Giovanni Baiano |
L'obbedienza è una virtù che inclina la volontà a sottomettersi ai superiori diretti quali rappresentanti di Dio.
Per piegare la volontà è necessario meditare sull'obbedienza di Gesù che ci diede un esempio così grande e luminoso, e poi ancora uscirne con un frutto pratico con un fermo proposito.
La virtù è una buona abitudine, ripeterli questi atti buoni e ridurli ad abitudine, non perderla mai di vista mantenersi sempre in contatto.
Il cibo di Gesù era appunto quello di fare la volontà di Dio - es. la Samaritana parlò del cibo dell'anima.
Fare di questi atti molto frequenti.
Fra virtù e voto d'obbedienza differiscono per il motivo, per la ragione e l'oggetto che porta a farla.
La virtù dell'obbedienza è basata dalla giustizia quale base.
Il motivo del voto è la virtù della religione che obbliga ad essere fedele.
Per oggetto la virtù dell'obbedienza è mossa dal dovere di sottomissione a tutti i superiori.
Per oggetto la virtù dell'obbedienza è mossa dal dovere di sottomettersi ai soli superiori dai quali si dipende.
La virtù si riferisce anche all'interno, il voto invece si riferisce a ciò che si ordina in virtù di Santa obbedienza.
La virtù si estende a tutto ciò che si ordina mentre per il voto soltanto a quel che ci viene ordinato in virtù di Santa obbedienza.
Per noi propriamente si riferisce anche a quello che ci viene ordinato nel nostro impiego anche se ci vengono dati ordini poco cortesi ma che noi dobbiamo tendere con stessa diligenza.
In tutte le cose dobbiamo avere un fine.
Il Signore ha sempre un fine in tutte le cose che ha creato.
Tutto ha un fine anche le Congregazioni debbono avere un fine.
Questa nostra Congregazione è una cosa nuova perché sinora ordinariamente ( le altre ) hanno per caratteristica la vita in comune.
La nostra invece si mostra in modo palese mentre per qualcuna è tenuta in un assoluto segreto nel condurre la loro vita in contatto.
La nostra non è impostata sulla segretezza la quale potrebbe divenire utile per certe occasioni a cui il Signore ha già predisposto.
Le stesse autorità Ecclesiastiche guardano ammirate la nostra Congregazione e ne seguono il nascente sviluppo.
Per noi c'è una chiamata di Dio che dà delle attrattive proprie e speciali.
Per primo scopo vi è la propria santificazione osservando la povertà evangelica, i voti privati e le costituzioni; e ciò è sufficiente per farci Santi.
- Attendere davvero con l'aiuto di Dio che non ci mancherà se ci applicheremo con fermezza alla nostra santificazione.
- Per chi abbraccia la Congregazione oltre ai comandamenti di Dio e della Chiesa viene ad assumere quale comando anche la povertà evangelica quindi i voti e le costituzioni.
- Ecco qui sta la salvezza.
- La prima parte è l'osservazione dei nostri doveri con la santificazione propria.
- Poi scaturisce spontaneo la riparazione delle offese proprie e altrui che si fanno a Dio.
- E poi ancora dall'amore a Dio sgorga l'amore al prossimo e quindi all'apostolato, e questo sarebbe il fine della nostra Congregazione.
- Ma per spronarci con energia in questo nostro lavoro ci vuole un'anima per così dire, uno spirito che animi, che dia guida e spinta, ossia al raggiungimento del nostro scopo.
- E per primo è lo spirito di fede: è la luce che illumina.
E poi per operare la santificazione propria la riparazione delle offese a G. ed a mirare alla salvezza del prossimo ci vuole lo spirito di Umiltà, perché la grazia Dio la dà all'umile e non al superbo - che dà fortezza.
- E poi lo spirito di zelo che completa tutto quanto viene ad esserci un legame: c'è la luce , c'è l'umiltà che ci dona la grazia e poi lo zelo.
- Noi dobbiamo vedere questo legame.
La grazia di Dio per attendere la santificazione nostra.
Sono questi un compendio di tutto il nostro regolamento.
C'è la fede di Gesù.
C'è l'umiltà di Gesù.
C'è l'apostolato di Gesù.
- La luce di Dio scende in noi e ci fa vedere noi stessi, quel che siamo il nostro nulla, quel che abbiamo è Dio, e poi ancora la luce ci fa vedere il valore delle anime ecco con questo il legame dello spirito di Fede di Umiltà e di Zelo.
- Ecco che la riparazione è compresa dall'umiltà, e lo spirito di Apostolato è compreso da quello di Fede.
