Gli Aggregati dell'Unione: Zelatori e Ascritti
Gli Zelatori sono coloro che intendono impegnarsi a praticare e diffondere l'Adorazione unendosi al movimento degli Adoratori di Gesù Crocifisso, e per ciò domandano di aggregarsi all'Unione per partecipare del suo bene spirituale, collaborare alla diffusione organica e organizzata della Adorazione, e a sostenere nei modi loro possibili le Opere dell'Unione, che, come la stessa Unione, sono tutte ispirate dall'Adorazione a Gesù Crocifisso.
Impegno morale, senza condizione di peccato.
Impegno filiale.
"Praticare" e "diffondere" l'Adorazione, non però come atti slegati tra loro e dal complesso della vita personale dello Zelatore, e dal movimento di coloro che, in quanto membri e aggregati dell'Unione, si sono parimenti impegnati a praticare e a diffondere l'Adorazione.
Infatti, si "pratica" davvero l'Adorazione allorché tale "pratica" costituisce un richiamo effettivo e un sostegno reale per una vita sempre più intensa mente cristiana.
La pratica dell'Adorazione deve tendere a ispirare ogni momento della vita, sino a trasformarla tutta come Adorazione vivente, come onninclusiva e progressiva proclamazione che Gesù, crocifisso e perciò glorioso, è l'"Amabilissimo" e "Signore", come continua adorazione di Lui nelle Sue sacratissime piaghe sanguinanti e gloriose, sorgenti della resurrezione e della vita e dell'universale rinnovamento, sempre "uniti a Maria SS. con tutti gli Angeli e i Beati del Cielo".
La diffusione dell'Adorazione esige di essere come lo sviluppo di una pratica sincera e profonda, frutto di un'adesione sostanziale di mente, di cuore e di spirito, adesione che la stessa diffusione deve a sua volta alimentare.
La pratica e la diffusione, davvero sincere e ferventi, dell'Adorazione non possono non stabilire una fraterna comunione con il movimento organizzato di tutti coloro che si propongono di praticare e diffondere l'Adorazione.
Così che, quand'è possibile, non può non conseguirne l'adesione all'Unione, che incarna e rappresenta il movimento degli Adoratori di Gesù Crocifisso.
Tale atto di adesione significa l'espressione della volontà di partecipare all'Unione in quanto comunità istituita e movimento organizzato degli Adoratori di Gesù Crocifisso.
Ciò comporta la partecipazione al bene spirituale dell'Unione, l'impegno di solidarietà cristiana e di fraterno aiuto reciproco con tutti i membri e aggregati dell'Unione e di sostegno alle opere dell'Unione.
Sempre a motivo dell'Adorazione e sempre in vista della pratica e del la diffusione dell'Adorazione.
La formazione degli Zelatori avverrà per riferimento alla pratica e alla diffusione dell'Adorazione, come approfondimento dei suoi fondamenti che sono la parola di Dio e la vita della Chiesa, e per la diffusione universale della conoscenza, dell'amore e del culto a Gesù Crocifisso e della di Lui esaltazione, contemplato e adorato nelle sue sacratissime Piaghe sanguinanti e gloriose, sorgenti della risurrezione e della vita, Piaghe che lo affermano "l'alfa e l'omega, il primo e l'ultimo, il principio e la fine" ( Ap 22,13 ).
È per l'impegno di praticare e diffondere l'Adorazione che gli Zelatori debbono essere guidati a considerare se stessi e il mondo, i bisogni e le esigenze dell'umanità, in ordine alle sacratissime Piaghe sanguinanti e gloriose del Cristo.
Bisogni ed esigenze non considerati soltanto in senso generale, ma nel concreto della loro realtà personale, familiare, parrocchiale e diocesana, bisogni ed esigenze riferite a determinati ambienti di vita, e corrispondenti alle singole persone incontrate e, anche, ricercate espressamente.
La penetrazione e l'irraggiamento si fanno affrontando ciò che è in noi stessi e la realtà che ci è immediatamente vicina.
La diffusione si rivolge in primo luogo al prossimo più prossimo.
Centrale è l'azione nell'ambiente familiare e parentale, verso i vicini, verso quelli con i quali si abita uscio a uscio, verso i compagni di studio e di lavoro, verso gli appartenenti alla stessa comunità parrocchiale e diocesana.
