Claudio Brusa

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La tempesta ideologica

Sebbene con qualche anno di ritardo, l'ondata della contestazione si infrangerà anche sull'Unione Catechisti, mettendo in crisi il suo approccio educativo, che verrà spietatamente confrontato con lo spirito d'innovazione dei movimenti cattolici "progressisti".

La spiritualità del Crocifisso, con la sua interpretazione mistica della sofferenza umana, basta da sola a creare grossi problemi d'aggiornamento.

Inoltre, il maggior tasso di tolleranza che si respira in questi ambienti, unita spesso ad una disponibilità di mezzi assai superiore, salta presto agli occhi di tanti ragazzi, che, pur frequentando la Sorgente, si sentono attratti più dal divertimento fine a se stesso che dalla crescita spirituale.

I gruppi misti parrocchiali ( maschi e femmine ) fanno venire meno il rigore di un tempo: alcuni ragazzi si sentono menomati di un'esperienza - la presenza femminile per l'appunto - che con un pizzico d'ipocrisia oggi si definirebbe "arricchente".

Come avverrà per la Casa di Carità in ordine all'insegnamento della Religione, anche la Sorgente viene scossa da qualche protesta e alcune defezioni.

Si propongono soluzioni alternative: un insegnante della Casa di Carità, suggerisce a Brusa di invitare alla Sorgente, almeno per una giornata, un gruppo misto di scout.

L'idea non viene accolta, ma ormai i tempi nuovi incombono.

Del resto tutta l'Unione è attraversata da un vento riformista che al rigore oppone, quasi per eccesso opposto, proprio quella rilassatezza di costumi che dai college americani dilagava ormai in tutta l'Europa occidentale.

Conseguentemente, alcune Regole dell'Unione, come "astenersi dal fissare volontariamente umana bellezza, anche se rivestita d'innocenza", vengono relegate nel museo della bigotteria, essendo giudicate come espressioni di un atteggiamento immaturo di chiusura e di difesa psicologica, assolutamente inconciliabile con la formazione della personalità.

Brusa non ha nulla da eccepire sull'affinamento dei mezzi educativi, ma ha l'impressione che il desiderio smodato di rinnovare tutto e tutti nasconda il rifiuto della Croce, della prova, della sequela di Cristo.

Questo appare abbastanza chiaramente a scuola, dove la contestazione assume toni più aggressivi.

"Lo scontro ideologico non appassionava Brusa che si è adeguato ai tempi senza però cambiare di una virgola la sua linea di fondo.

Il Crocifisso è sempre rimasto il suo punto di riferimento, indipendentemente dalle mode e dai gusti della gente.

Nel '77, quando insegnava Religione, un 'intera classe lo contestò apertamente: in quanto docente subì solo attacchi verbali, ma l'aggressione nei confronti dei "suoi" ragazzi ( Renda ed io ) fu anche fisica.

Hanno steso Marino su un tavolo prendendolo a pugni.

Dicevano: "siamo qua per lavorare, cosa c'entrano le Messe e le preghiere?".

Ce l'avevano con noi perché eravamo attivi sul versante dell'apostolato, andavamo alla Sorgente, eravamo considerati i "pupilli" del professore e comunque, in genere, persone poco accomodanti.

Se c'era qualcosa che non andava lo dicevamo apertamente e questo fatto, in quel periodo ( gli ultimi fuochi della contestazione ) non ci rendeva molto popolari.

In un'occasione abbiamo persino fatto sostituire un insegnante perché, invece di fare il suo lavoro, trascorreva ore a leggere "la Stampa ".

Oggi, peraltro, è diventato un ottimo docente, ma allora e 'era molto disorientamento.

Poi Brusa ha parlato con i ragazzi protagonisti della contestazione e li ho visti cambiati; da quel giorno ci hanno lasciato in pace.

Brusa non li ha umiliati o emarginati: ha puntato molto sul rapporto "ad personam ".

Purtroppo, di lì a poco, a causa di problemi di salute, ha dovuto abbandonare l'insegnamento. " ( Luca Pacella ).

Ripensando a questi eventi, si comprende come l'insegnamento della Religione fosse per Brusa un fatto tutt'altro che riposante.

Dare testimonianza di coerenza morale, allora, quando il cattolicesimo era spesso accusato di inculcare nei giovani i principi "borghesi" dell'autorità e dello sfruttamento, non era cosa da poco.

Nelle ore di lezione Brusa non si limitava a ripetere stancamente gli articoli del Catechismo, ma illuminava l'attualità con riflessioni di carattere religioso che potevano, più o meno direttamente, far comprendere la missione svolta dalla Casa di Carità nel mondo operaio.

I ragazzi più inclini alla protesta e più esposti ai miraggi dell'ideologia, infatti, tendevano ad ignorare i principi che animavano l'Unione Catechisti e che permettevano ai figli della periferia industriale di accedere ad un insegnamento triennale praticamente gratuito.

Questo privilegio rischiava di essere dato per scontato, quasi si trattasse di un fatto "dovuto"; anche per questo motivo Brusa pensò bene di realizzare un filmato dedicato alle origini e alle finalità della Casa di Carità.

Sul versante delle vocazioni, poi, di fronte ai ripensamenti che sempre più spesso interrompevano il noviziato dei suoi "pupilli" provava certamente un grande dispiacere, ma non si attardava in sterili polemiche, anzi, previdente come sempre, in certi casi interveniva di persona per consigliare la separazione dal gruppo.

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