Summa Teologica - III |
In 3 Sent., d. 2, q. 2, a. 3, sol. 1; d. 3, q. 5, a. 2; C. G., IV, c. 43
Pare che il corpo di Cristo sia stato prima concepito e poi assunto.
1. Ciò che non esiste non può essere assunto.
Ma il corpo di Cristo cominciò a esistere col concepimento.
Quindi pare che sia stato assunto dal Verbo di Dio dopo essere stato concepito.
2. Il corpo di Cristo fu assunto dal Verbo di Dio mediante l'anima razionale.
Ora, è al termine del concepimento che esso ricevette l'anima razionale.
Quindi il corpo fu assunto in quel momento.
Ma al termine del concepimento il corpo è già concepito.
Quindi prima fu concepito, e poi assunto.
3. Il Filosofo [ Met. 9,8 ] insegna che in ogni generazione l'imperfetto precede il perfetto.
Ora, il corpo di Cristo è un essere generato.
Perciò all'ultima perfezione, che consiste nell'unione col Verbo di Dio, non giunse subito nel primo istante del suo concepimento, ma prima fu concepito e poi unito al Verbo.
S. Agostino [ Fulg., De fide ad Petrum 18 ] dice: « Tieni per certo e senza alcun dubbio che il corpo di Cristo non fu concepito nel seno della Vergine prima di essere unito al Verbo ».
Come si è già dimostrato [ q. 16, aa. 6,7 ], diciamo più propriamente che « Dio si è fatto uomo », non già che « un uomo è divenuto Dio »: poiché Dio prese ciò che è dell'uomo, ma questo qualcosa di umano non aveva un'esistenza propria prima che fosse preso dal Verbo.
Se infatti il corpo di Cristo fosse stato concepito prima di essere assunto dal Verbo, avrebbe avuto per un certo tempo un'ipostasi distinta da quella del Verbo di Dio.
Il che va contro la nozione di incarnazione, secondo la quale affermiamo che il Verbo di Dio si è unito alla natura umana e a tutte le sue parti nell'unità dell'ipostasi.
E sarebbe stato inoltre disdicevole che il Verbo di Dio avesse distrutto, con la sua unione, l'ipostasi preesistente della natura umana, o di qualcuna delle sue parti.
Quindi è contro la fede affermare che il corpo di Cristo prima fu concepito, e poi assunto dal Verbo di Dio.
1. Se il corpo di Cristo fosse stato formato o concepito non in un istante, ma durante un certo periodo di tempo, ne seguirebbe o che l'elemento assunto [ dal Verbo ] non era ancora carne, oppure che il concepimento della carne era anteriore all'unione [ con il Verbo ].
Siccome invece noi affermiamo che il concepimento avvenne in un istante, ne segue che per quel corpo furono simultanei il venir concepito e l'essere già concepito.
Diciamo quindi con S. Agostino [ l. cit. ] che « il Verbo di Dio fu concepito unendosi alla carne, e la medesima carne fu concepita nell'incarnazione del Verbo ».
2. In questo modo è risolta anche la seconda obiezioni.
Infatti nell'atto del concepimento quel corpo fu insieme concepito e animato.
3. Nel mistero dell'incarnazione non bisogna vedere un'ascesa, come se una creatura preesistente si fosse elevata fino alla dignità dell'unione, opinione questa dell'eretico Fotino, ma piuttosto bisogna vedervi come una discesa, in quanto il perfetto Verbo di Dio prese l'imperfezione della nostra natura, secondo le parole evangeliche [ Gv 6,38.51 ]: « Sono disceso dal cielo ».
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