Origini della "Divozione" |
Sono stato invitato a far parte della Commissione di studi vertenti sul messaggio di Fratel Teodoreto nella linea del carisma di San Giovanni Battista de La Salle.
Ho accettato di slancio.
Ma, essendo vecchio, prossimo a compiere gli ottanta, e non potendo più disporre delle energie di prima, procuro ugualmente di rimediare in qualche modo alle insufficienze dell'età, nella speranza di essere utile, col raccogliere in un unico testo gli esiti delle indagini meditate sulle origini della « Divozione a Gesù Crocifisso » ed iniziate nel 1951 per impulso della Circolare 328 del 19 marzo 1949 autorevolmente animatrice, voluta dal Frère Athanase-Emile, Superiore Generale, con la preziosa collaborazione di quel grande amico e sostenitore ad oltranza dell'Unione Catechisti che fu il Procuratore Generale Frère Alcime-Marie.
A questo proposito, vorrei accennare qui soltanto di sfuggita ad un significativo commento di quello stesso marzo: cioè all'esclamazione accorata venuta alle labbra dell'Onoratissimo Superiore, rivolta a Fratel Teodoreto che mi accompagnava nel salone del collegio San Giuseppe a presentare l'omaggio del mio studio « Soeur Catherine » sulle apparizioni della rue du Bac:
«Ah! cher Frère, si nous avions eu a l'Est Union des Catéchistes…!», alludendo al sostegno che ne sarebbe derivato ai Fratelli braccati.
Il risultato di quelle indagini non ha subito col tempo alcuna modifica.
È sempre valido; vorrei dire, definitivo.
Lo riproduco testualmente fedele alle stesure che ne avevo fatte successivamente allora ad ogni messa a punto di ricerca, per il Bollettino dell'Unione Catechisti « L'Amore a Gesù Crocifisso ».
Chiedo scusa per avere scritto queste pagine in prima persona.
Ma è una testimonianza personalmente mia su quell'aurea preghiera di prima grandezza che è la « Divozione a Gesù Crocifisso »: in lettera, in vita, in opera.
E si dica, per favore : « Divozione ». Prima, anch'io scrivevo « Devozione ».
Ma fui corretto da Fratel Teodoreto.
Devozione esprime infatti un sentimento devoto, sì, ma verso chicchessia.
Divozione, invece, lo esprime unicamente incentrato in Dio, anche se mediatamente.
Divozione è il sommo, è il vertice, è la vetta.
È dedizione per eccellenza: totale.
E fors'anche, per l'anima santamente semplice di Fratel Teodoreto, quella prima sillaba "Di" lo richiamava più da vicino all'espressione simile piemontese; gli faceva sentire più intima, più diretta, più immediata come una familiarità primigenia, di casa, di focolare domestico, di affetti infusi.
In quel "Di" c'è splendore di Cielo!
La « Divozione » è concisa norma di vita cristiana.
Completa: nella sua espressione più alta, più estesa, più profonda.
Si adora, si ringrazia, si geme, si ripara.
In questo respiro ampio, pieno, di spirito si prega per il bene di ciascuno e di tutti.
In quest'ordine di pietà la preghiera non può non essere gradita ed accolta.
Si è dunque corredentori ed intercessori.
Piccoli fin che si vuole. Ma effettivamente tali.
Sull'esempio di Maria, Corredentrice e Mediatrice.
La « Divozione » mette un esercito incruento in moto.
È un movimento di pace. Nel nome di Dio.
Ecco il perché di queste pagine, che sono state scritte per la nostra famiglia ed in famiglia, ritengo, debbono almeno per ora restare, nell'ambito dei Lasalliani: Fratelli, Catechisti, Allievi ( prima e poi ).
Tutti impegnati fino all'ultimo traguardo.
Fino all'ultimo diploma: quello d'ammissione all'Eternità gloriosa.
Gesù Crocifisso illumini le menti ed accenda i cuori!
E, con lui, la sua inseparabile Vergine Madre, Dolorosa.
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