Summa Teologica - III

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Articolo 4 - Se per il battesimo si richieda l'acqua semplice

In 4 Sent., d. 3, q. 1, a. 3, sol. 2, 3

Pare che per il battesimo non si richieda l'acqua semplice.

Infatti:

1. L'acqua che è a nostra disposizione non è pura: e ciò appare specialmente nell'acqua del mare, con la quale è mescolata molta terra, come dimostra Aristotele [ Meteor. 2,3 ].

Tuttavia con tale acqua si può battezzare.

Quindi per il battesimo non occorre l'acqua semplice e pura.

2. Nella celebrazione solenne del battesimo all'acqua si mescola il crisma.

Ma ciò basta a far sì che l'acqua non sia più né semplice né pura.

Quindi non si richiede nel battesimo l'acqua pura, o semplice.

3. L'acqua che scaturì dal costato di Cristo pendente dalla croce era un simbolo del battesimo, come si è detto [ a. 3, ad 3 ].

Ma quella non era acqua pura, poiché in un corpo misto, qual era il corpo di Cristo, gli elementi non si trovano allo stato puro.

Quindi non si richiede l'acqua pura, o semplice, per il battesimo.

4. La liscivia, o ranno, non è acqua pura, poiché ha proprietà contrarie a quelle dell'acqua, cioè scalda e dissecca.

Tuttavia con il ranno pare che si possa battezzare, non meno che con le acque termali, che filtrano attraverso vene sulfuree come il ranno filtra attraverso la cenere.

Quindi per battezzare non occorre l'acqua semplice.

5. L'acqua di rose si ha per distillazione dalle rose, come anche certe acque chimiche vengono ottenute per sublimazione da alcuni corpi.

Ma con queste acque pare che si possa battezzare, non meno che con le acque piovane, che vengono generate per condensazione dei vapori.

Non essendo quindi queste acque pure e semplici, non si richiede per il battesimo l'acqua pura e semplice.

In contrario:

La materia propria del battesimo è l'acqua, come si è detto [ a. 3 ].

Ma l'acqua non è specificamente tale se non quando è acqua semplice.

Quindi l'acqua pura e semplice è la materia necessaria del battesimo.

Dimostrazione:

L'acqua può perdere la sua purezza e semplicità in due modi: primo, per mescolanza con altri corpi; secondo, per alterazione.

Ora, entrambe queste eventualità possono verificarsi in due maniere: per opera dell'uomo e per opera della natura.

L'opera dell'uomo può tuttavia meno della natura, poiché questa dà la forma sostanziale, che l'arte invece non può dare: tutte le forme artificiali infatti sono accidentali, a meno che forse non si applichi l'agente proprio alla materia corrispondente, come il fuoco al combustibile.

E per questa via alcuni riescono a produrre per putrefazione certi animali.

Perciò nessuna trasmutazione prodotta nell'acqua artificialmente, sia per commistione che per alterazione, può cambiarne la specie.

Quindi si può sempre con essa amministrare il battesimo: a meno che l'acqua non venga mescolata a un'altra materia in quantità così esigua che il composto sia più il resto che acqua: come il fango è più terra che acqua, e il vino annacquato è più vino che acqua.

La trasmutazione di ordine naturale invece a volte cambia la specie dell'acqua, e ciò avviene quando l'acqua diventa per natura elemento sostanziale di un composto: come l'acqua cambiata nel succo dell'uva è vino, per cui non ha più la specie dell'acqua.

A volte però la trasformazione naturale dell'acqua avviene senza che sia sacrificata la specie: e ciò sia per alterazione, come quando l'acqua è riscaldata dal sole, sia per mescolanza, come quando l'acqua di un fiume è intorbidata dalla fanghiglia.

Così dunque dobbiamo dire che con qualsiasi acqua, comunque alterata, purché rimanga salva la specie, si può battezzare.

Se invece la specie dell'acqua sparisce, non si può battezzare.

Analisi delle obiezioni:

1. L'alterazione che avviene nell'acqua del mare e nelle altre acque che sono a nostra disposizione non è così grande da mutarne la specie.

Quindi con simili acque si può conferire il battesimo.

2. La mescolanza del crisma non altera la specie dell'acqua.

Come non la altera la bollitura della carne, o di altre sostanze; a meno che i corpi lessati nell'acqua non si sciolgano in tanta abbondanza che il liquido ne contenga più di quanto non contenga di acqua, il che risulta dalla sua densità.

Se però da questo liquido denso è possibile ricavare dell'acqua fluida, con essa si può amministrare il battesimo: come anche con l'acqua ricavata dal fango, sebbene con il fango non si possa battezzare.

3. L'acqua che uscì dal costato di Cristo pendente sulla croce non era flegma, come alcuni hanno sostenuto.

Con tale umore infatti non si potrebbe battezzare, come non lo si può con il sangue di un animale, con il vino o con il succo di qualsiasi pianta.

Essa era invece acqua pura, scaturita per miracolo dal corpo già morto assieme al sangue, per dimostrare, contro l'errore dei Manichei, la realtà del corpo del Signore: essendo infatti l'acqua uno dei quattro elementi, essa dimostrava che il corpo di Cristo era veramente composto dei quattro elementi; mentre il sangue dimostrava che era composto dei quattro umori.

4. Il battesimo può essere amministrato col ranno e con le acque solfuree poiché tali acque non diventano artificialmente o naturalmente parte di corpi composti, ma subiscono soltanto una certa alterazione in quanto attraversano altri corpi.

5. L'acqua di rose è un liquore di rose distillato.

Quindi con essa non si può dare il battesimo.

E per la stessa ragione non lo si può neppure con le acque chimiche, o col vino.

Né vi è possibilità di confronto con le acque piovane, che vengono prodotte per la maggior parte dalla condensazione dei vapori sollevatisi dalle acque, e nelle quali si trova pochissimo dei liquidi dei corpi misti.

Del resto questi liquidi, grazie a tale processo naturale che è più forte di ogni manipolazione artificiale, si risolvono in vera acqua, cosa che l'opera dell'uomo non potrebbe ottenere.

L'acqua piovana quindi non conserva alcuna proprietà dei corpi misti; il che non si può affermare dell'acqua di rose o delle acque chimiche.

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