Supplemento alla III parte |
Pare che basti una vita meritoria per raggiungere un ordine nella gerarchia.
1. Scrive il Crisostomo [ Op. imp. in Mt hom. 43 ]: « Non ogni sacerdote è santo, ma ogni santo è sacerdote ».
Ora, con la vita meritoria si diventa santi.
Quindi anche sacerdoti.
E a maggior ragione lo si diventa avendo già altri ordini.
2. Nell'ordine di natura una cosa viene posta in un grado superiore per il fatto stesso che si avvicina a Dio e partecipa maggiormente della sua bontà, come insegna Dionigi [ De eccl. hier. 4,3,5 ].
Ma con la santità e con la scienza uno si avvicina di più a Dio e partecipa maggiormente della sua bontà.
Quindi basta questo fatto a collocarlo in un grado dell'ordine.
La santità che si possiede può anche essere perduta.
L'ordine invece non può mai essere perduto.
Perciò l'ordine non consiste nella santità.
La causa deve essere proporzionata al suo effetto.
Come quindi in Cristo, da cui deriva la grazia a tutti gli uomini, deve esserci la pienezza della grazia, così nei ministri della Chiesa, che hanno il compito di distribuire non la grazia, ma i sacramenti di essa, non si costituisce un grado gerarchico per il fatto che essi hanno la grazia, ma perché ricevono un particolare sacramento della grazia.
1. Il Crisostomo dà al termine sacerdote il significato etimologico di sacra dans [ distributore di cose sante ]: e in questo senso tutti i giusti, in quanto aiutano gli altri con i propri meriti, possono essere detti sacerdoti.
Ma egli non dà alla parola il suo significato proprio.
Poiché il termine sacerdote sta a indicare « colui che dà le cose sante nell'amministrazione dei sacramenti ».
2. In natura un essere è superiore agli altri in quanto può agire su di essi in forza della propria forma: quindi per il fatto che ha una forma più nobile è costituito in un grado superiore.
I ministri della Chiesa invece non sono proposti agli altri perché diano ad essi qualcosa in forza della propria santità, poiché ciò appartiene a Dio soltanto, ma come ministri e quasi come strumenti dell'influsso vitale che dal capo fluisce nelle membra.
Perciò l'analogia suddetta non vale per la dignità dell'ordine; sebbene vi sia una certa convenienza.
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