Summa Teologica - III

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Articolo 3 - Se la presentazione di Cristo al tempio sia stata compiuta nel debito modo

Pare che la presentazione di Cristo al tempio non sia stata compiuta nel debito modo.

Infatti:

1. Nell'Esodo [ Es 13,2 ] si legge: « Consacrami ogni primogenito che apre il seno della madre tra i figli d'Israele ».

Ma Cristo uscì dal seno chiuso della madre, per cui non aprì il seno materno.

Quindi egli non doveva essere offerto al tempio in forza di questa legge.

2. Non si può presentare a qualcuno ciò che gli è sempre presente.

Ma l'umanità di Cristo fu sempre presente a Dio, in quanto unita a lui ipostaticamente.

Quindi non era necessario che fosse « presentato al Signore ».

3. Cristo è la vittima principale, rappresentata come in figura da tutte le vittime dell'antica legge.

Ma una vittima non può sostituirne un'altra.

Quindi non era giusto che per Cristo fosse offerta un'altra vittima.

4. Tra le vittime legali la principale era l'agnello, che secondo la Scrittura [ Nm 28,3.6 ] costituiva un « sacrificio perpetuo ».

Per cui anche Cristo è chiamato Agnello [ Gv 1,29 ]: « Ecco l'Agnello di Dio ».

Era quindi più conveniente che per Cristo venisse offerto un agnello, piuttosto che « una coppia di tortore o di giovani colombi ».

In contrario:

Sta l'autorità della Scrittura [ Lc 2,22ss ] che narra il fatto.

Dimostrazione:

Come si è già detto [ a. 1 ], Cristo volle « nascere sotto la legge per riscattare coloro che erano sotto la legge » [ Gal 4,4s ], e perché nelle sue membra « la giustificazione della legge » « si adempisse » spiritualmente [ Rm 8,4 ].

Ora, nella legge vi erano due precetti sui neonati.

Uno generale, che valeva per tutti: terminati cioè i giorni richiesti per la purificazione della madre si doveva offrire un sacrificio per il figlio o la figlia, secondo la prescrizione del Levitico [ Lv 12,6ss ].

E questo sacrificio era offerto sia in espiazione del peccato, nel quale la prole era stata concepita ed era nata, sia per una certa consacrazione del bambino, che per la prima volta veniva portato al tempio.

E così qualcosa era offerto in olocausto, e qualcosa in espiazione del peccato

Il secondo precetto invece era solo per i primogeniti, « sia degli uomini che dei giumenti ».

Il Signore infatti si era riservato tutti i primogeniti di Israele, poiché nella liberazione di Israele « aveva colpito tutti i primogeniti dell'Egitto, sia degli uomini che del bestiame », lasciando salvi soltanto i primogeniti degli Israeliti [ Es 13,12.13.29 ].

E questa legge viene data nell'Esodo [ Es 12,2.12ss ], prefigurando Cristo, che è « il primogenito tra molti fratelli », come dice S. Paolo [ Rm 8,29 ].

Essendo dunque Cristo nato da una donna, primogenito e volontariamente soggetto alla legge, S. Luca fa notare che per lui furono osservati questi due precetti.

Primo, quello riguardante i primogeniti [ Lc 2,22ss ]: « Lo portarono a Gerusalemme per offrirlo al Signore; come sta scritto nella legge del Signore: "Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore" ».

Secondo, quello che riguardava tutti [ Lc 2,24 ]: « e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi ».

Analisi delle obiezioni:

1. Secondo S. Gregorio Nisseno [ De occursu Dom. ], « nell'incarnazione di Dio quel precetto della legge fu osservato in maniera singolare e ben diversa dagli altri casi.

Egli soltanto infatti, concepito in modo ineffabile e nato in maniera incomprensibile, aprì il seno verginale senza che questo fosse prima stato violato dal connubio, e conservando inviolato il segno della castità anche dopo il parto ».

Quindi le parole: aprendo il seno significano che prima di allora non era entrato né uscito nulla.

E anche la parola maschio ha qui un significato speciale: « poiché in Cristo non ci fu nulla dell'effeminatezza della colpa » [ ib. ].

Ed era sacro in una maniera particolare, « non avendo sentito il contagio della corruzione terrena per la novità del parto immacolato » [ Ambr., In Lc 2, su 2,23 ].

2. Come il Figlio di Dio « non si fece uomo né si fece circoncidere a suo vantaggio, ma per deificare noi con la grazia e per renderci spiritualmente circoncisi, così viene presentato al Signore per noi affinché impariamo a offrirci a Dio » [ Atanas., Fragm. in Lc, su 2,23 ].

E la presentazione avvenne dopo la sua circoncisione per indicare « che nessuno è degno dello sguardo di Dio se non è circonciso dai suoi vizi » [ Beda, In Lc 1, su 2,23 ].

3. Egli volle che per lui, che era la vera vittima, fossero offerte delle vittime legali proprio per unire la figura alla verità, e approvare con la verità la figura.

E ciò contro coloro i quali negano che Cristo nel Vangelo abbia predicato il Dio della legge.

Infatti, come nota Origene [ In Lc hom. 14 ], « non è pensabile che un Dio buono abbia sottomesso il proprio Figlio a una legge del nemico, non data da lui stesso ».

4. Il Levitico [ Lv 12,6.8 ] prescrive che quanti possono offrano per il figlio o la figlia un agnello e insieme una tortora o una colomba, ma chi non può offrire un agnello, offra due tortore oppure due colombi.

Per questo il Signore il quale, come dice S. Paolo [ 2 Cor 8,9 ], « da ricco che era si è fatto povero per noi, perché noi diventassimo ricchi per mezzo della sua povertà », « volle che per lui fosse fatta l'offerta dei poveri » [ Beda, In Lc 1 ]; come anche quando nacque « fu avvolto in panni e adagiato in una mangiatoia » [ Lc 2,7 ].

Tuttavia anche questi uccelli furono scelti bene per il loro simbolismo.

La tortora infatti come uccello loquace indica la predicazione e la confessione della fede; essendo casta simboleggia la castità; come animale solitario sta a indicare la contemplazione.

La colomba invece è un animale mansueto e semplice, che simboleggia la mansuetudine e la semplicità.

È poi anche un animale da stormo: per cui è simbolo della vita attiva.

Perciò queste offerte indicavano la perfezione di Cristo e delle sue membra.

- « Ambedue gli animali » poi « per il loro gemito abituale indicano il pianto dei santi nella vita presente: la tortora, che è solitaria, indica le lacrime della preghiera; la colomba invece, che vive in gruppo, indica le preghiere pubbliche della Chiesa » [ Beda, In Fest Purif. hom. 15 ].

- E dell'una e dell'altra vennero offerti due esemplari perché la santità non sia soltanto nell'anima, ma anche nel corpo.

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