Summa Teologica - III |
Infra, q. 33, a. 4, ad 2; In 3 Sent., d. 3, q. 2, a. 1
Pare che la Beata Vergine abbia svolto in qualche modo un ruolo attivo nel concepimento del corpo di Cristo.
1. Il Damasceno [ De fide orth. 3,2 ] dice che « lo Spirito Santo discese sulla Vergine per purificarla e renderla capace sia di ricevere che di generare il Verbo di Dio ».
Ma la capacità passiva di generare l'aveva già dalla natura, come ogni donna.
Quindi le donò la capacità attiva di generare.
Così dunque essa agì come principio attivo nel concepimento di Cristo.
2. Tutte le potenze dell'anima vegetativa sono potenze attive, come dice il Commentatore [ De anima, comm. 33 ].
Ma la potenza generativa, tanto nel maschio quanto nella femmina, appartiene all'anima vegetativa.
Quindi essa opera attivamente sia nel maschio che nella femmina nella concezione della prole.
3. La donna nel concepimento somministra la materia dalla quale si forma naturalmente il corpo della prole.
Ora, la natura è principio intrinseco di operazione.
Quindi nella materia stessa che la Beata Vergine somministrò per il concepimento di Cristo c'era un principio attivo.
Il principio attivo nella generazione è detto ragione seminale.
Ma il corpo di Cristo, come dice S. Agostino [ De Gen. ad litt. 10,20.35 ], « ricevette dalla Vergine la sola materia corporea, e fu concepito sotto l'influsso divino, senza alcuna ragione seminale umana ».
Quindi la Beata Vergine non ebbe alcun influsso attivo nel concepimento del corpo di Cristo.
Alcuni sostengono che la Beata Vergine nel concepimento di Cristo ebbe una parte attiva, sia per virtù naturale che per virtù soprannaturale.
Per virtù naturale, poiché a loro parere in ogni materia naturale è insito un principio attivo.
Altrimenti, dicono, non sarebbero possibili le trasmutazioni naturali.
- Qui però si ingannano.
Poiché le trasmutazioni vengono dette naturali non esclusivamente per il loro principio intrinseco attivo, ma anche per quello passivo.
Il Filosofo [ Phys. 8,4 ] dice infatti espressamente che i corpi gravi e leggeri hanno del loro moto un principio naturale passivo e non attivo.
Inoltre non è possibile che la materia concorra attivamente alle proprie trasformazioni, non essendo in atto.
E neppure è possibile che una cosa muova se stessa, a meno che non la si divida in due parti, di cui una muove e l'altra è mossa: il che capita soltanto nelle realtà animate, come dimostra Aristotele [ ib. ].
L'avrebbe poi avuta per virtù soprannaturale inquantoché essi ritengono che la madre debba somministrare non solo la materia che consiste nel sangue mestruale, ma anche il seme, che unendosi al seme virile eserciterebbe un ruolo attivo nella generazione.
E poiché nella Beata Vergine, per la sua integerrima verginità, non vi fu alcuna emissione di seme, dicono che lo Spirito Santo nel concepimento del corpo di Cristo le avrebbe donato soprannaturalmente quella potenza attiva che le altre madri hanno con l'emissione del seme.
- Ma ciò non è ammissibile.
Poiché « essendo ogni cosa in vista della sua operazione », come nota Aristotele [ De caelo 2,3 ], la natura non distinguerebbe nella generazione il sesso maschile e quello femminile se il maschio e la femmina non avessero operazioni diverse.
Ora, nella generazione la funzione dell'agente è distinta da quella del paziente.
E così tutta la potenza attiva è nel padre e quella passiva nella madre.
Per questo nelle piante, dove le due potenze sono mescolate, non c'è distinzione tra maschio e femmina.
Siccome dunque la Beata Vergine non ricevette di essere padre di Cristo, ma madre, conseguentemente non ricevette la potenza attiva nel concepirlo: sia perché se l'avesse esercitata sarebbe stata padre di Cristo, sia perché se non l'avesse esercitata, come dicono alcuni, tale potenza attiva le sarebbe stata concessa inutilmente.
In conclusione, nel concepimento di Cristo la Beata Vergine non ebbe alcuna funzione attiva, ma si limitò a somministrare la materia.
Tuttavia essa operò attivamente prima del concepimento preparando la materia, perché fosse adatta alla concezione.
1. Quel concepimento ebbe tre privilegi: di essere senza il peccato originale; di avere per oggetto non un semplice uomo, ma Dio e l'uomo; di essere verginale.
E questi tre privilegi li ebbe dallo Spirito Santo.
Per questo il Damasceno nota, a proposito del primo, che lo Spirito Santo « discese nella Vergine per purificarla », cioè per preservarla, in modo che non concepisse col peccato originale.
A proposito del secondo dice che « la rese capace di ricevere il Verbo di Dio », cioè di concepirlo.
E accennando al terzo parla di « capacità di generare »: in quanto cioè le diede, pur rimanendo essa vergine, questo potere di generare; non però attivamente, ma passivamente, come le altre madri ottengono ciò dal seme maschile.
2. Nella donna la potenza generativa è imperfetta rispetto alla potenza generativa dell'uomo.
Come quindi nelle arti, secondo Aristotele [ Phys. 2,2 ], l'inferiore dispone la materia e la superiore dà la forma, così la potenza generativa femminile prepara la materia, mentre la potenza attiva maschile dà la forma alla materia preparata.
3. Per una trasformazione naturale non si richiede che nella materia sia insito un principio attivo, ma basta quello passivo, come si è detto [ nel corpo ].
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