Supplemento alla III parte |
Pare che l'estrema unzione non sia un sacramento.
1. L'olio viene usato sia per gli infermi che per i catecumeni.
Ma l'unzione con l'olio sui catecumeni non è un sacramento.
Quindi neppure l'estrema unzione che si fa sui malati.
2. I sacramenti della legge antica erano segni di quelli della legge nuova.
Ma nell'antica legge non si ha alcuna figura dell'estrema unzione.
Perciò questa non è un sacramento della nuova legge.
3. Secondo Dionigi [ De eccl. hier. 5,1,3 ] ogni sacramento serve o a « purificare », o a « illuminare », o a « perfezionare ».
Ora, l'estrema unzione non serve né a purificare né a illuminare, poiché ciò compete solo al battesimo, né a perfezionare, poiché secondo lo stesso Dionigi [ ib. ] ciò è proprio della cresima e dell'Eucaristia.
Quindi l'estrema unzione non è un sacramento.
1. I sacramenti della Chiesa sono dei rimedi adatti per ogni stato dell'uomo.
Ma per i moribondi non c'è altro rimedio che l'estrema unzione.
Questa è dunque un sacramento.
2. I sacramenti sono come delle medicine spirituali.
Ma l'estrema unzione è una medicina spirituale, poiché secondo S. Giacomo [ Gc 5,14s ] serve a rimettere i peccati.
Quindi è un sacramento.
Tra le azioni visibili della Chiesa alcune sono sacramenti, come il battesimo, altre sacramentali, come l'esorcismo.
E tra di esse esiste questa differenza: il sacramento è quell'azione della Chiesa che raggiunge l'effetto principale inteso nell'amministrazione dei sacramenti; il sacramentale invece è quell'azione la quale, benché non raggiunga l'effetto principale, tuttavia è in qualche modo ordinata ad esso.
Ora, l'effetto voluto nell'amministrazione dei sacramenti è la guarigione dalle infermità del peccato, come scrive Isaia [ Is 27,9 ]: « Tutto il frutto sarà questo, che il peccato sia tolto ».
Siccome dunque l'estrema unzione, stando alle parole di S. Giacomo, raggiunge tale scopo, e non è subordinata a un altro sacramento, ne segue che l'estrema unzione è un sacramento e non un sacramentale.
1. L'unzione con l'olio che viene fatta sul catecumeno non conferisce la remissione dei peccati, che è prodotta dal battesimo, ma soltanto dispone in qualche modo a quest'ultimo.
Essa quindi non è un sacramento, come lo è invece l'estrema unzione.
2. Questo sacramento dispone immediatamente alla gloria, venendo dato agli agonizzanti.
Poiché dunque il periodo della legge antica non era ancora il tempo per entrare nella gloria, dato che « la legge non ha portato nulla alla perfezione » [ Eb 7,19 ], l'estrema unzione non poté essere prefigurata da un sacramento correlativo come da un'immagine del medesimo genere.
Sebbene in qualche modo sia stata vagamente prefigurata da tutte le guarigioni di cui si parla nell'antica legge.
3. Dionigi non nomina l'estrema unzione, come neppure la penitenza né il matrimonio, poiché egli intende parlare dei sacramenti solo in quanto essi ci fanno conoscere l'ordinata disposizione della gerarchia ecclesiastica per ciò che riguarda i ministri, le loro azioni e i fedeli.
Tuttavia, poiché con l'estrema unzione si ottiene la grazia e la remissione dei peccati, non c'è dubbio che essa abbia una forza illuminatrice e purificatrice, come il battesimo, benché non in maniera così perfetta.
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