Intervento al convegno delle associazioni |
La pubblicazione di questo documento ha lo scopo di ricordare un periodo travagliato della vita dell'Unione Catechisti, che ha determinato una svolta nella sua storia.
I fatti si sono verificati negli anni 1936-40 e oltre, quando l'Unione con le sue associazioni giovanili era ormai presente in numerose Case dei Fratelli delle Scuole Cristiane delle due Province italiane.
Ogni Associazione era guidata da un Fratello che curava la crescita spirituale e apostolica dei giovani membri.
Era il risultato dei ripetuti interventi epistolari e personali, con l'appoggio dei Superiori, sui Direttori delle numerose Case, fatti con tanto zelo apostolico da Fratel Teodoreto.
Le Associazioni dell'Unione, oltre che "opera di perseveranza" dei giovani allievi, svolgevano anche la preziosa funzione di "vivai vocazionali", aperti a tutte le istituzioni ecclesiali, come di fatto avvenne.
Visite periodiche di Fratel Teodoreto o di Catechisti ne garantivano lo spirito in vista di ulteriori sviluppi.
Contemporaneamente, la diffusione delle Associazioni di Azione Cattolica, prima a livello diocesano e parrocchiale, si era esteso, per disposizione dei Vescovi, a tutte le istituzioni scolastiche tenute da religiosi.
Motivo fondamentale, oltre la formazione religiosa impegnata dei giovani, era la loro difesa dall'egemonia del regime fascista, che pretendeva di avere il monopolio dell'educazione dei giovani italiani, di tutte le età, con una ferrea organizzazione a livello nazionale.
L'Unione, in quegli anni, si stava organizzando e consolidando, in stretta collaborazione con l'Istituto dei Fratelli, come nuovo organismo nella Chiesa, ossia come "congregazione" di laici consacrati nel mondo, secondo il consiglio dell'Arcivescovo di Torino, Card. Giuseppe Gamba ( gli Istituti secolari saranno istituiti nel 1947 ).
Essa aveva eletto, mediante Assemblea, i suoi Responsabili e aveva stabilito la sua Sede centrale prima in via delle Rosine e poi in via Feletto, dove aveva sede anche la Casa di Carità , sua opera principale.
Nelle Case dei Fratelli essa era però semplice Associazione.
Le Associazioni di Azione Cattolica, coordinate dalla Sede centrale di Roma, con un'ottima organizzazione, collegate mediante pubblicazioni periodiche di buon livello e iniziative spirituali e apostoliche analoghe a quelle dell'Unione, da cui in parte avevano attinto, determinarono l'esigenza, nelle Case dei Fratelli, di decidere o la coesistenza o la scelta fra le due Associazioni.
Da quest'esigenza di chiarezza, nacque il Primo Convegno Catechistico di Oropa di cui Fr. Giocondo fu promotore, animatore e segretario per la stesura del verbale ( pubblicato integralmente dalla Rivista Lasalliana, vol. IV n. 2 - giugno 1936 ).
Il Convegno, oltre a chiarire la posizione delle due Associazioni, aveva lo scopo di trovare un'intesa tra loro, che permettesse una fattiva collaborazione per una maggiore efficacia formativa e apostolica dei giovani membri.
Il presente è certamente un documento "d'epoca" o datato, come si suol dire, quindi con riflessioni, riferimenti e linguaggio in uso prima della seconda guerra mondiale, ricco però di fervore e di entusiasmo giovanile sia da parte degli ottimi giovani dell'Azione Cattolica delle Scuole dei Fratelli, che da parte dei giovani Catechisti di Fr. Teodoreto che possiamo considerare i "pionieri" del nostro Istituto.
Il Convegno, presieduto dai Fr. Teodoreto e Aquilino, con la presenza del prof. Carlo Caretto, in rappresentanza della Federazione Azione Cattolica di Torino, si è svolto in una sola giornata e ha avuto come riferimento i due interventi principali:
quello del rag. Domenico Garibaldi, Presidente federale dell'Azione Cattolica di Biella sul tema "La formazione catechistica e l'apostolato d'insegnamento che ne consegue, costituiscono un'attività essenziale dell'Azione Cattolica secondo le direttive del S. Padre"
e del dott. Carlo Tessitore, Presidente generale dell'Unione Catechisti sul tema "Come l'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata attui nello spirito e nella organizzazione l'attività catechistica essenziale dell'Azione Cattolica".
Vi furono poi interventi di giovani di entrambe le parti, tra cui i Catechisti Giovanni Cesone, Umberto Ughetto, Carlo Demaria e Francesco Fonti.