- L'essenziale è qui penetrare profondamente nel fine e nello scopo del nostro regolamento.
Ci fa ricevere tutto da Dio e agire tutto per Iddio.
- Uniformarsi a Dio vedere tutto come vede Lui, ricevere tutto dalle Sue Mani, operare secondo la Sua Volontà.
Imitare il nostro Maestro: Gesù.
Nell'obbedienza rimane compreso:
I Tutte le prescrizioni della regola
II Tutti i desideri ed i cenni del superiore.
- Chi segue le prescrizioni della regola è sicuro di seguire la volontà di Dio.
- Secondo S.G.B. La Salle non c'è virtù che sia a voi così importante come l'obbedienza, la sola che può sostenervi senza la quale, ben avendo tutte le altre, non le avrete profondamente nel cuore.
- L'obbedienza è la sola che dà al religioso la vera formazione.
- L'obbedienza di Gesù fu così perfetta da essere immune da ogni replica, contrarietà e ragionamento.
Ricopiare sempre il Divin Modello: sottoponete il proprio pensiero e ragionamento agli ordini del superiore.
Ponete sempre innanzi la fede nell'obbedienza.
Vedendo nel superiore non l'uomo ma Dio stesso: la fede fine e principio dell'obbedienza.
Per noi che siamo soli a compiere i nostri doveri dobbiamo unirci di più con la fede nel seguire il nostro regolamento.
Nessun altro ci vede se non Dio solo.
- Condizioni dell'obbedienza: è virtù più necessaria alle anime religiose.
- L'obbedienza è quella virtù per la quale sottomette il proprio giudizio e volontà ad un altro uomo in quanto è rappresentante di Dio.
L'obbedienza deve essere universale ossia in tutti gli ordini che ci vengono dati anche se da inferiori.
Indifferente anche se da meno istruiti di noi pronta e non tardare.
Cieca senza esaminare se prudente o imprudente.
Ogni genere di esami, di ricerche se buone o meno buone semplicità, umile, cordiale, affettuosa.
La disubbidienza del religioso è quasi sempre legata al peccato.
Mosso dall'ambizione, dall'orgoglio, da pigrizia.
L'esporsi per obbedienza ad un qualche pericolo non deve impedirci dal compiere l'ordine avuto.
Fare qualche sforzo per imitare i nostri titolari.
Farli gradatamente con progressione per gradi.
Cominciare dal poco per giungere al molto.
Fare un controllo un esame giornaliero: imitare l'esempio di G.C. nella pazienza.
Imitarlo in quel punto in cui uno ha maggior bisogno.
Crescere tutti i giorni nel culto e nell'amore al SS Croc.: io sono con Lui, e Lui è con me.
Lui solo deve essere il nostro modello continuo in tutto e per tutto.
- Avere sempre innanzi e presente in noi Maria SS.ma: per mezzo di Lei salire al SS Croc. ritenendola come nostra prima Superiora e nello stesso tempo Madre.
- S. Giuseppe, che condusse una vita interiore nel lavoro anche lui come noi, imitiamolo, invochiamolo.
- Confidenza e invocazione d'aiuto ai S Angeli Custodi.
- S.Giov. B. La Salle, protettore dei catechisti, considerarlo come nostro padre spirituale per lo zelo catechistico e l'umiltà.
- S. Francesco d'Assisi, modello di povertà, umiliazione del SS. Croc.
- S. Filippo Neri, modello di zelo tra la gioventù.
- S. Luigi Gonzaga, modello di purezza illibata
- S. Giuseppe e i SS. Angeli Custodi per la massima obbedienza.
- I modelli per tutte le virtù da praticarsi
Tutti questi modelli ci sia di sprone, di guida onde giungere ad imitare e ricopiare il Divino Modello: il SS. Crocifisso.
In Lui dobbiamo porre il nostro fine, la nostra meta e le nostre compiacenze o difficoltà per le quali dovremo passare per giungervi sino a Lui.
Passeggiata - Moncalieri Castel - Domenica 26-5-1935
Vecchio ( presso i P. Sacramentini ) prepara al Ritiro Villa Nicolas - Mercoledi 29-5-1935
Accensione Ritiro Villa Nicolas - Giovedi 30-5-1935
Fr. Teod. impegnato altrove - Domenica 2- 6- 1935 pomeriggio vacanza
26-5-1935 Orario:
8.30 S. Messa cappella S. Pelagia ( solito )
10.15 Partenza dalla Gran Madre di Dio ( £ 2.50 A.R. )
10.45 - 11.30 Salita a Castel Vecchio - Visita - pranzo - ricreazione
14.30 Arrivo altro gruppo ciclisti
15.30 S. Benedizione
16.30 Ritorno visita chiese in Moncalieri
18 Partenza da Moncalieri
Difetti da fuggirsi onde non aver da mancare all'obbedienza:
- difetti dovuti alle finzioni, mancanza di sincerità.
