Supplemento alla III parte

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Articolo 2 - Se i bambini e quanti sono privi dell'uso di ragione possano ricevere gli ordini

Pare che i bambini e quanti sono privi dell'uso di ragione non possano ricevere gli ordini.

Infatti:

1. Nelle Sentenze [ 4,25,7 ] è detto che i sacri Canoni hanno stabilito l'età precisa per ricevere gli ordini.

Ma ciò non sarebbe se i bambini potessero ricevere il sacramento dell'ordine.

2. L'ordine è un sacramento superiore al matrimonio.

Ma i bambini e quanti sono privi dell'uso di ragione non possono contrarre matrimonio.

Quindi neppure possono ricevere gli ordini.

3. Secondo il Filosofo [ De somno et vig. 1 ] « la potenza appartiene a chi ne possiede l'atto ».

Ma l'atto o esercizio dell'ordine esige l'uso di ragione.

Quindi lo esige anche la ricezione del suo potere.

In contrario:

1. Chi è stato promosso agli ordini prima dell'età della discrezione talora ottiene la facoltà di esercitarli, senza essere riordinato, come risulta dai Canoni [ Decretales 5,29,1 ].

Ma ciò non verrebbe concesso se l'ordinazione non fosse stata valida.

Quindi un bambino è in grado di ricevere gli ordini.

2. I bambini possono ricevere gli altri sacramenti che imprimono il carattere, cioè il battesimo e la cresima.

Quindi possono ricevere anche l'ordine.

Dimostrazione:

L'infanzia e gli altri difetti che tolgono l'uso della ragione impediscono l'esercizio degli atti.

Perciò tutti i sacramenti che richiedono un atto da parte di chi li riceve, come la penitenza, il matrimonio e simili, non possono essere conferiti ai bambini.

Invece le facoltà infuse, essendo come quelle naturali anteriori agli atti, a differenza di quelle acquisite, eliminati gli atti non vengono a cessare.

E così tutti i sacramenti in cui gli atti di chi li riceve non sono richiesti dalla natura del sacramento, e che trasmettono un potere o facoltà spirituale, possono essere ricevuti dai bambini e da quanti sono privi dell'uso di ragione.

Tuttavia, per il rispetto dovuto al sacramento, per gli ordini minori si richiede l'età della discrezione; ma ciò non è imposto né dalla legge, né dalla validità stessa del sacramento.

Per questo alcuni, quando la necessità lo richiede ed esiste la speranza di uno sviluppo in tal senso, possono essere promossi lecitamente agli ordini minori prima dell'età della discrezione, e ricevere così l'ordinazione: poiché sebbene per il momento non siano idonei a compierne le funzioni, possono tuttavia divenirlo in seguito esercitandosi in esse.

- Invece per gli ordini maggiori è richiesto l'uso di ragione: sia per il rispetto dovuto al sacramento, sia per la legge, sia per l'annesso voto di castità, sia perché essi implicano l'amministrazione dei sacramenti.

- Quanto poi all'episcopato, in cui si riceve il potere sul corpo mistico, si richiede un atto [ di accettazione ] da parte di chi assume la cura pastorale.

Perciò la natura stessa della consacrazione episcopale esige nel candidato l'uso di ragione.

Alcuni invece affermano che in tutti gli ordini è richiesto, per la validità stessa del sacramento, l'uso di ragione.

Ma la loro affermazione non è confermata né dalla ragione, né dall'autorità.

Analisi delle obiezioni:

1. Come si è ora spiegato [ nel corpo ], non tutto ciò che è imposto dalla legge è necessario per la validità del sacramento.

2. Il matrimonio viene causato dal consenso, il quale non può esserci senza l'uso di ragione.

Invece per ricevere l'ordine non si richiede un atto da parte del candidato, come risulta evidente dalle cerimonie della consacrazione.

Perciò il paragone non regge.

3. La potenza appartiene a chi ne possiede l'atto, tuttavia talora la potenza precede l'atto, come è evidente nel caso del libero arbitrio.

E così pure accade nel nostro caso.

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