Summa Teologica - III

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Articolo 2 - Se l'annunzio alla Beata Vergine dovesse essere fatto da un angelo

In 3 Sent., d. 3, q. 3, a. 2, sol. 1, 2

Pare che l'annunzio alla Beata Vergine non dovesse essere fatto da un angelo.

Infatti:

1. Agli angeli supremi Dio fa le sue rivelazioni senza intermediari, come dice Dionigi [ De cael. hier. 7,3 ].

Ma la Madre di Dio fu esaltata al di sopra di tutti gli angeli.

Quindi il mistero dell'incarnazione le doveva essere rivelato da Dio direttamente, e non da un angelo.

2. Se in questa circostanza era opportuno rispettare l'ordine generale per cui le realtà divine vengono comunicate agli uomini per mezzo degli angeli, si doveva anche rispettare l'ordine per cui è l'uomo che fa conoscere alla donna le realtà divine, secondo le parole dell'Apostolo [ 1 Cor 14,34s ]: "Le donne nelle assemblee tacciano, e se vogliono imparare qualcosa interroghino a casa i loro mariti".

Quindi il mistero dell'incarnazione doveva essere annunziato alla Beata Vergine da un uomo; tanto più che Giuseppe, suo sposo, ne fu informato da un angelo, come si legge nel Vangelo [ Mt 1,20s ].

3. Nessuno può annunziare ciò che non conosce.

Ma gli angeli supremi non conoscevano pienamente il mistero dell'incarnazione, tanto che Dionigi [ ib. ] attribuisce ad essi la domanda riferita dal profeta [ Is 63,1 ]: "Chi e costui che viene da Edom?".

Quindi nessun angelo era in grado di annunziare adeguatamente l'incarnazione.

4. Più grande e il messaggio e più grande deve essere il messaggero.

Ma il mistero dell'incarnazione e il più grande fra tutti quelli che gli angeli hanno annunziato agli uomini.

Se esso quindi doveva essere annunziato da un angelo, doveva essere affidato a un angelo dell'ordine supremo.

Ma Gabriele non e dell'ordine supremo, bensì dell'ordine degli arcangeli, che e il penultimo, come si rileva dalle parole della liturgia [ Mattut. Annunc., resp. 9 ]: "Sappiamo che a te ha parlato da parte di Dio l'arcangelo Gabriele".

Quindi l'annunciazione non fu fatta convenientemente attraverso l'arcangelo Gabriele.

In contrario:

Nel Vangelo [ Lc 1,26 ] si legge: "L'angelo Gabriele fu inviato da Dio", ecc.

Dimostrazione:

Per tre motivi era conveniente che alla Madre di Dio il mistero dell'incarnazione divina fosse annunziato da un angelo.

Primo, perche anche in quell'occasione fosse rispettata la disposizione di Dio di comunicare i misteri divini agli uomini mediante gli angeli.

Per cui scrive in proposito Dionigi [ De cael. hier. 4,4 ]: "Del mistero divino della bontà di Gesù furono per primi edotti gli angeli, e poi attraverso di essi passo a noi la grazia di conoscerlo.

Cosi dunque il divinissimo Gabriele informo Zaccaria che un profeta sarebbe nato da lui, e spiego a Maria come in lei si sarebbe compiuto il supremo mistero della concezione dell'ineffabile Dio".

Secondo, ciò conveniva alla rigenerazione dell'uomo che Cristo avrebbe compiuto.

"Era giusto", spiega infatti S. Beda [ Hom. Annunt. ], "che la salvezza dell'uomo avesse inizio con l'invio di un angelo alla Vergine che doveva essere consacrata dalla maternità divina: poiché la causa primordiale della rovina dell'uomo fu l'invio del serpente da parte del diavolo alla donna per ingannarla con uno spirito di superbia".

Terzo, ciò era in armonia con la verginità della Madre di Dio.

Da cui le parole di S. Girolamo [ Epist. 9, supp. ]: "Era giusto che alla Vergine fosse mandato un angelo, poiché c'e sempre stata una parentela fra la verginità e gli angeli.

E certamente non e una vita terrena, ma celeste, quella per cui si vive nella carne al di sopra della carne".

Analisi delle obiezioni:

1. La Madre di Dio era superiore agli angeli per la dignità a cui Dio l'aveva eletta, ma era inferiore agli angeli quanto allo stato della vita presente.

Poiché anche Cristo, a motivo della sua vita passibile, "fu fatto di poco inferiore agli angeli", come dice S. Paolo [ Eb 2,9 ].

Cristo pero, essendo viatore e comprensore, non aveva bisogno di essere istruito dagli angeli sulle cose divine.

Invece la Madre di Dio non era ancora nello stato dei contemplanti.

Per cui era giusto che fosse istruita dagli angeli sul suo concepimento divino.

2. Come osserva S. Agostino [ De Assumpt. ], era giusto che la Beata Vergine Maria venisse esentata da alcune leggi generali.

Poiché "non furono moltiplicati i suoi concepimenti, e non fu sotto il potere dell'uomo", cioè del marito, "lei che nel suo grembo assolutamente integro accolse Cristo dallo Spirito Santo".

E similmente non doveva essere istruita sul mistero dell'incarnazione da un uomo, ma da un angelo.

Per questo essa venne informata prima di Giuseppe: lei infatti fu informata prima di concepire, Giuseppe invece dopo il concepimento.

3. Come risulta dal testo di Dionigi [ cit. nel corpo ], gli angeli conobbero il mistero dell'incarnazione: tuttavia interrogano perche desiderano conoscere più perfettamente da Cristo le ragioni di questo mistero, che sono incomprensibili a ogni intelligenza creata.

Da cui le parole di S. Massimo [ Quaest. Int. et Resp. 42 ]: "Non si può dubitare che gli angeli abbiano conosciuto in anticipo l'incarnazione.

Ma essi ignoravano il misterioso concepimento del Signore, e in quale modo il Figlio, tutto intero nel Padre che lo ha generato, potesse rimanere tutto intero in tutte le cose, e tutto intero nel seno della Vergine".

4. Alcuni dicono che Gabriele appartiene all'ordine supremo, fondandosi sulle parole di S. Gregorio [ In Evang. hom. 34 ]: "Era giusto che venisse l'angelo sommo ad annunziare la più grande di tutte le cose".

Ma ciò non significa che fosse il supremo rispetto a tutti gli ordini, bensì rispetto agli angeli: apparteneva infatti all'ordine degli arcangeli.

E anche la Chiesa lo chiama arcangelo, e S. Gregorio [ ib. ] spiega che "si dicono arcangeli i messaggeri dei più alti misteri".

E quindi abbastanza credibile che sia il primo degli arcangeli.

E come nota lo stesso S. Gregorio [ ib. ], il suo nome conviene al suo ufficio: infatti "Gabriele significa fortezza di Dio.

Spettava dunque alla fortezza di Dio annunziare che il Signore delle schiere, potente in battaglia, veniva a debellare le potenze dell'aria".

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