- evitare i pretesti anche se costa l'obbedienza compierla con prontezza.
- le scuse e la lentezza nell'esecuzione ma generosi e slanciati nel bene.
- le mormorazioni sul superiore.
- le critiche su quanto fa il superiore.
- sopratutto il più importante che sta alla base di tutti: le opinioni sfavorevoli e le antipatie.
Il religioso deve schivare tutti questi difetti se non vuol venir meno all'obbedienza che è il perno dei nostri doveri, solo con questa saremo più vicini a G. C.
Evitare di praticare un'obbedienza esteriore o per amor proprio e quindi apparente e senza meriti.
Guardarsi dagli intrighi e dalle trame nell'acquistarsi altri dalla nostra parte a muoversi contro il superiore.
Guardarsi da ogni corrispondenza clandestina e continuata all'insaputa dei superiori.
Di essere al corrente e conoscere bene i gradi dell'obbedienza perfetta.
I - Obbedienza di esecuzione
II - Obbedienza di volontà
III - Obbedienza di giudizio che a loro volta ne comprendono diversi altri
Dei difetti da evitare nel compimento dell'obbedienza è lo schivare dei propri comodi e convenienze ed infine della corrispondenza privata da comunicarsi al superiore.
La vita ha diverse manifestazioni
vita sociale e civile
vita famigliare
vita esterna
vita interna
Quindi la vita catechistica deve comprendere e informare tutte le altre.
Il fine di questa vita catechistica è quello di ridurre tutta la nostra attività all'unità.
La congregazione è formata da una sola classe di membri, ed eccone il grande benefici che da tal unità di classe ne deriva: eguaglianza.
I - Odiernamente si tende all'informità dell'abito, ed ecco che la nostra congregazione segue l'andamento generale, ossia l'abito comune dei fedeli, ben inteso con cristiana modestia.
Sebbene "l'abito non fa il monaco" si ha da seguire la comunanza delle congregazioni laiche nascenti le quali hanno per l'appunto tutte quante gli stessi miraggi.
II - Si tiene in grande considerazione le apposite adunanze e le pratiche di pietà.
III - Il nostro apostolato lo dobbiamo offrire senza terreno compenso e non già secondo le nostre preferenze ma alle dipendenze del superiore.
IV - Attendere al nostro impiego rendendosi in questo perfetti, mirando sempre ed esclusivamente a seguire la volontà di Dio.
Tutto quanto il nostro operato lo dobbiamo coordinare al fine ultimo della vita eterna: Dio, la sua gloria, la sua volontà, seguendolo sempre attraverso i nostri doveri e le nostre azioni quotidiane.
La nostra congregazione non ci toglie dalla vita normale del mondo e quindi dalla vita sia civile che sociale e famigliare, ma bensì in questa esplicazione ci innalza in una vita religiosa facendoti meritare appunto attraverso al nostro genere di vita comune e non già in un qualche genere di vita separata oppure parallela ma unificata nell'intenzione, nello scopo e nel fine la santificazione nostra e poi del nostro prossimo.
Fare tutto quanto in Dio.
Soltanto così noi agiremo in quella santa indifferenza che ci porterà sempre più presso a Dio per il quale noi viviamo.
Con questo metodo di vita noi:
- vivremo più uniti a Dio quindi in Gesù Cristo e nella sua dottrina, in mezzo alla nostra congregazione, alla famiglia, nella società: vita spirituale.
- opereremo per Dio in unione con Gesù Cristo e faremo nostri i suoi santi ammaestramenti: carità fraterna - apostolato
- e saremo maggiormente disposti alla volontà di Dio obbedienti come Gesù Cristo stesso al Padre Suo, e cioè ai nostri superiori non solo ai loro ordini, ma alle loro intenzioni ed al fine per il quale ci hanno ordinato seguendo, interpretando e collaborando per la maggior buona riuscita.
Obbedienza d'esecuzione pronta
Obbedienza intera senza omettere cosa alcuna di quanto il superiore ha ordinato essendo riconosciuta per volontà di Dio.
Obbedienza universale in tutti gli ordini e non solo esterni ma anche interni, unire alla volontà del superiore la nostra volontà.
Stimare e non solo ma amare quanto ci viene ordinato dal superiore.
Sforzarsi di rendere amabile quanto ci è comandato non solo facendola esteriormente ma internamente.