La diffusione è il frutto dello zelo, che è una singolare e importante forma della carità, della carità fraterna quale ce l'ha insegnata e comandata il Signore: "Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amato" ( Gv 15,12 ).
La diffusione mira al Cuore e alla mente, mira a mettere in movimento o ad assecondare ogni buon proposito, ogni risorsa costruttiva e benefica in corrispondenza del concreto modo d'essere di chi frequentiamo, di chi ci circonda, di chi incontriamo, di chi espressamente ricerchiamo.
L'autentica diffusione dell'Adorazione ci aiuta a cogliere secondo lo spirito del Salvatore Gesù Crocifisso il vero volto del prossimo, visto nell'Amore dal quale è stato amato e dal quale siamo amati.
Se "la carità di Cristo ci sospinge" ( 2 Cor 5,14 ) questo fatto non può non operare come la sorgente più preziosa per valutare condizioni e situazioni e perché si operi solleciti e devoti nei confronti del nostro prossimo.
I gruppi degli Zelatori, gruppi dei quali si parlerà in seguito, vivono dunque dell'amore per Cristo Crocifisso, come comunità spirituali risplendenti di carità fraterna.
Anche per gli Zelatori, poiché aggregati all'Unione, deve valere la volontà del Signore per "l'Ordine che verrà", "l'Ordine della SS. Adorazione".
"L'Ordine che sorgerà, sia coltivato prima di tutto colla pietà, colla reciproca assistenza e umiltà, coll'attività e modestia e grande carità fraterna, in unione con Gesù Crocifisso portare la croce con gaudio" ( Dal diario di Fra Leopoldo, 29 ago. 1908 ).
In forza dell'Adorazione, gli Zelatori si riuniscono in gruppi comunitari, intensamente cristiani, per aiutarsi a praticare l'insegnamento dell'Apostolo:
- riempitevi dello Spirito, recitando entro di voi salmi, inni e canti spirituali, cantando e salmodiando in cuor vostro al Signore, rendendo grazie sempre e per tutte le cose nel nome del Signore nostro Gesù Cristo a Dio Padre. - ( Ef 5,18-20 ).
- Rivestitevi, dunque, quali eletti di Dio, santi e prediletti, di tenera compassione, di carità, di umiltà, di mitezza, di pazienza, sopportandovi reciprocamente e perdonandovi, se qualcuno ha motivo di rimprovero verso un altro: come il Signore ha perdonato a voi, anche voi fa te altrettanto.
Soprattutto poi rivestitevi della carità, che è vincolo della perfezione.
E la pace di Cristo, alla quale siete chiamati nell'unità di un medesimo corpo, regni sovrana nei vostri cuori.
E, finalmente, siate riconoscenti.
La parola di Cristo risieda in voi in tutta la sua ricchezza, istruitevi in tutta saggezza ed esortatevi reciprocamente.
Mediante salmi, inni, cantici ispirati, cantate a Dio di tutto cuore, con riconoscenza.
E tutto quello Che dite o fate, sia nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di lui. ( Col 3,12-17 ).
- Se c'è, dunque, una consolazione in Cristo, un conforto nella carità, se c'è una comunione nello Spirito, se c'è tenerezza di compassione, portate al colmo la mia gioia, mantenendovi tutti d'accordo, alimentando lo stesso amore, unanimi, concordi nel sentire.
Niente fate per spirito di parte, niente per vanagloria; ognuno, al contrario, per umiltà, ritenga gli altri su periori a sé.
Non mirate al vostro interesse personale, ma piuttosto pensi ciascuno a quello degli altri.
Abbiate in voi lo stesso sentire che fu in Cristo Gesù: Lui che, avendo forma di Dio non riputò una preda l'essere uguale a Dio; esinanì, invece, se stesso, prendendo forma di schiavo, divenuto simile agli uomini.
E, apparso in aspetto di uomo, si umiliò ancor più, facendosi obbediente fino alla morte, alla morte in croce.
Per questo Iddio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome; per chi nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi in cielo, in terra e nell'inferno, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è Signore, a gloria di Dio Padre.
Pertanto, diletti miei, con la vostra abituale docilità, non solo come quando io sono presente, ma ora assai più che sono assente, lavorate con timore e trepidazione alla vostra salvezza.
