Supplemento alla III parte |
Pare che negli innocenti non ci possa essere la penitenza.
1. La penitenza consiste nel « piangere i peccati commessi ».
Ma gli innocenti non hanno commesso alcun peccato.
Quindi in essi non c'è la penitenza.
2. La penitenza nel suo nome stesso implica la pena.
Ma gli innocenti non meritano la pena.
Quindi in essi non c'è la penitenza.
3. La penitenza coincide con la giustizia vendicativa.
Ora, se tutti fossero innocenti la giustizia vendicativa non ci sarebbe.
Quindi neppure la penitenza.
Questa perciò non si riscontra negli innocenti.
1. Le virtù vengono infuse tutte insieme.
Ma la penitenza è una virtù.
Siccome quindi nel battesimo vengono infuse agli innocenti le altre virtù, ne segue che viene loro infusa anche la penitenza.
2. Si dice guaribile anche chi non è mai stato malato corporalmente.
Quindi può essere così denominato anche chi non è mai stato malato spiritualmente.
Ora, come la guarigione effettiva dalla piaga del peccato non viene compiuta che con un atto di penitenza, così anche la guaribilità esige l'abito di tale virtù.
Perciò chi non ha mai subito la malattia del peccato possiede l'abito della penitenza.
L'abito sta in mezzo tra la potenza e l'atto.
E poiché con l'eliminazione di ciò che precede si elimina ciò che segue, ma non viceversa, ne viene che se eliminiamo la potenza togliamo anche l'abito, mentre ciò non avviene se si elimina l'atto.
Siccome dunque la mancanza della materia rispettiva elimina solo l'atto, poiché l'atto non può prodursi senza la materia a cui va applicato, ne viene che l'abito di una virtù può competere a uno a cui manca la materia, potendo questa sopraggiungere e così provocarne l'atto.
Come un povero può avere l'abito della magnificenza, ma non l'atto, essendo privo delle grandi ricchezze che formano la materia della magnificenza; può tuttavia avere l'abito.
Siccome dunque chi è nello stato di innocenza non ha nell'anima i peccati commessi, che sono appunto la materia della penitenza, ma ha la possibilità di averli, va escluso negli innocenti l'atto della penitenza, ma non il suo abito.
Ciò però a patto che essi abbiano la grazia, con la quale vengono infuse tutte le virtù.
1. Sebbene non li abbiano commessi, possono però commetterli.
Agli innocenti quindi non può mancare l'abito della penitenza.
Tuttavia tale abito non può mai passare all'atto, se non forse rispetto ai peccati veniali: infatti i mortali lo distruggerebbero.
E anche così esso non è inutile, essendo la perfezione di una facoltà naturale.
2. Sebbene gli innocenti non meritino attualmente la pena, tuttavia è possibile in essi l'esistenza di qualcosa che meriterebbe loro la pena.
3. Se nell'ipotesi rimanesse la possibilità di peccare, dovrebbe rimanere sotto forma di abito anche la giustizia vendicativa; non però il suo atto, non esistendo peccati in atto.
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