Summa Teologica - III |
In 3 Sent., d. 14, q. 1, a. 3, sol. 6, ad 3; In 4 Sent., d. 1, q. 2, a. 2, sol. 3; In Matth., c. 5
Pare che Cristo non sia vissuto secondo la legge.
1. La legge vietava in giorno di sabato qualunque opera, avendo « Dio cessato nel settimo giorno da ogni suo lavoro » [ Gen 2,2 ].
Ma Cristo di sabato guarì un uomo, e gli comandò di portar via il suo lettuccio [ Gv 5,5ss ].
Quindi egli non si uniformava alla legge.
2. Cristo metteva in pratica ciò che insegnava, poiché sta scritto [ At 1,1 ]: « Gesù cominciò a fare e a insegnare ».
Ora, egli insegnò [ Mt 15,11 ] che « quanto entra nella bocca non rende impuro l'uomo »: il che è contrario a un precetto della legge, secondo il quale, come dice il Levitico [ Lv 11 ], l'uomo veniva contaminato mangiando o toccando certi animali.
Non pare quindi che Cristo sia vissuto secondo la legge.
3. Identico è il giudizio per chi compie una data azione e per chi la approva, secondo l'espressione di S. Paolo [ Rm 1,32 ]: « Non solo chi fa tali cose, ma anche chi le approva ».
Ora, Cristo approvò, scusandoli, i discepoli che trasgredivano la legge sgranando le spighe in giorno di sabato [ Mt 12,1ss ].
Non Pare perciò che Cristo sia vissuto secondo la legge.
Nel Vangelo [ Mt 5,17 ] si legge: « Non crediate che io sia venuto ad abolire la legge o i profeti ».
E il Crisostomo [ In Mt hom. 16 ] spiega: « Osservò la legge, primo, non trasgredendo alcun precetto; secondo, giustificando mediante la fede ciò che la lettera della legge non poteva fare ».
Cristo si conformò in tutto ai precetti della legge, e lo dimostra il fatto stesso della sua circoncisione.
Infatti la circoncisione equivaleva a una protesta di volere osservare la legge, secondo le parole di S. Paolo [ Gal 5,3 ]: « Dichiaro a chiunque si fa circoncidere che egli è obbligato a osservare tutta la legge ».
Ora, Cristo volle vivere secondo la legge: primo, per approvare la legge antica.
- Secondo, per completarla e terminarla osservandola, mostrando che essa era ordinata a lui.
- Terzo, per togliere ai Giudei l'occasione di infamarlo.
- Quarto, per liberare gli uomini dalla schiavitù della legge, secondo le parole di S. Paolo [ Gal 4,4s ]: « Dio mandò il suo Figlio, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge ».
1. Il Signore qui giustifica se stesso dall'accusa di trasgredire la legge in tre modi.
Primo, poiché il precetto del riposo festivo proibisce non le opere divine, ma quelle umane.
Benché infatti Dio il settimo giorno abbia smesso di creare nuove cose, continua tuttavia sempre la sua opera di conservazione e di governo dell'universo.
Ora, i miracoli di Cristo erano opere di Dio.
Da cui le sue parole [ Gv 5,17 ]: « Il Padre opera sempre, e anch'io opero ».
Secondo, poiché quel precetto non proibisce le opere indispensabili alla salute fisica.
Per cui dice [ Lc 13,15 ]: « Non scioglie forse, di sabato, ciascuno di voi il bue o l'asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? ».
E ancora [ Lc 14,5 ]: « Chi di voi, se un asino o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà subito fuori in giorno di sabato? ».
Ora, è evidente che i miracoli operati da Cristo in giorno di sabato miravano a guarire i corpi e le anime.
Terzo, poiché quel precetto non vietava le opere relative al culto divino.
Per cui il Signore [ Mt 12,5 ] ebbe a dire: « Non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio infrangono il sabato e tuttavia sono senza colpa? ».
E faceva notare [ Gv 7,23 ] che « si riceveva la circoncisione anche in giorno di sabato ».
Ora, il comando dato da Cristo al paralitico di portar via il lettuccio rientrava nel culto divino, cioè nella lode della potenza di Dio.
È chiaro dunque che egli non violava il sabato, benché ciò gli fosse rimproverato falsamente dai Giudei che dicevano [ Gv 9,16 ]: « Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato ».
2. Con quelle parole Cristo volle precisare che l'uomo non viene contaminato nell'anima per la natura di quei dati cibi, ma soltanto per il significato particolare che certi animali avevano.
Ora, dalla legge alcuni animali erano dichiarati immondi per un loro significato simbolico.
Da cui le parole di S. Agostino [ Contra Faustum 6,7 ]: « Considerati in sé, sia il porco che l'agnello sono mondi, poiché ogni creatura di Dio è buona; ma a motivo di ciò che significano l'agnello è considerato mondo, il porco invece immondo ».
3. Quando i discepoli presi dalla fame colsero le spighe in giorno di sabato non violarono la legge, poiché erano scusati dallo stimolo della fame: come non la trasgredì neppure Davide quando, sospinto dalla fame, mangiò il pane che a lui non era lecito mangiare.
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