Supplemento alla III parte

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Articolo 3 - Se gli angeli siano chiamati a giudicare

Pare che gli angeli siano chiamati a giudicare.

Infatti:

1. Nel Vangelo [ Mt 25,13 ] si legge: « Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli ».

Ora, qui si parla della sua venuta come giudice.

Quindi anche gli angeli sono chiamati a giudicare.

2. Gli ordini angelici prendono il nome dall'ufficio che esercitano.

Ma tra questi ordini c'è anche quello dei Troni, che sembra avere rapporto con il potere giudiziario: infatti il trono è il seggio del giudice, il soglio quello del re e la cattedra quello di chi insegna.

Perciò alcuni angeli saranno chiamati a giudicare.

3. Dopo la vita presente ai santi è promessa l'uguaglianza con gli angeli [ Mt 22,30 ].

Ora, se gli uomini avranno la facoltà di giudicare, a più forte ragione l'avranno anche gli angeli.

In contrario:

1. Sta scritto [ Gv 5,27 ]: « Gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell'uomo ».

Ma gli angeli non hanno in comune con Cristo la natura umana.

Quindi neppure la facoltà di giudicare.

2. Non appartiene all'identica persona giudicare ed essere ministro del giudice.

Ora, nel giudizio finale gli angeli saranno chiamati a essere i ministri, come dicono le parole evangeliche [ Mt 13,41 ]: « Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali ».

Quindi gli angeli non saranno chiamati a giudicare.

Dimostrazione:

Gli assessori devono essere in tutto conformi al giudice.

Ora, il giudizio viene demandato al Figlio poiché questi dovrà apparire a tutti, buoni e cattivi, secondo la natura umana; sebbene giudicare autoritativamente spetti a tutta la Trinità.

Quindi anche gli assessori del giudice devono avere la natura umana, nella quale possano essere visti da tutti, buoni e cattivi.

Perciò agli angeli non spetta il compito di giudicare.

- Sebbene in un certo senso si può dire che giudicano anche gli angeli, cioè mediante l'approvazione della sentenza.

Analisi delle obiezioni:

1. Come nota la Glossa [ ord. ] sul testo citato, gli angeli verranno con Cristo non come giudici, ma « come testimoni delle azioni umane, poiché gli uomini, nell'agire bene o male, sono sotto la loro custodia ».

2. Agli angeli viene dato il nome di Troni per il giudizio che Dio esercita di continuo governando con giustizia tutte le cose, del quale giudizio gli angeli sono in qualche modo esecutori e promulgatori.

Invece il giudizio che degli uomini farà Cristo esige che anche gli assessori siano uomini.

3. Agli uomini è promessa l'uguaglianza con gli angeli nel premio essenziale.

Nulla però impedisce che agli uomini venga concesso un premio accidentale non accordato agli angeli: il che è evidente per l'aureola delle vergini e dei martiri.

La stessa cosa può dunque dirsi anche della facoltà di giudicare.

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