È Dio, infatti, che suscita in voi e il volere e l'operare, per l'esecuzione del suo beneplacito.
Agite in tutto senza mormorazioni e recriminazioni, per essere irreprensibili e semplici, figli di Dio senza macchia in mezzo a una generazione perversa e sviata, in seno alla quale voi brillate come luminari nell'universo, conservando la parola di vita.
Avrò così un motivo di fierezza per il giorno di Cristo, ché non a vuoto avrò corso né invano faticato. ( Fil 2,1-16 )
Vi esorto pertanto, o fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire il vostro corpo come ostia vivente, santa, gradevole a Dio, in culto spirituale quale s'addice a voi.
E non vogliate conformarvi a questo mondo; trasformatevi e rinnovatevi invece nella mente per saper discernere qual è la volontà di Dio: quello che è buono, che piace a Lui ed è perfetto.
In virtù della grazia che mi fu elargita, io dico a ciascuno di voi di non valutarsi più di quanto sia giusto, ma di stimarsi con savia modestia, nella misura del grado di fede che Dio gli ha concesso.
Poiché come abbiamo in un solo corpo molte membra e tutte le membra non adempiono la stessa funzione, così noi, benché molti, formiamo un solo corpo in Cristo e siamo, ciascuno per la sua parte, membri gli uni degli altri.
Poiché dunque possediamo carismi differenti secondo la grazia che ci è stata data,
chi ha il dono della profezia se ne serva in proporzione della sua fede;
chi ha quello del servizio si dedichi a servire;
chi ha quello di insegnare si consacri all'insegnamento;
chi ha quello di esortare esorti;
chi distribuisce dia senza calcoli;
chi possiede usi zelo;
chi esercita la misericordia lo faccia nella letizia.
La vostra carità sia senza infingimenti; respingete con orrore il male, tenetevi attaccati al bene.
Amatevi a vicenda d'amore fraterno, ritenete gli altri più degni d'onore, non abbiate uno zelo pigro, siate ferventi di spirito, servite il Signore.
Gioite nella speranza; siate pazienti nelle prove, perseveranti nella preghiera.
Prendete parte alle necessità deì santi; siate bramosi di praticare l'ospitalità.
Benedite chi vi perseguita: benedite, invece di maledire.
Rallegratevi con chi è nella gioia e piangete con chi è nel pianto.
Abbiate vicendevolmente sentimenti concordi.
Non sognate grandezze, ma amate le cose umili.
Non tenetevi per sapienti ai vostri propri occhi.
Non rendete a nessuno male per male: datevi cura di compiere opere buone davanti a tutti gli uomini.
Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini.
Non fatevi giustizia da voi stessi, ma lasciate fare all'ira divina, poiché sta scritto: "A me la vendetta!
Io darò la giusta paga - dice il Signore.
Anzi, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, così facendo, tu accumulerai sul suo capo carboni ardenti."
Non lasciarti vincere dal male, ma trionfa sul male col bene. ( Rm 12,1-21 ).
Sapete bene che non a prezzo di beni corruttibili, con oro o argento, foste riscattati dalla vana forma di vita ereditata dai padri, ma a prezzo del sangue prezioso dell'agnello illibato e immacolato, Cristo.
Egli fu sì predestinato prima della fondazione del mondo, ma venne manifestato in questi ultimi tempi per voi, voi che, per mezzo suo, credete in un Dio che lo risuscitò da morte e lo glorificò, cosicché la vostra fede è anche speranza in Dio.
Una volta purificate le vostre anime nell'obbedienza alla verità in vista di un fraterno amore senza finzione, amatevi gli uni gli altri con cuore puro, intensamente, essendo figli procreati non da un seme corruttibile, ma da uno incorruttibile, per mezzo della parola vivente e stabile di Dio.
Infatti ogni carne è come erba e ogni sua gloria come fiore d'erba; seccò l'erba e il fiore cadde, ma la parola del Signore rimane in eterno.
Questa è appunto la parola che fu evangelizzata in mezzo a voi. ( 1 Pt 1,18-25 ).
Rigettate dunque ogni genere di cattiveria, di inganno, di ipocrisia, di invidia e maldicenza.
Simili a bambini appena nati, siate avidi di un latte spirituale e puro per crescere, per esso, fino alla salvezza, se davvero avete gustato quant'è soave il Signore!
