Vocazioni e Pastorale Vocazionale |
La vita cristiana è costituita dal battesimo, la vita consacrata è costituita dalla professione religiosa: patto d'amore contratto personalmente dal religioso con Cristo di conformare la propria vita alla sua vita casta, povera e obbediente.
"Cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo, dal quale tutto il corpo ben compaginato e connesso, mediante la collaborazione di ogni giuntura, secondo l'energia propria di ogni membro, riceva forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità". ( Ef 4,15-16 )
Questa lettera riprende in breve, e ribadisce, concetti basilari in precedenza esposti, data la loro importanza per l'urgenza della pastorale vocazionale dell'Unione Catechisti.
Le riflessioni che seguono vengono pertanto offerte in primo luogo ai formatori dei gruppi vocazionali dell'Unione, ma sono consigliate anche a chi desidera consacrarsi pienamente a Dio in questo Istituto, o come associato ad esso, condividendone il carisma e la missione.
Per brevità il nostro Istituto Secolare denominato "Unione Catechisti di Gesù Crocifisso e di Maria Immacolata" viene qui chiamato semplicemente "Unione Catechisti ".
Secondo le intenzioni del fondatore, il ven. fr. Teodoreto, l'Unione Catechisti è un istituto secolare maschile che però fin dal suo inizio ha associato uomini e donne, che pur non facendo parte in senso stretto dell'istituto ne condividono il carisma e la missione.
Sia i Consacrati che gli Associati tendono ad una stretta unione fra loro, per formare insieme come un cuor solo e un'anima sola.
I membri consacrati sono incardinati canonicamente all'istituto mediante l'emissione pubblica dei voti di castità celibataria, di povertà e di ubbidienza; gli associati sono legati all'Istituto dal vincolo di una promessa con la quale si impegnano a tendere alla perfezione spirituale nello spirito dei consigli evangelici.
Al nostro Istituto secolare sono attualmente associate più categorie di persone in ragione della loro specifica vocazione, e precisamente persone: celibi, nubili, coppie di sposi e le catechiste associate consacrate.
La bellezza e il carattere profetico di tale scelta di perfezione trova piena rispondenza nella disciplina canonica, in particolare nei canoni seguenti:
"L'istituto secolare è un istituto di vita consacrata in cui i fedeli, vivendo nel mondo, tendono alla perfezione della carità e si impegnano per la santificazione del mondo, soprattutto operando all'interno di esso" ( il riferimento è ai membri consacrati che hanno emesso i voti ).
"L'istituto può associare a sé, con qualche vincolo determinato dalle Costituzioni, altri fedeli che si impegnano a tendere alla perfezione evangelica secondo lo spirito dell'Istituto e a partecipare della sua stessa missione".
Da questi canoni, si deduce che: La perfezione evangelica costituisce l'obiettivo primario di ogni istituto secolare e quindi questo è anche il nostro primario obiettivo.
A tale perfezione sono tenuti a tendono sia i consacrati che confermano la loro consacrazione con l'emissione canonica dei voti, sia gli associati all'Istituto che ne condividono il carisma e la missione.
L'atto formale di tale scelta per i consacrati è l'emissione dei voti, mentre per gli associati, è la promessa di assumere i vincoli indicati dal loro particolare statuto.
Cerchiamo ora di chiarire in che cosa consista la consacrazione secolare, ricordando sempre che quanto viene detto per i consacrati, va riferito in massima parte anche agli associati, in virtù della promessa da essi formulata.
Della consacrazione secolare, parla il can. 714 del CDC.
Le sue direttive sono dunque alla base anche del nostro istituto.
Il canone recita: "I membri degli Istituti Secolari conducono la propria vita nelle condizioni ordinarie del mondo, soli o ciascuno nelle proprie famiglie, o in gruppi di vita fraterna a norma delle Costituzioni."
Nel canone si fa riferimento ai soli membri consacrati con voti, ma nello spirito tali norme sono applicabili anche agli associati che hanno promesso di aderire all'Istituto.
Coloro che desiderano percorrere un cammino di perfezione nell'Unione Catechisti debbono conoscere almeno a grandi linee le possibili scelte nell'ambito dell'Istituto, e precisamente la distinzione tra:
• Catechista Consacrato e
• Catechista Associato/a, nei vari gruppi in cui sono suddivisi di cui al precedente punto 3. con particolare riguardo alle donne consacrate
A questi vanno aggiunti gli Aggregati, che anche se non formulano la consacrazione né la promessa, tuttavia sono inseriti nella missione dell'Unione che è anche movimento di vita e di apostolato cristiano.
