Meditazione sulla Sindone |
Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo c. I, n. 22
In realtà, solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo.
Adamo, infatti, il primo uomo, era figura di quello futuro, cioè il Cristo Signore.
Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del Suo amore, svela anche pienamente l'uomo all'uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione.
Egli è l'immagine del Dio invisibile ( Col 1,15 ), è l'uomo perfetto, che ha restituito ai figli di Adamo la somiglianza con Dio resa deforme fin dal primo peccato.
Poiché in Lui la natura umana è stata assunta, senza per questo venire annientata per ciò stesso essa è stata anche in noi innalzata a una dignità sublime.
Con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo.
ha lavorato con mani d'uomo, ha pensato con mente d'uomo, ha agito con volontà d'uomo, ha amato con cuore d'uomo.
Nascendo da Maria Vergine, Egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato.
Agnello innocente, col suo sangue sparso liberamente ci ha meritato la vita, e in lui Dio ci ha riconciliati con se stesso e tra noi e ci ha strappati dalla schiavitù del diavolo e del peccato; così che ognuno di noi può dire con l'Apostolo: il Figlio di Dio ha amato me a ha sacrificato se stesso per me ( Gal 2,20 ).
Soffrendo per noi non solo ci ha dato l'esempio perché seguiamo le sue orme, ma ci ha anche aperta la strada, percorrendo la quale la vita e la morte vengono santificate e acquistano nuovo significato.
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