Avvicinandovi a Lui, pietra vivente rigettata dagli uomini, ma scelta e pregiata da Dio, anche voi, simili a pietre viventi, siate edificati come edificio spirituale per un sacerdozio santo, allo scopo di offrire vittime spirituali, bene accette a Dio per mezzo di Gesù Cristo.
Perciò si ha nella Scrittura: "Ecco, io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, pregiata; e chi pone su essa la sua fede non resterà deluso.
A voi dunque l'onore, a voi che credete.
Ma per quelli che non hanno fede la pietra che i costruttori hanno scartato, questa è diventata pietra d'angolo, e pietra d'inciampo e roccia di scandalo; essi vi inciampano non dando retta alla parola, per la quale pure erano sta ti destinati.
Voi invece siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, popolo di acquisto, per annunciare le virtù di colui che dalle tenebre vi chiamò alla meravigliosa sua luce; voi che un tempo eravate non-popolo, ora invece siete il popolo di Dio; voi, i già esclusi dalla misericordia, siete ora invece figli: di misericordia. ( 1 Pt 2,1-10 ).
Può avvenire mediante contatti personali o mediante manifestazioni collettive ( "Giornate del Crocifisso", conferenze, incontri, esercizi e ritiri spirituali appositamente organizzati ecc. ).
È importante che risulti chiaramente che il principio e il fine di tutto è il rinnovamento e lo sviluppo universale della conoscenza, dell'amore, del culto a Gesù Crocifisso contemplato e adorato, "unii a Maria SS. e con tutti gli Angeli e i Beati del cielo", come l'"Amabilissimo" e il "Signore", nelle Sue sacratissime Piaghe sanguinanti gloriose e trionfanti, nelle quali e per le quali è data a noi tutta la pienezza di Lui e del Suo mistero d'amore e di vita.
È parimenti importante sottolineare la forza attraente e liberante che promana dalle sacratissime Piaghe del Signore, per rapporto alla Chiesa e al mondo, per rapporto alle concrete situazioni e condizioni di vita.
I nuovi Zelatori possono essere ricercati ovunque.
Occorre tuttavia tener presente che l'avvenire dell'Adorazione è legato principalmente alle nuove generazioni.
Fin dalla prima età scolare si può diventare Zelatore o Zelatrice e con grande profitto personale e di efficacia diffusiva.
L'impegno di praticare e di diffondere l'Adorazione costituisce, se accettato, il principio di un modo nuovo di porsi dinanzi alla fede; di porsi di fronte a se stessi e agli altri, a cominciare dai più vicini; di fronte alla vita che si apre promettente o che, invece, si prospetta come dall'avvenire in certo e minaccioso.
Il richiamo alla persona dell'Uomo-Dio, crocifisso e perciò glorioso; il richiamo alla Sua Umanità piagata e offerta per la morte della morte e del peccato, il richiamo a Colui che ha vinto il mondo venendo, per le Sue Piaghe, con acqua e sangue - è lo Spirito che ne rende testimonianza: - Chi è mai il vincitore del mondo se non colui il quale crede che Gesù è il Figlio di Dio?
Questi è colui che venne con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l'acqua soltanto, ma con l'acqua e col sangue.
È pure lo Spirito che ne rende testimonianza, poiché lo Spirito è la verità.
Poiché tre sono i testimoni: lo Spirito, l'acqua e il sangue, e i tre sono in unità. ( 1 Gv 5,5-7 ).
- per purificare e rinnovare ogni cosa, immettendo nel nostro spirito il principio della verità e dell'amore e della vita, e nel nostro corpo il germe di risurrezione: sono particolarmente promettenti ed efficaci per lo sbocciare o il fiorire delle giovani vite.
Tutto ciò può e deve costituire il massimo alimento per la stagione dell'entusiasmo e della ricerca speranzosa circa l'autenticità e l'avvenire della vita.
Non c'è problema di sviluppo umano che non possa ricevere dal Cristo, crocifisso ed eucaristico, l'ispirazione e il soccorso per la sua soluzione e fecondità.
Anche per la formazione degli Zelatori è necessario che si approfondisca, adattandolo alle diverse esigenze di età, di condizione e di situazione, il già citato "detto" per "l'Ordine che sorgerà" ( Dal diario di Fra Leopoldo, 29 agosto 1908 ).