Tutte queste persone condividono il carisma dell'Istituto e partecipano al suo tesoro spirituale, meritato con la Passione, Morte e Risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, in Unione alla intercessione della sua e nostra madre Maria Immacolata.
Da questo tesoro esse traggono il nutrimento spirituale e il coraggio di affrontare le difficoltà che si frappongono al conseguimento di una vita interamente spesa per il Signore.
Il carisma del nostro Istituto è quello che più si adatta allo stile di vita secolare, che non è necessariamente uguale per tutti, e perciò può adattarsi sia a chi è celibe come a chi è coniugato e ha responsabilità famigliari.
Come abbiamo già visto al punto 3, nei documenti della Chiesa occorre definire il tipo di appartenenza dei membri all'Istituto.
Esso sarà diverso tra i catechisti Consacrati e i Catechisti associati e gli Aggregati, ma queste suddivisioni non alterano la realtà dell'unicità del carisma ricevuto, perché uno è il Signore, una è la fede e uno è lo Spirito.
Piuttosto in queste categorie dobbiamo riconoscere la disponibilità della Chiesa, che consente alle persone che vogliono tendere alla perfezione in un istituto secolare, di potervi: accedere, o come consacrati, o come associati ad esso.
Una persona che non ha formato una famiglia, ma vive ancora nella casa dei genitori, ha più possibilità di vivere la sua consacrazione con maggiore dedizione di tempo rispetto a chi deve mantenere la famiglia.
Tuttavia anche il coniugato, nei limiti del possibile, deve offrire il suo apporto all'Istituto, oltre alla testimonianza della sua vocazione secolare nella famiglia, nel lavoro e nella società.
Seconda cosa da tenere presente è la consapevolezza che non si vive nell'Istituto Secolare lasciandosi trascinare dagli altri.
Certo l'amicizia è qualche cosa di bello e in essa troviamo il sostegno di chi ci sta vicino, ma non è sempre facile lavorare da veri amici.
Nell'ambito di un Istituto Secolare questo è più facile perché si è circondati da persone buone, che hanno normalmente la stessa sensibilità, che si sentono innamorati di Gesù, che desiderano annunciare agli altri che Dio esiste e che è amore.
Tutto questo crea un legame forte che oltrepassa l'amicizia, e cioè un legame spirituale molto intenso, perché tutti hanno lo stesso ideale.
Questo legame umano-spirituale è un forte aiuto che ci permette di affrontare i dubbi riguardanti la scelta tra le varie vocazioni, che confluiscono nel cuore di Cristo, attraverso le sue piaghe sanguinanti e gloriose.
Tuttavia resta fermo che il rapporto con l'Istituto è personale, sotto la spinta della propria consacrazione e in spirito di obbedienza, così come è personale il rapporto con il Signore.
All'Istituto Secolare possono chiedere di associarsi persone sia celibi che sposate perché l'Istituto secolare è come un prolungamento della Chiesa, che è madre e accoglie tutti tra le sue braccia; in più nel nostro Istituto vi è una spiritualità precisa: incentrata sulle piaghe di Cristo che guariscono il cuore dell'uomo, con la guida e la protezione materna di Maria, e con la grazia dello Spirito Santo che pervade tutto con la sua luce.
Qualora gli aspiranti abbiano già un proprio stato di vita possono incontrare delle difficoltà per alcune scelte, anche se sono decisi a fare dono di sé e di tendere alla perfezione nel mondo.
Nell'Istituto secolare anche in queste situazioni non ci si trova isolati, ma si è circondati da persone amiche, ed in più si è sostenuti dalla grazia del suo carisma.
La propria vocazione trova nell'Istituto un modo per essere corroborata e irrobustita e nei momenti difficili per essere sanata e consolata.
Chiediamoci innanzitutto che cos'è il carisma di un fondatore.
Il carisma di un fondatore è "un'esperienza dello spirito trasmesso ai propri discepoli, per essere da questi vissuto, custodito, approfondito e costantemente sviluppato, in sintonia con il corpo di Cristo in perenne crescita" ( Cfr Doc. magisteriale ' Mutuae relationes', n. 11).
Il carisma è dunque, come spiega fr. Pablo Martin ( assessore generale emerito FSC ), una esperienza dello Spirito, che ci chiama all'attenzione sopra una dimensione del Vangelo, che illumina una situazione concreta della realtà che ci circonda, che ci dà forza per una missione, che apre il cuore per vivere nella fraternità, che ci insegna a pregare in una forma peculiare.
Il carisma non è un dono personale per essere rinchiuso nel cassetto dei valori personali e che aumenta i nostri possedimenti.
Il carisma è un dono per il bene della Chiesa e per il rinnovamento del mondo.
