Summa Teologica - III

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Articolo 4 - Se fosse conveniente che Cristo venisse ucciso dai gentili

Pare che non fosse conveniente che Cristo venisse ucciso dai gentili.

Infatti:

1. Dovendo la passione di Cristo liberare gli uomini dal peccato, pare conveniente che soltanto pochissimi si fossero macchiati di peccato nella sua morte.

Ora, in essa peccarono i Giudei, a cui vanno attribuite le parole [ Mt 21,38 ]: « Costui è l'erede: venite, uccidiamolo ».

Era quindi opportuno che nel peccato suddetto non fossero implicati i gentili.

2. La realtà deve corrispondere alla figura.

Ora, i sacrifici figurali dell'antica legge erano offerti non dai gentili, ma dai Giudei.

Quindi neppure la passione di Cristo, che era il vero sacrificio, doveva essere compiuta per mano dei gentili.

3. Nel Vangelo [ Gv 5,18 ] si legge: « I Giudei cercavano di ucciderlo perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio ».

Ora, ciò era soltanto contro la legge dei Giudei; da cui la loro protesta [ Gv 19,7 ]: « Secondo questa legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio ».

Perciò era giusto che Cristo fosse ucciso non dai gentili, ma dai Giudei; ed è falso quanto costoro dissero [ Gv 18,31 ]: « A noi non è consentito mettere a morte nessuno », poiché nella legge molti peccati sono puniti con la morte, come appare dal Levitico [ Lv 20 ].

In contrario:

Nel Vangelo [ Mt 20,19 ] si legge: « Lo consegneranno ai gentili perché sia schernito, flagellato e crocifisso ».

Dimostrazione:

Nelle circostanze stesse della passione di Cristo erano prefigurati i suoi effetti.

La passione infatti dapprima ebbe un effetto salutare sui Giudei, molti dei quali dopo la morte di Cristo furono battezzati, come dicono gli Atti [ At 2,41; At 4,4 ].

In un secondo tempo poi, con la predicazione da parte dei Giudei, l'effetto della passione di Cristo si estese ai gentili.

Quindi era conveniente che Cristo cominciasse a patire per mano dei Giudei, e in seguito, consegnato da essi, portasse a compimento la passione per mano dei gentili.

Analisi delle obiezioni:

1. Per mostrare tutta la grandezza della sua carità, per la quale soffriva, Cristo volle sulla croce chiedere perdono per i suoi persecutori [ Lc 23,24 ]; e perché il frutto di tale preghiera giungesse sia ai Giudei che ai gentili, volle soffrire per mano degli uni e degli altri.

2. La passione di Cristo fu un sacrificio in quanto Cristo volle subire volontariamente la morte mosso dalla carità.

Ma in quanto la subiva dai persecutori non era un sacrificio, bensì un peccato gravissimo.

3. Come spiega S. Agostino [ In Ioh. ev. tract. 114 ], i Giudei, dicendo: « A noi non è permesso uccidere nessuno », volevano intendere che ciò « non era loro permesso per la santità della festa che avevano già iniziato a celebrare ».

Oppure, come scrive il Crisostomo [ In Ioh. 83 ], dissero così perché volevano ucciderlo non come trasgressore della legge, ma come nemico pubblico, avendo egli preteso di farsi re: del che essi non potevano giudicare.

O perché essi non potevano crocifiggerlo, come desideravano, ma solo lapidarlo, come fecero con S. Stefano [ At 7,57s ].

Oppure si può dire meglio che il potere di uccidere era stato loro sottratto dai Romani, di cui erano divenuti sudditi.

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