Le doti
I - Cordiale ed affettuosa ossia dobbiamo ricevere con gaudio quanto ci è ordinato senza rammaricarci di quanto ci viene ordinato anche se ci fosse molesta.
II - Umile e rispettosa senza repliche con prontezza.
III - Cristiana e religiosa farla come virtù di religione, onde viene rispettato Dio nella persona del superiore.
- Obbedire ad un superiore per affetto a cui si significa rendere l'obbedienza un atto di amicizia e quindi un'obbedienza naturale, ma per tutte si fa con affetto e non per l'affetto si acquista maggior buona disponibilità per servire Dio.
Di questo affetto se ne serve per rendere più amabile e quindi un aiuto per compiere.
- Obbedire con ripugnanza a quanto ci viene comandato dal superiore se questo ci viene in seguito ambizione od all'amor proprio dipende dalla nostra mortificazione rendendoci svantaggiosa e quindi pericolosa l'obbedienza la quale viene a perdere il suo valore; e non ci può essere di impedimento quando si vive con risolutezza.
- Amare quanto il superiore ci ha comandato.
Terminando l'argomento sull'obbedienza tratteremo ora della vita interiore non meno opportuna in questo periodo di prossime vacanze.
Di mantenersi in buona e santa relazione tra voi.
Senza cagionare malumori ne discordie fra voi, che vi amiate in concordia, e vi manteniate umili dinanzi a Gesù.
Ecco: umiltà e carità che ci sono raccomandati da Gesù stesso.
Attenti a non cadere nella vana gloria né all'orgoglio, né tantomeno alla tiepidezza.
Umiltà e carità che noi accenniamo nella preghiera quotidiana: carità fraterna.
Le preghiere possono essere bellissime ma se non sono meditate perdono la loro bellezza ed il loro valore presso Dio.
Prima di tutto umiliarci: nei ritiri specialmente.
Esaminiamoci bene, onde conoscere bene noi stessi.
La carità non vi può essere se non con l'umiltà.
Fare per amore ciò che ci viene ordinato.
Il frutto dell'apostolato è nullo se non è confermato dall'umiltà.
Alcune note sul capitolo: "Vita del catechista".
Capo 5: sforzarsi di perfezionarsi ogni giorno dato che il nostro contatto non è quotidiano, non abbiamo modo di dimostrare fra noi la carità fraterna, ma però la possiamo manifestare con i nostri familiari con i quali noi dovremo sempre trattarli con …
Trattenersi dal giudicare drasticamente, ma usare carità nei pensieri, parole, opere.
Mantenersi calmi sereni anche nelle avversità e infermità.
Capo 6: Umiltà di cuore aprendoci con continuità e sincerità, non si riesce a conoscere bene Dio se non per mezzo della meditazione e del raccoglimento: sono questi i momenti di luce.
Conoscere la natura dei nostri peccati.
La stima e la lode che ci sono dati a noi vanno devoluti soltanto a Gesù e a lui unicamente.
Combattere la vanagloria e la superbia.
Controllare anche i semplici pensieri.
Capo 9: costanti nell'umiltà evitare gli alti e bassi.
La carità è regime di tutte le virtù.
"Il momento presente"
Nella nostra vita spirituale presa da alcuni per una vita faticosa, continua e si spaventano.
È questione di stratagemma: ossia prendere le cose come vengono, devo occuparmi soltanto del momento presente, santificare il momento presente, solo quello, e non pensare al domani è questo per la vita spirituale il momento che è passato non lo abbiamo più.
Il momento avvenire e non lo abbiamo ancora, quindi pensiamo a quello presente.
Santifichiamo il momento presente e cosa assai più facile, miriamo ad una sola cosa.
Per santificare l'azione presente bisogna accettare le cose come ce le dà il Signore ossia secondo la volontà di Dio.
Ben interpretata la vita spirituale diviene una cosa facile.
Il Signore non vuol mica l'impossibile, vuol che ci santifichiamo accettando la sua volontà nel momento presente.
Potremo forse essere presi dal dubbio, ma in questo basta essere decisi a svegliare la parte migliore.
Abbiamo bisogno della preghiera per vincere il demonio il mondo e le cattive inclinazioni.
La santificazione nel momento presente, l'intuito della buona scelta ci viene dato soltanto dalla preghiera.
Fare come le molle che appena libere si slanciano, così noi appena liberi dalle occupazioni slanciamoci a Gesù.
Superare il dubbio con la preghiera.
E noi giovani catechisti che ci troviamo tra il mondo dobbiamo pregare di più per superare le tentazioni.
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