Coloro che fanno parte dell'Istituto Secolare hanno la possibilità di beneficiare del suo carisma.
Tra costoro vi sono i consacrati con voti che hanno risposto alla sua chiamata, senza lasciare di occuparsi delle realtà del mondo, ma cambiando sostanzialmente il modo con cui operare per rinnovare il mondo dall'interno.
La stessa cosa va detta delle persone sposate, che riflettendo e meditando il carisma dell'Istituto hanno sentito che il Signore le chiamava a diventare sante non solo singolarmente, ma anche come coppia, per formare delle famiglie autenticamente cristiane, e operare per favorire la santità delle famiglie.
Nella coppia sposata continua pertanto il cammino della vocazione matrimoniale, ma esso è corroborato dal carisma dell'Unione e dall'amore del Crocifisso risorto e di Maria Vergine Immacolata.
La famiglia ne risulta spiritualmente arricchita nella gioia interiore e nella paziente sopportazione delle croci che quotidianamente la uniscono alla croce di Gesù.
Questo è uno dei frutti che possono scaturire dall'adesione come associati all'Unione Catechisti.
E quanto qui è esposto per la coppia vale anche per i singoli coniugati e per i singoli Catechisti associati.
La perseveranza di una vocazione dipende in buona parte dall'atteggiamento interiore con cui la si accoglie.
Poiché il cammino è semplicemente proposto e non imposto, chi lo accoglie e lo accetta sa anche quali sono gli impegni che esso comporta.
Si tratta di compiere una scelta di conversione, di una adesione responsabile, individuale o di coppia, di un adesione decisa voluta, meditata e quindi non trascinata né imposta.
Quando un cammino è proposto, e cioè non imposto, chi lo accetta sa anche quali sono gli impegni che ne derivano.
Questi impegni sono in sé meravigliosi, ma esigono osservanza e coerenza per la loro essenzialità.
Chi si orienta a questa concezione di vita sa che si tratta di seguire la propria vocazione, cercando di conoscere la volontà di Dio.
Per discernere se il desiderio di un Aspirante all'Unione Catechisti è genuina vocazione occorre anzitutto l'aiuto di un direttore spirituale, ma vanno poi tenuti presenti tre criteri di verifica: la semplicità interiore ( e non confusione ), amore alla contemplazione, e anelito di pace.
Ci si può valutare sui seguenti interrogativi:
• Mi trovo bene?
• Mi dona pace al cuore?
• Arricchisce l'anima mia?
• Sto crescendo nel mo affetto per il Signore?
• Prego per gli altri?
• Condivido la missione di testimoniare attorno a me l'amore del Signore?
• Mi sento maggiormente inserito nella Chiesa, e non un isolato
Con opportuni adattamenti questi criteri valgono anche per un coniugato singolo, per un aspirante al matrimonio, o per una coppia di sposi.
Chi, dopo questo esame potrà rispondere SI agli interrogativi si trova con molta probabilità nella condizione privilegiata di una chiamata da parte del Signore, che dovrà però essere confermata dal responsabile dell'Istituto che è l'unico garante del carisma.
Ovviamente un simile approfondimento richiede un ampio riesame della propria vita.
Va inoltre preso in esame se si hanno, almeno in germe, le qualità fisiche, psichiche e soprattutto spirituali per abbracciare una determinata vocazione.
Non spetta al direttore spirituale decidere al posto della persona che chiede consiglio.
Sarebbe sbagliato dirgli: "Decida lei per me!".
Tocca alla responsabilità di ognuno prendere una decisione.
Quando un Aspirante all'Unione Catechisti ha verificato l'autenticità della chiamata del Signore, deve fare una scelta.
Scegliere significa dare la preferenza ad alcune cose rispetto alle altre, significa prendersi il meglio di ciò che si ha esaminato.
Questo normalmente ci lascia titubanti per il timore di sbagliare, ma anche la scelta per il Signore richiede coraggio.
Per fare delle scelte giuste occorre avere una visione chiara della propria vocazione.
Un uomo o una donna che vogliono sposarsi, non possono ignorare che le loro abitudini cambieranno rispetto a quelle prima del matrimonio, e tanti aspetti del loro modo di vivere ( l'impiego del loro tempo libero, le frequentazioni di amicizie, e simili ) troveranno una diversa rilevanza.
La necessità di dare nuove priorità si verifica anche a chi desidera far parte di un Istituto Secolare o come consacrato o come associato ad esso.
Non si tratterà di abbandonare le precedenti attività, ma di inquadrarle nell'ambito della missione catechistica dell'annuncio del Crocifisso Risorto.