Per la pietà, occorre considerare che essa comprende sì la preghiera e in modo tematico la preghiera dell'Adorazione, ma comprende altresì la virtù del la pietà, lo spirito di pietà che deve improntare i rapporti con Dio, con Gesù Crocifisso in primo luogo, e poi anche i rapporti con gli uomini e le comunità umane.
La reciproca assistenza viene subito dopo, e deve essere coltivata con molta cura e verità.
Un'assistenza che non si limiti a surrogare a ciò che manca o a sostituire quando qualcuno non è capace, ma che stimola a crescere responsabilmente.
Reciproca assistenza, non basata sul "do ut des", ma sull'esempio e come imitazione del Cristo che ci ha amato "sino alla fine":
- … sapendo che era venuta per lui l'ora di passare da questo mondo al Padre, Gesù, che aveva amato quelli che nel mondo erano suoi, li amò sino alla fine. ( Gv 13,1 )
Che è venuto perché avessimo "la vita e l'avessimo in abbondanza" : … io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza". ( Gv 10,10 ), e portassimo "molto frutto" : "Ciò che glorifica il Padre mio è che voi portiate molto frutto, e così vi dimostriate miei di scepoli." ( Gv 15,8 ).
Umiltà e modestia sono la radice e il comportamento di ogni autentica virtù, di ogni vita ben orientata e ordinata, davvero "aperta" alle essenziali relazioni che portano all'unità, nel rispetto dei diritti altrui, e alla pace, culmine dello sviluppo integrale e solidale.
Senza umiltà e modestia, regnano la superbia e la sregolatezza, e con queste esplodono tutte le prevaricazioni e le oppressioni, si fomentano tutte le inimicizie e le divisioni.
L'attività è un altro dei requisiti essenziali per la formazione degli Zelatori.
Sarebbe un grave errore considerare la solerte operosità in vista della diffusione dello spirito e della lettera dell'Adorazione, come una mera appendice o come una meccanica conseguenza di una formazione.
L'attività deve essere considerata parte costitutiva e integrante della formazione, senza con ciò cadere nel non meno grave e pericoloro "attivismo".
L'attività come dono, l'attività come fedeltà al Signore che ha dato tutto se stesso per la salvezza degli uomini, l'attività come sacrificio di se stessi perché gli altri abbiano la vita, la vita che è il Signore Crocifisso e perciò glorioso.
E in tutto e in ogni cosa, "grande carità fraterna".
Soltanto nella carità che ci viene dal Signore Crocifisso, si trova ogni salutare annuncio, ogni risolutivo aiuto, si scopre come tangibile il volto e la presenza operante di Dio.
Il reclutamento, come la formazione, degli Zelatori deve operarsi secondo i suddetti orientamenti.
L'elemento più convincente sia sempre la carità di Cristo, che ci ha amato sino à dare per noi tutto se stesso, carità resa come tangibile dall'amore fraterno fra gli Zelatori: "Non prego per questi soltanto, ma anche per coloro che crederanno in me per mezzo della loro parola, affinché tutti siano una cosa sola come tu, Padre, sei in me ed io in te, affinché anch'essi siano una cosa sola in noi, così il mondo creda che tu mi hai mandato.
E io ho dato loro la gloria che tu mi hai dato, affinché essi siano una cosa sola come noi siamo uno: io in loro e tu in me, affinché siano perfetti nell'unità, e il mondo riconosca che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me" ( Gv 17,20-23 ).
L'organizzazione degli Zelatori deve, in linea di principio, assecondare e anche esprimere il loro impegno e la loro formazione.
L'organizzazione è da considerarsi e da realizzarsi come un fatto essenziale e una componente integrante della vita.
Dev'essere anche essa frutto della preghiera e della carità, una espressione della "organicità" e "sistematicità" viva e vitale del nostro essere membra del Corpo di Cristo e nuclei comunitari operanti della Chiesa, per la Chiesa e con la Chiesa; Chiesa spirituale e visibile, comunitaria e gerarchica, tutta in funzione del Cristo e del servizio all'umanità.
L'organizzazione cristiana comporta sempre, compresenti e interagenti, una funzione ascetica e una mistica.
Vale a dire, tutto deve operare per l'abnegazione di se stessi, la purificazione, la liberazione personale e di gruppo.
