Summa Teologica - III

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Articolo 3 - Se in Cristo ci fossero due volontà di ordine razionale

In 3 Sent., d. 17, q. 1, a. 1, sol. 3

Pare che in Cristo ci fossero due volontà di ordine razionale.

Infatti:

1. Il Damasceno [ De fide orth. 2,22 ] scrive che nell'uomo ci sono due volontà: una naturale, che viene detta thelesis, e una razionale, che viene detta bulelis.

Ma Cristo aveva nella sua natura umana tutto ciò che appartiene alla sua perfezione.

Quindi in Cristo c'erano entrambe le volontà.

2. La facoltà appetitiva si distingue nell'uomo in base alle facoltà conoscitive corrispondenti, per cui in base alla differenza tra senso e intelletto si ha nell'uomo la distinzione tra appetito sensitivo e intellettivo.

Ma nella conoscenza umana c'è anche la distinzione tra ragione e intelletto, che erano ambedue presenti in Cristo.

Quindi in lui c'erano due volontà, una intellettiva e l'altra razionale.

3. Alcuni pongono in Cristo una « volontà della pietà ».

Essa però non può trovarsi che nella parte razionale.

Quindi nell'ordine razionale ci sono in Cristo più volontà.

In contrario:

In ogni ordine di cose il primo movente è uno solo.

Ma la volontà è il primo movente degli atti umani.

Quindi in ciascun uomo c'è una sola volontà propriamente detta, che è la volontà razionale.

Ora, Cristo è un unico uomo.

Quindi in Cristo c'è una sola volontà umana.

Dimostrazione:

Come si è già notato [ a. 1, ad 3 ], la volontà può significare o la potenza o la sua operazione.

Ora, in quest'ultimo senso bisogna ammettere in Cristo nella parte razionale due volontà, ossia due specie di atti volitivi.

La volontà infatti, come si è detto nella Seconda Parte [ I-II, q. 8, aa. 2,3 ], ha per oggetto tanto il fine quanto i mezzi utili a raggiungerlo, e a questi due oggetti si volge in due modi diversi.

Al fine senza riserve, come a un bene assoluto, ai mezzi invece mediante un confronto che ne rilevi la bontà relativa.

Perciò l'atto della volontà che ha per oggetto un bene assoluto, come ad es. la salute, atto che viene denominato dal Damasceno thelesis, ossia « volontà assoluta », e dai Maestri « volontà come natura », è specificamente diverso dall'atto della volontà che ha per oggetto dei beni strumentali, come il voler prendere una medicina, atto che il Damasceno chiama bulesis, ossia « volontà deliberativa », e i Maestri chiamano « volontà come ragione ».

Questa diversità esistente fra gli atti non moltiplica però la facoltà volitiva, avendo ambedue gli atti come oggetto formale comune il bene.

Perciò bisogna concludere che, se parliamo della facoltà volitiva, in Cristo c'è un'unica volontà umana, propria ed essenziale.

Se invece parliamo di atti volitivi, allora distinguiamo in Cristo la volontà che opera come natura, e che viene detta thelesis, e la volontà che opera come ragione, e che viene detta bulesis.

Analisi delle obiezioni:

1. Le due volontà di cui parla il Damasceno non sono due facoltà volitive, ma solo atti diversi di una stessa facoltà, come si è detto [ nel corpo ].

2. Neppure l'intelligenza e la ragione sono facoltà diverse, come si è detto nella Prima Parte [ q. 79, a. 8 ].

3. La « volontà della pietà » non è distinta dalla volontà come natura, non essendo altro che il dispiacere del male altrui considerato in assoluto.

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