Summa Teologica - III

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Articolo 4 - Se Cristo avesse dovuto manifestare la sua nascita da se stesso

Pare che Cristo avrebbe dovuto manifestare la sua nascita da se stesso.

Infatti:

1. « La causa che agisce da se stessa è sempre superiore a quella che agisce per mezzo di altri », come dice Aristotele [ Phys. 8,5 ].

Ma Cristo manifestò la sua nascita per mezzo di altri: p. es. ai pastori per mezzo degli angeli, e ai Magi per mezzo della stella.

A maggior ragione quindi avrebbe dovuto manifestare la sua nascita da se stesso.

2. Nella Scrittura [ Sir 20,30 ] si legge: « Sapienza nascosta e tesoro invisibile, a che servono l'una e l'altro? ».

Ma Cristo ebbe in maniera perfetta il tesoro della sapienza e della grazia fin dall'inizio del suo concepimento.

Se quindi non avesse manifestato tale pienezza con le parole e con le opere, la sapienza e la grazia gli sarebbero state date inutilmente.

Il che non è ammissibile, poiché « Dio e la natura non fanno niente di inutile », come nota Aristotele [ De caelo 1,4 ].

3. Nel Protovangelo di Giacomo si legge che Cristo fece molti miracoli durante la sua fanciullezza.

E così pare che abbia manifestato la sua nascita da se stesso.

In contrario:

Il Papa S. Leone [ Serm. 34,3 ] afferma che i Magi trovarono il bambino Gesù « in niente diverso dalla generalità dei bambini ».

Ma gli altri bambini non si rivelano da sé.

Quindi non era conveniente che Cristo manifestasse da sé la propria nascita.

Dimostrazione:

La nascita di Cristo era ordinata alla salvezza degli uomini, che si attua mediante la fede.

Ora, la vera fede riconosce la divinità e l'umanità di Cristo.

Era perciò necessario che la nascita di Cristo fosse manifestata in maniera tale da non pregiudicare la fede nella sua umanità.

E ciò avvenne per il fatto che Cristo mostrò in se stesso i segni dell'umana debolezza, e tuttavia mostrò insieme il potere della propria divinità per mezzo delle creature di Dio.

E così Cristo fece conoscere la sua nascita non direttamente da se stesso, ma per mezzo di alcune creature.

Analisi delle obiezioni:

1. In ordine genetico e di moto è necessario arrivare alla perfezione cominciando dalle cose imperfette.

E così Cristo si diede a conoscere prima per mezzo delle creature e in seguito, in maniera perfetta, da se stesso.

2. Benché la sapienza nascosta sia inutile, tuttavia è da savi darsi a conoscere non in qualunque momento, ma al tempo opportuno, come si legge [ Sir 20,6 ]: « C'è chi tace perché non sa che cosa rispondere; e c'è chi tace perché conosce il momento propizio ».

Così dunque non fu inutile la sapienza di Cristo, poiché egli si diede a conoscere al momento opportuno.

E il fatto stesso che a suo tempo sia rimasto nascosto, è indizio di sapienza.

3. Quel libro è un apocrifo.

E il Crisostomo [ In Ioh. hom. 21 ] scrive che Cristo prima di cambiare l'acqua in vino non fece alcun miracolo, secondo quanto dice S. Giovanni [ Gv 2,11 ]: « Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli ».

« Se egli infatti avesse fatto miracoli da bambino, gli Israeliti non avrebbero avuto bisogno che un altro lo facesse loro conoscere; e invece S. Giovanni Battista dice: "Io sono venuto a battezzare con acqua perché egli si manifestasse a Israele".

Giustamente poi Cristo non cominciò a fare miracoli da bambino.

Avrebbero infatti considerato l'incarnazione un travestimento fantastico; oppure, divorati dall'invidia, lo avrebbero crocifisso prima del tempo ».

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