Supplemento alla III parte |
Pare che la morte non sia per tutti il punto di partenza della risurrezione.
1. Alcuni non moriranno, ma saranno « sopravvestiti » di immortalità [ 2 Cor 5,4 ].
Nel Simbolo inoltre si afferma che Cristo « verrà a giudicare i vivi e i morti ».
Ora, queste parole non possono riferirsi al tempo del giudizio: poiché allora tutti saranno vivi.
Perciò la suddetta distinzione si riferisce al tempo che lo precede.
Quindi prima del giudizio non tutti moriranno.
2. Un desiderio comune e naturale non può essere frustrato in tutti.
Ma l'Apostolo [ 2 Cor 5,4 ] dice che per comune desiderio « noi non vogliamo essere spogliati, ma sopravvestiti ».
Vi saranno dunque alcuni che la morte non spoglierà mai del loro corpo, ma saranno sopravvestiti con la gloria della risurrezione.
3. S. Agostino [ Enchir. 115 ] afferma che le ultime quattro petizioni del Padre Nostro riguardano la vita presente.
Ora, una di esse dice: « Rimetti a noi i nostri debiti ».
Quindi la Chiesa chiede che in questa vita le vengano condonati tutti i debiti.
Ma la preghiera della Chiesa non può andare a vuoto e non essere esaudita, poiché Gesù ha detto [ Gv 16,23 ]: « Qualunque cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la concederà ».
La Chiesa dunque in qualche momento della sua vita avrà la remissione di ogni debito, non escluso quello dovuto al peccato originale.
Verrà dunque un tempo in cui agli uomini sarà concesso da Dio di non nascere più nella Chiesa con questo peccato.
Ma la morte è la pena del peccato originale.
Quindi verso la fine del mondo accadrà che alcuni uomini non moriranno.
Si torna così alla conclusione precedente.
4. Il sapiente deve scegliere sempre la via più breve e più semplice.
Ma è molto più semplice per coloro che vivranno alla fine dei tempi raggiungere direttamente l'impassibilità della risurrezione, senza prima morire e poi risorgere immortali.
Perciò Dio, che è infinitamente sapiente, sceglierà questa strada.
1. S. Paolo [ 1 Cor 15,36 ] afferma: « Ciò che tu semini, non prende vita se prima non muore ».
E le sue parole, sotto l'immagine del seme, si riferiscono alla risurrezione dei corpi.
Quindi i corpi risorgeranno dalla morte.
2. Inoltre l'Apostolo [ 1 Cor 15,22 ] ha scritto: « Come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo ».
Ma in Cristo tutti riacquisteranno la vita.
Perciò in Adamo tutti moriranno.
E così per tutti la risurrezione avverrà a partire dalla morte.
Su questo problema i Santi Padri hanno espresso pareri contrastanti, come risulta dal testo delle Sentenze [ 4,43,6 ].
Ma l'opinione più comune e più solida è che tutti moriranno e tutti risorgeranno dalla morte.
E le ragioni che suffragano questa opinione sono tre.
Primo, poiché ciò è più consono alla giustizia divina, la quale ha condannato il genere umano per il peccato di Adamo [ Rm 5,12ss ], per cui tutti coloro che discendono da lui e contraggono il peccato originale devono pagare il debito del peccato, che è la morte.
Secondo, poiché tale opinione concorda meglio con la Sacra Scrittura, la quale predice che la risurrezione sarà universale [ Gv 5,28; 1 Cor 15,51 ].
Ora, come dice il Damasceno [ De fide orth. 4,27 ], non può risorgere se non « ciò che è caduto e si è dissolto ».
Terzo, poiché l'opinione suddetta concorda meglio con l'ordine naturale, dove osserviamo che ciò che è guasto e viziato non si rinnova se non mediante la sua distruzione: l'aceto ad es. non diventa vino se prima non si corrompe, tornando così a essere l'umore della vite.
Per cui la natura umana, dopo aver contratto la necessità di morire, non farà ritorno all'immortalità se non mediante la morte.
E ciò concorda con l'ordine della natura anche per un altro motivo.
Infatti, come dice Aristotele [ Phys. 8,1 ], il moto dei cieli è « come una certa vita per tutto ciò che esiste in natura », come anche il movimento del cuore è una certa vita per tutto il corpo.
Per cui, come se viene a cessare il battito del cuore tutte le membra muoiono, così se viene a mancare il moto dei cieli non potrà rimanere vivo alcun essere che da quel moto dipende.
Ma tale è appunto per noi la vita presente.
Quindi quelli che saranno in vita alla cessazione del moto dei cieli dovranno cessare di vivere.
1. La distinzione tra vivi e morti non riguarda il tempo del giudizio, né tutto il tempo passato, poiché tutti coloro che saranno giudicati un tempo furono vivi e un tempo morti, ma riguarda quel tempo determinato che precederà immediatamente il giudizio, quando cioè se ne cominceranno a vedere i segni premonitori.
2. Il desiderio assoluto dei santi non può essere vano, ma può esserlo un desiderio condizionato, come quello per cui « non vorremmo essere spogliati, ma sopravvestiti », se fosse possibile.
E questo desiderio da qualcuno è detto velleità.
3. È un errore credere che, ad eccezione di Cristo, qualcuno possa essere concepito senza il peccato originale.
Poiché in tal caso costui non avrebbe bisogno della redenzione operata da Cristo.
E così questi non sarebbe il Redentore di tutti.
E neppure si può affermare che essi non ebbero bisogno di redenzione in quanto la grazia dell'immunità dal peccato originale sarebbe stata data ai genitori per risanare in essi il vizio della natura - con il quale non avrebbero potuto generare senza il peccato originale -, o alla stessa natura, che sarebbe stata risanata.
Bisogna infatti affermare assolutamente che non solo in ragione della natura, ma anche personalmente ciascuno ha bisogno della redenzione di Cristo.
Ora, soltanto chi ha contratto un debito, oppure è caduto nel male, può essere « liberato dal male », o « assolto dal debito ».
Perciò non tutti potrebbero sperimentare in se stessi il frutto del Padre nostro se non nascessero tutti gravati dal debito e soggetti al male.
Quindi la « remissione dei debiti » e la « liberazione dal male » non sarebbero comprensibili nel caso in cui uno nascesse senza debito o immune dal male, ma presuppongono che uno nasca col debito e ne sia liberato dalla grazia di Cristo.
E anche nell'ipotesi, non si sa quanto scevra di errore, che alcuni possano non morire, non è detto che debbano nascere senza il peccato originale.
Poiché Dio può condonare per misericordia la pena dovuta a una colpa passata, come fece con la donna adultera [ Gv 8,11 ].
Così dunque potrebbe affrancare dalla morte quelli che, nascendo col peccato originale, hanno contratto l'ineluttabile necessità di morire.
Non vale perciò l'illazione: « Non moriranno, quindi erano nati senza il peccato originale ».
4. La via più breve e più semplice non va preferita sempre, ma solo quando essa è maggiormente, o per lo meno ugualmente, adatta per giungere allo scopo.
Ora, tale procedimento non andava adottato nel nostro caso, come si è spiegato [ nel corpo ].
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