"Chi vuole seguirmi rinneghi se stesso e prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
Poiché chi vuol salvare la sua vita la perderà, ma chi perderà la sua vita per causa mia la salverà" ( Lc 9,23-24 ).
Vale a dire tutto deve operare in vista della comunione con Dio e in Dio, per mezzo della comunione con Gesù Crocifisso e perciò risorto, e la partecipazione a Lui, come prolungamento e compimento di Lui in noi.
Sul piano dei fatti si suggeriscono alcuni criteri, in attesa di sperimentazione.
Sarà infatti l'esperienza a suggerire soluzioni più normative.
Gli Zelatori siano organizzati in gruppi comunitari.
Gli Zelatori vanno raggruppati per esigenze di età e di sesso.
Non è bene fondarsi di primo acchito sulla promiscuità.
La promiscuità di per se stessa è una mera "mescolanza" basata sull'attrattiva conseguente la differenza dei sessi.
Attrattiva di mentalità, di sensibilità, non necessariamente cattiva anzi conveniente alla natura nella sua radice, però insidiata da inclinazioni disordinate molto potenti.
Anche questa attrattiva è da redimere, vale a dire da purificare ed elevare per Cristo Signore.
Se invece si punta su di essa, indiscriminatamente, questa prenderà fatalmente il posto dell'attrattiva di Gesù Crocifisso e tutto verrà asservito ad essa e stravolto per l'inclinazione al disordine conseguenza del peccato.
Le riunioni promiscue non possono essere un punto di partenza, ma semmai un punto di arrivo di un processo formativo che dia sufficienti garanzie, affinché gli incontri promiscui possano svolgersi come continuazione e sviluppo di una formazione cristiana, di una partecipazione al Cristo Crocifisso, sempre più approfordita.
Tempi e modi di questo sviluppo formativo sono lasciati alla prudenza e alla rettitudine dei responsabili e degli stessi Zelatori.
I gruppi debbono avere dimensioni compatibili, nelle circostanze di situazioni e di ambiente, con la più intensa pratica e diffusione dell'Adorazione.
La frequenza delle riunioni deve essere stabilita per sostenere la più vasta ed efficace diffusione dell'Adorazione.
Così i metodi e l'azione coordinata di diffusione.
È indispensabile che tutti i componenti dei gruppi comunitari di Zelatori si informino vicendevolmente sulle rispettive azioni ed esperienze di diffusione e si aiutino in questo senso, reciprocamente.
Per ogni gruppo, oltre all'azione personale, deve essere prevista e attuata una diffusione organizzata dell'Adorazione, secondo obiettivi prefissati concordemente e perseguiti comunitariamente.
Per questi scopi si tengano particolarmente presenti i sacerdoti, le persone consacrate, i giovani, i lavoratori, i malati e sofferenti, le famiglie, i fidanzati, i lontani.
L'azione verso i sacerdoti e le persone consacrate è assai importante, perché si tratta di persone chiamate a ministeri di ampia portata apostolica.
Sono coloro che s'impegnano a praticare ogni giorno l'Adorazione aderendo all'Unione come "Ascritti".
Per la pratica dell'Adorazione vale quanto già affermato.
In merito alla diffusione, occorre chiarire che l'Ascritto anche se non s'impegna a diffondere l'Adorazione, questo non può escludere di farla conoscere qualora gli fosse possibile.
Ciò è evidente.
Egli non s'impegna a diffonderla soltanto perché ciò non gli è praticamente possibile, vale a dire non gli è possibile svolgere un'opera di diffusione con carattere continuativo.
Senza contare che, anche nell'aderire all'Adorazione e, per essa, all'Unione, c'è da considerare una certa gradualità di sviluppi.
L'importante è che chi aderisce, faccia tutto quello che gli è possibile, anche se questo può consistere nel solo impegno di praticare ogni giorno l'Adorazione.
Sempre impegno senza vincolo di peccato.
Sempre impegno filiale.
La formazione degli Ascritti agisce soprattutto con mezzi scritti: opuscoli, lettere circolari, rubriche sul Bollettino ecc.
Se è possibile è bene che i contatti diretti siano mantenuti dagli Zelatori che li hanno reclutati.
Per il reclutamento degli Ascritti valgono le iniziative indicate per gli Zelatori.
Certo è che riveste una particolare importanza il contatto personale stabilito dagli Zelatori e dai Catechisti.