cose virtuose: come il rispetto dei diritti altrui è un atto di giustizia, e l'attuazione di gesti coraggiosi è un atto di fortezza.

E in questo senso la legge può comandare degli atti di virtù.

- Secondo, un atto può dirsi di virtù perché uno lo esegue nel modo in cui lo compie il virtuoso.

E questo atto emana sempre dalla virtù; e non ricade sotto il precetto della legge, ma è il fine inteso dal legislatore.

3. Non esiste una virtù i cui atti non siano ordinabili al bene comune, direttamente o indirettamente, secondo le spiegazioni date [ nel corpo ].

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