Giovanni Fonti |
Ricoprì il ruolo di maestro dei Novizi e di delegato degli Aspiranti in via delle Resine dal settembre 1933 al febbraio 1935.
Successivamente, presso l'Istituto Arti e Mestieri di corso Trapani fu delegato degli Aspiranti dal marzo 1936 all'ottobre 1938 e in seguito presidente dell'Unione Catechisti - sezione giovanile Azione Cattolica "Maria Immacolata" - dall'ottobre 1938 al giugno 1945.
A Giovanni piaceva stare coi ragazzi.
Questi campeggi estivi a Valprato erano organizzati dall'Unione e duravano 15 giorni.
Dal 1933 al 1936. Nel 1937 fu organizzato un soggiorno al mare.
Dopo, a Ronco. Le occasioni certo non mancavano.
Molti di coloro che l'hanno conosciuto ricordano con nostalgia le gite in montagna ( Valprato Soana, Ronco Canavese ).
Era un buon camminatore.
Organizzava anche dei giri in bicicletta coi giovani.
Obialero traccia un vivace ritratto di queste gite: « Nei mesi estivi andavamo in bicicletta a Valprato ( si era intorno al 1949- '50 ) a raccogliere stelle alpine.
Trovavamo i Catechisti alla "Casa dei terrazzi". C'era anche Giovanni.
Si beveva tutti assieme una bibita e poi, guidati da Claudio Brusa, continuavamo la salita ».
Antonio Barello, insegnante alla Casa di Carità ricorda di aver imparato a giocare a scacchi durante un ritiro a Gressoney.
Giocò anche con Giovanni, ma era un impresa, poiché era davvero forte.
Anche Elso Massalin, un altro ex-allievo, ricorda quei ritiri.
Giovanni stava volentieri coi giovani e giocava molto con loro.
Massalin ricorda le partite a ping pong con lui.
Rammenta anche i giochi organizzati assieme a Claudio Brusa, come le "cacce al tesoro": queste consistevano nella ricerca di tabelle codificate che andavano trovate, raccolte e tradotte.
Si trattava sempre di brani edificanti con lo scopo di insegnare all'interno del momento di gioco.
I ragazzi dovevano portarsi dietro, durante la loro ricerca, il materiale già ricuperato: per questo, si erano impegnati nella preparazione di una tasca di plastica ( fornita da Giovanni che procurava i ritagli della dita di famiglia ) da portare a tracolla per il trasporto dei codici.
Caratteristico della sua figura fu l'apporto che diede alla sistemazione della Sorgente a Baldissero: nella Cappellina, per esempio, bisognava mettere delle panche.
Giovanni arrivò con un disegno ed i pezzi pronti da montare.
Racconta ancora Roggero: « Brusa, io e gli altri ragazzi facevamo vita comunitaria.
Giovanni ed i suoi frateili si univano a noi per la preghiera.
Se Giovanni poteva far qualcosa forniva tutto il necessario attraverso la ditta.
Ad esempio, séparé con le tende, racchette da ping pong, sostegni metallici per teloni utili per stare fuori casa nei giorni di pioggia ».
La ditta Fonti procurava anche la legna per i ritiri in montagna.
Giovanni e i suoi fratelli portavano su camion di legna ( sfridi, cioè ritagli ) e segatura.
Tutti e tre i fratelli dimostrarono sempre una grande disponibilità.
Ricorda ancora Pierbattisti, riguardo al trasporto dei giovani fino alla Sorgente: « Giovanni Fonti veniva tutte le volte che lo chiamavo.
Non si tirava mai indietro.
Io portavo i ragazzi fino a Costiglione Torinese col pullman e lui faceva la spola con la sua automobile, fra lì e Baldissero ».
Poi, per gli incontri dell'Unione, preparava il commento alle liturgie della domenica, cosa che fino a poco tempo fa ha continuato a fare suo fratello Francesco.
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