Conferenza ai suoi confratelli |
Fu detto che quando si parla dell'Unione molti Fratelli approvano, ammirano … e poi … non fanno nulla.
Quale sarà la causa di questo modo di procedere?
Forse alcuni contrasti con i Catechisti Congregati?
Ovvero il disturbo dei ragazzi dell'Unione? Non può essere questa la causa.
Tali cose vengono e vanno: sono facilmente superabili.
Saranno forse le incompatibilità tra il Regolamento dell'Unione e quello dell'Azione Cattolica?
Neppure questa: infatti i Catechisti Associati e Congregati della Sede Principale dell'Unione sono aggregati all'Azione Cattolica dal 1917.
In questi vent'anni nei quali hanno osservato il proprio Regolamento e nello steso tempo hanno svolto le attività dell'Azione Cattolica non incontrarono mai nessuna incompatibilità tra i due Regolamenti.
Una sola divergenza vi fu, quella che esiste ancora oggi in tutte le Associazioni di Azione Cattolica e che la porta a conservare i migliori Soci mentre la Federazione vorrebbe farli passare al Consiglio Diocesano.
L'Unione però seppe vincere tale tendenza col dare al Consiglio Federale, in un momento di crisi, il Presidente e quasi tutti i Consiglieri.
Non vi fu dunque nessuna incompatibilità e neppure contrasto tra le autorità dell'Unione e quelle dell'Azione Cattolica perché le due autorità hanno sempre avuto lo stesso fine e adoperato gli stessi mezzi.
Se non vi furono incompatibilità nel passato, non ve ne saranno neppure per l'avvenire perché l'Azione Cattolica ha fatto suo il programma catechistico e spirituale compilato e attuato dall'Unione fin dal 1914.
Quale sarà dunque la causa della inazione di tanti Fratelli?
Ritengo che tale causa stia in un'idea sbagliata riguardo l'Unione.
Molti Fratelli credono l'Unione troppo elevata, troppo santa, e perciò dicono: «Non mi sento di organizzarla, di condurla, non è adatta alla spensieratezza dei giovani».
Se si trattasse di formare dei Catechisti Congregati, si avrebbe qualche motivo di pensare così, ma i Congregati hanno il loro Noviziato e il loro Maestro dei Novizi.
Il lavoro dei Fratelli nelle diverse Sedi dell'Unione si limita a preparare i giovani al diploma di Catechisti e regolare l'andamento della Sezione in modo da concedere quei divertimenti che sono necessari ai giovani senza che si diano al gioco per il gioco, ma per il sollievo opportuno.
È dunque un'idea sbagliata quella di credere l'Unione troppo alta.
L'Unione è anzi un aiuto per noi Fratelli ad attendere all'Azione Cattolica.
Sono cinquant'anni che nel nostro Distretto si studia il problema dell'Azione Cattolica e non è ancora risolto.
Le difficoltà nel risolvere detto problema le ebbero specialmente quei Fratelli che vollero abbracciare in pieno tutte le attività dell'Azione Cattolica.
È inutile illuderci, noi siamo e saremo sempre sovraccarichi di lavoro.
Più aumentiamo di numero e più aumenta il lavoro; è sempre stato così, e così sarà sempre.
Di fronte a tanta mole di lavoro i Superiori non possono esonerarci se non quando siamo vecchi o malati.
È quindi un'illusione l'aspettare un personale apposito per l'Azione Cattolica.
Un'altra illusione è quella di attendere un orario speciale.
A cominciare dai tempi di S.S. Papa Leone XIII, tutti i nostri Superiori Generali hanno sempre raccomandato le opere post-scolastiche e l'Azione Cattolica, ma in tutte le loro circolari troviamo in principio o alla fine la condizione esplicita e sottintesa che tali opere non siano di impedimento agli esercizi spirituali.
Queste condizioni od ordini saranno sempre rinnovati perché contenuti nella Regola che sta sopra tutti i Superiori.
Quindi che cosa faremo noi? Lasceremo da parte l'Azione Cattolica?
Non possiamo, la sua necessità è troppo evidente, le direttive di S.S. il Papa Pio XI e i desideri dei nostri Superiori devono essere appagati almeno nella misura del possibile.
Ed ecco che l'Unione Catechisti ci viene in aiuto per risolvere il problema dell'Azione Cattolica.
Con l'Unione coltivata non solo da uno o due Fratelli di una Comunità, ma da tutti sotto l'impulso del Fratel Direttore, noi non abbandoniamo nessuno dei nostri allievi, ma li impegniamo tutti come Zelatori o almeno come Ascritti e li riuniamo qualche volta nell'anno, anche quando avranno lasciato le nostre scuole.
Tali riunioni includeranno nel loro programma, non solo il divertimento e lo sport, ma una funzione religiosa e un'adunanza ben preparata con una breve relazione sulla diffusione della "Divozione a Gesù Crocifisso" fatta dagli allievi stessi.
Nello stesso tempo coltiviamo nella nostra Unione il gruppo dei pochi, ma scelti, e li formiamo facilmente, anche con poche adunanze settimanali, all'apostolato catechistico e all'Azione Cattolica.
Quando l'Unione sarà completa in ogni città ove si trovano i Fratelli, avremo i Catechisti Congregati che veglieranno di sera al posto nostro, per assistere alle adunanze dei dirigenti l'Azione Cattolica e che ogni Domenica verranno nella nostra Casa per attuare d'accordo con noi le direttive emanate da Roma.
Potranno, se sarà necessario, tenere adunanze serali per gli adulti, in località fuori delle nostre case senza disturbare il nostro riposo.
Questi Catechisti Congregati, ora sono pochi, ma se noi li aiutiamo saranno presto una falange posta a nostra disposizione.
Con l'aiuto dei Catechisti Congregati noi potremo tenere l'Unione sempre a contatto con l'Azione Cattolica limitandoci per parte nostra a curarne la disciplina e l'istruzione catechistica.
Potremo così applicarci ai nostri esercizi spirituali alla correzione dei lavori scolastici e all'osservanza completa del nostro orario.
È un aiuto che la Divina Provvidenza ci offre per completare l'educazione scolastica così assorbente in questi tempi, con quell'Azione Cattolica, indispensabile e possibile nelle nostre condizioni.
Sono venticinque anni che l'Unione esiste ( 1914- 1939 ), lavora e si sviluppa, sebbene con fatica, eppure, tolto pochi Fratelli, tutti gli altri non la conoscono; i Domenicani, i Gesuiti, i Francescani la stimano; i Salesiani non solo la stimano, ma stanno organizzandola nei loro oratori.
Tutto ci dice che andiamo verso tempi nei quali staranno in piedi solamente gli uomini tetragoni nella fede e nella morale, è dunque tempo di coltivare questa Unione che ci è offerta da N. S. Gesù Cristo per formare dei giovani pronti a dare la vita per Gesù Cristo e per difendere la Chiesa e gli Ordini Religiosi.
Come diceva benissimo il Caro Fr. Giocondo, l'A. C. lascia ad ogni Assistente Ecclesiastico l'incarico di dare ai giovani della sua Sezione regole di vita adattate al loro ambiente purché tali regole conducano al fine generale che l'A. C. si propone.
Ecco quello che facciamo nell'Unione, la quale ha un Regolamento ricavato dai metodi educativi del nostro caro Istituto e dal pensiero del nostro Santo Fondatore e nello stesso tempo risponde perfettamente alle direttive dell'A. C., come lo dimostra l'esperienza di venti e più anni.
Conviene dunque che ogni Fratello incaricato dell'Azione Cattolica adotti il Regolamento dell'Unione.
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