Supplemento alla III parte

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Articolo 6 - Se la sottigliezza renda impalpabili i corpi gloriosi

Pare che la sottigliezza renda impalpabili i corpi gloriosi.

Infatti:

1. S. Gregorio [ In Evang. hom. 26 ] afferma: « Ciò che è palpabile è necessariamente corruttibile ».

Ma i corpi gloriosi sono incorruttibili.

Quindi essi saranno impalpabili.

2. Ogni essere palpabile oppone resistenza a chi lo palpa.

Ma l'essere che può occupare l'identico luogo di un altro non oppone resistenza.

Avendo quindi il corpo glorioso la capacità di coincidere localmente con un altro corpo, non potrà essere palpabile.

3. Tutti i corpi palpabili sono anche tangibili.

Ora, tutti i corpi tangibili hanno delle qualità tangibili che superano le qualità di ciò che li tocca.

Ma nei corpi gloriosi le qualità tangibili non saranno in eccesso, bensì ridotte al massimo equilibrio: quindi questi corpi non saranno palpabili.

In contrario:

1. Il Signore risuscitò con un corpo glorioso, e tuttavia esso era palpabile, come dice il Vangelo [ Lc 24,39 ]: « Palpate e guardate, poiché uno spirito non ha carne e ossa come vedete che io ho ».

Perciò anche i corpi gloriosi saranno palpabili.

2. Questa, come riferisce S. Gregorio Magno [ Mor. 14,56 ], fu l'eresia di Eutichio, vescovo di Costantinopoli, il quale affermava che « il nostro corpo nella gloria della risurrezione sarà impalpabile ».

Dimostrazione:

Ogni corpo palpabile è tangibile, ma non viceversa.

Infatti è tangibile qualsiasi corpo che abbia le qualità fatte per impressionare il senso del tatto: cosicché l'aria, il fuoco e altre realtà consimili sono corpi tangibili.

Ma per essere palpabile si richiede inoltre che un corpo opponga resistenza a chi lo tocca: e così l'aria, che non oppone resistenza a chi la attraversa, ma è facilissima a dividersi, è tangibile ma non palpabile.

È evidente quindi che un corpo deve la sua palpabilità a due cose: alle qualità tangibili e al fatto di opporre resistenza, così da non poter essere attraversato.

E poiché le qualità tangibili sono il caldo, il freddo e altre cose del genere, che si riscontrano solo nei corpi gravi o leggeri, i quali per la contrarietà reciproca sono corruttibili, ne viene che i corpi celesti che per natura sono incorruttibili sono certamente tangibili alla vista, ma non tangibili, e di conseguenza non palpabili.

Da cui l'affermazione di S. Gregorio [ l. cit. nell'ob. 1 ], secondo la quale « tutto ciò che è palpabile è necessariamente corruttibile ».

Perciò i corpi gloriosi hanno dalla loro natura le qualità capaci di impressionare il tatto: siccome però questi corpi sono totalmente soggetti allo spirito, è lasciato all'arbitrio dei santi risuscitati impressionare il tatto o non impressionarlo.

Parimenti essi in base alla loro natura hanno la facoltà di resistere all'attraversamento di qualsiasi altro corpo in modo da non farsene compenetrare localmente: tuttavia, per miracolo, a loro arbitrio, ciò è possibile con la potenza di Dio.

Quindi secondo la sua natura un corpo glorioso è palpabile, ma per virtù soprannaturale gli è data la facoltà di rendersi impalpabile ai corpi non gloriosi.

Per cui S. Gregorio [ ib. ] afferma che « il Signore presentò ai discepoli come palpabile la carne che aveva introdotto a porte chiuse, per dimostrare che dopo la risurrezione il suo corpo era uguale nella natura, ma diverso nella gloria ».

Analisi delle obiezioni:

1. L'incorruttibilità del corpo glorioso non dipenderà dalla natura dei suoi componenti, secondo la quale « tutto ciò che è palpabile è necessariamente corruttibile », come si è spiegato [ nel corpo ].

Perciò la conclusione non segue.

2. Sebbene sia possibile in qualche modo che un corpo glorioso occupi l'identico luogo di un altro corpo, tuttavia il corpo glorioso ha pure la facoltà di resistere a piacimento a chiunque lo tocchi.

E così può essere palpato.

3. Le qualità tangibili nei corpi gloriosi non avranno un equilibrio di equidistanza dagli eccessi opposti, ma avranno un equilibrio di proporzione, in quanto saranno adattissime alla complessione umana nelle singole parti.

Perciò tali corpi saranno piacevolissimi al tatto: poiché le facoltà godono sempre degli atti ad esse proporzionati e soffrono per quelli eccessivi [ De anima, 3,2 ].

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