Data l'ampiezza dei vari interventi, in questo libretto ci limitiamo a riportare la relazione del dott. Carlo Tessitore che, con la sua lucida analisi, apre uno squarcio sulla vita e la storia dell'Unione in quel periodo e costituisce, per noi, documento di portata storica.
Nell'intervento conclusivo Fratel Giocondo esprime le sue "osservazioni personali sul Convegno" e mette in evidenza il suo desiderio di trovare una soluzione che permetta alle due Associazioni, pur nella loro autonomia, di collaborare unificando gli sforzi , per il maggior bene dei giovani membri, senza distruggere o mortificare niente e nessuno.
Egli afferma:
« Il Convegno ha dato - a parer mio - ottimi frutti, ha dimostrato quanto buono spirito regni nelle nostre Associazioni, ha segnata una preparazione intellettuale e una tonalità di fervore confortanti ed ha aperto sul futuro delle grandi speranze.
Sta un fatto ben certo: che noi Fratelli delle Scuole Cristiane siamo degli specialisti dell'insegnamento catechistico.
La nostra ora suona di continuo, e suonerà finché al mondo ci siano dei giovani da educare: ma vi sono nella storia delle ore più solenni e forse decisive.
Ma pare che questa lo sia!
Siamo chiamati da Gesù Crocifisso ad una fatica; moviamo compatti: in poco tempo la terra sarà fasciata da un esercito crociato che bandirà ai dispersi, ai diffidenti, agli spauriti, ai pessimisti, ai fanciulli ancor ignari, ai vecchi che sognano la tomba, il Verbo luminoso di Dio!
Non vedete come il mondo è assetato di verità?
Non vedete che la sorgente d'ogni guaio è l'ignoranza religiosa?
Andiamo con fiaccole accese di luce cristiana verso i termini che Dio ci addita e non permettiamo che Egli volga lo sguardo da noi. Per gettare la fiamma in mano d'altri più docili e più pronti!
Badate! Non è detto che tutti saran contenti di ciò!
Vi saranno i critici fegatosi, gli ignoranti, i prudentissimi, i diffidenti, i perfettissimi che vi daranno noie! E che importa!
Permane la promessa di Maria SS.ma: "Io sarò la guerriera di ognuno dei miei figli della santa Unione"!
E intanto anche per quelli che temono o dubitano, ad ogni piccolo disparere, che l' "Unione" tanto cara al loro cuore non sia intesa ed amata da chi dovrebbe anzi aiutarla, ricordo come il 17 giugno 1915 Gesù animava fra Leopoldo, dubitoso anche lui, con queste tanto confortanti parole: "Sta tranquillo, Leopoldo; i Fratelli delle Scuole Cristiane hanno buon gusto e non si lasciano sfuggire un dono del loro e tuo Gesù Crocifisso!" ».
Purtroppo il Convegno, pur così vivace e promettente, non ha dato i frutti sperati e auspicati da tutti i partecipanti. Perché?
In seguito a decisioni successive, le Associazioni dell'Unione, nate con tanto fervore ed entusiasmo presso le Case dei Fratelli, si andarono a poco a poco estinguendo, ad eccezione di quella dell'Istituto Arti e Mestieri ( I. A .M. ), diretto dalla storica e gloriosa Comunità di S. Pelagia: l'Associazione "Maria Immacolata" guidata da un Catechista e con un Fratello Assistente, che ebbe vita più lunga ( fino a qualche anno dopo la guerra ) e che durante la sua attività fu all'origine di un certo numero di vocazioni sacerdotali, missionarie, religiose e secolari, oltre che di "santi padri di famiglia."
Vera opera di perseveranza nella propria vocazione.
In Appendice riportiamo, a titolo informativo, i dati statistici relativi al 1936 ( stesso anno del Convegno) circa la presenza dell'Unione Catechisti in forma di Associazione presso le Case dei Fratelli delle due Province italiane e tre testimonianze di Fratelli, riportate da Fr. Leone di Maria, Postulatore generale, nel suo libro "Fratel Teodoreto", ed. A e C, 1956, pp. 263-264, pubblicato in vista dell'inizio della Causa di beatificazione del santo suo Confratello.
In dette testimonianze viene riportato, sia pure in sintesi, ciò che avvenne dopo il Convegno di Oropa e anche l'atteggiamento del nostro amato fondatore, il Ven. Fratel Teodoreto, che in quelle circostanze ha manifestato in grado eroico le virtù in cui eccelleva: spirito di fede e di umiltà.
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