Summa Teologica - II-II |
Pare che non sia lecito combattere nei giorni festivi.
1. Le feste sono state fissate perché ci occupiamo delle cose di Dio: per cui sono incluse nell'osservanza del riposo sabbatico, imposta da Dio nell'Esodo [ Es 20,8ss ]: sabato infatti significa riposo.
Ma le guerre implicano le più gravi agitazioni.
Quindi in nessun modo è lecito combattere nei giorni di festa.
2. In Isaia [ Is 58,3s ] vengono ripresi alcuni perché nei giorni di digiuno « curavano i propri affari e si davano ai litigi e agli alterchi, colpendo con pugni iniqui ».
A maggior ragione, quindi, nei giorni festivi è proibito combattere.
3. Non si deve mai fare un'azione disordinata per evitare un danno temporale.
Ma combattere in giorno di festa è di per sé un'azione disordinata.
Quindi uno non deve combattere in un giorno di festa per la necessità di evitare un danno temporale.
Nella Scrittura [ 1 Mac 2,41 ] si legge che i « Giudei a ragione presero questa decisione: "Noi combatteremo contro chiunque venga a darci battaglia in giorno di sabato" ».
L'osservanza delle feste non impedisce le cose che sono ordinate alla salvezza anche fisica dell'uomo.
Per cui il Signore [ Gv 7,23 ] rimproverava i Giudei dicendo: « Voi vi sdegnate contro di me perché ho guarito interamente un uomo di sabato? ».
E così i medici possono curare gli uomini in giorno di festa.
Ora, si deve promuovere con maggiore impegno la salvezza della patria, con la quale si impediscono uccisioni molteplici e innumerevoli danni temporali e spirituali, che la salute corporale di un uomo.
Quindi per la salvezza della patria è lecito ai fedeli combattere le guerre giuste nei giorni di festa, se però la necessità lo richiede: trovandosi infatti in tale necessità, sarebbe un tentare Dio astenersi dal combattere.
Se però la necessità viene a mancare non è lecito combattere nei giorni festivi, per i motivi indicati.
Sono così risolte anche le obiezioni.
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