Negli istituti di vita religiosa ( Ordini, Congregazioni, Comunità conventuali ), questo problema è molto attenuato perché il Superiore ( Priore, Abate, Badessa e simili ) regola direttamente la vita della comunità e chi segue questa chiamata ha tempi regolati dall'obbedienza e dall'orazione.
Chi ha avuto una determinata vocazione, se essa è autentica, non la vive come una imposizione, perché la chiamata di Dio ordinariamente, porta gioia all'uomo.
Ci possono essere delle prove che il Signore permette per la crescita spirituale di una persona, ma queste giungono poi, quando la vocazione è ben consolidata; non riguardano in genere gli Aspiranti e quanti si trovano nel periodo di formazione iniziale.
Chi ha la vocazione monastica non è che subisca come imposizione lo stare nel monastero, perché questa diventa la sua casa e gli piace, e accetta volentieri la regola dal Superiore.
Lo stesso deve verificarsi anche per l'aspirante ad un Istituto Secolare: deve amare i momenti di preghiera, di incontro, in cui i membri del Gruppo si radunano sotto la guida di Gesù Crocifisso e dell'Immacolata, costituendo tutti insieme comunità, pur vivendo nel mondo.
Se una vocazione è stata accolta con piena coscienza, essa deve orientare la vita e animare con il suo carisma le varie attività ed essere accolta come la principale e avere la priorità su tutte le altre.
In presenza di attività buone, sante, affascinanti e appariscenti, che noi o con altri stiamo conducendo, tutte le altre proposte vanno considerate alla luce del carisma dell'Istituto a cui si aderisce.
Ciò non significa che esse debbano essere definitivamente annullate o dimenticate, ma solo che vanno considerate e coordinate con lo stato di vita vocazionale che si è prescelto.
Occorre avere chiarezza su questo punto, perché non accada che ci siano degli impegni che vengono considerati prioritari rispetto al quelli già presi dall'Istituto.
Poiché il nostro è un Istituto Secolare, che comporta uno specifico impegno catechistico nel mondo, l'assunzione di determinate missioni apostoliche va concordato con il responsabile, in modo che esse siano comunque animate, secondo il carisma dell'Unione.
Non deve capitare che alcuni impegni possano deviare dalla piena e sincera adesione alla propria vocazione.
Ad esempio ci possono essere incompatibili incontri o pellegrinaggi che ci distolgono dal partecipare alle iniziative dell'Unione, a meno che ci sia il consenso del Responsabile.
Abbiamo già visto che per un istituto religioso è richiesta la convivenza, mentre essa non è richiesta ai membri degli istituti secolari, per cui essi, operando nel mondo, cercano di trasformarlo secondo il carisma del nostro fondatore, e questo ci conferma nell'appartenenza all'Istituto.
Le attività dell'Unione Catechistiche non possono essere posticipate o anticipate a piacimento, ma vanno svolte nei tempi previsti per la loro migliore riuscita, e a questa l'aspirante deve riferirsi.
La nostra vocazione non va disattesa dal momento che essa costituisce il proprio stato di vita ed è confermata da una consacrazione o da una promessa.
Altri impegni che scaturiscono da un rapporto di amicizia, vanno considerati con attenzione, perché possono favorire, ma anche frenare lo sviluppo della nostra vocazione.
Un caso speciale può essere costituito dai coniugati, quando non sono entrambi sposi Catechisti.
Si può verificare che uno dei coniugi, pur essendo credente e praticante, non si senta chiamato da Dio alla vocazione di Catechistica nell'Unione, oppure che appartenga ad un altro movimento ecclesiale, nel quale intende rimanere.
In questo caso la grazia sacramentale del matrimonio costituisce l'elemento sostanziale che santifica la vita degli sposi, ed in base a questa grazia essi troveranno il modo per conciliare gli impegni religiosi di entrambi, tenendo presente che per il coniuge che ha aderito all'Unione tutta la vita sacramentale è animata dal carisma dell'Istituto.
Per fare un esempio, in una coppia in cui con le altre preghiere vi sia la recita giornaliera dell'Adorazione a Gesù Crocifisso, è naturale che questo è un altro momento fondamentale dell'Unione; poniamo che la scelta degli esercizi annuali, venga fatta dal coniuge non Catechista.
Il consiglio del responsabile è molto importante in queste circostanze.
Ma vi può essere anche il caso in cui uno dei coniugi non sia praticante e consideri la sua famiglia ( l'altro coniuge ) come il primo luogo di catechesi.
In questo caso il coniuge catechista non dovrà perdersi d'animo, ma dovrà considerare appunto la sua famiglia come il primo luogo di catechesi, tenendo presente il consolante insegnamento della parola di Dio: " Il marito non credente si trova santificato dalla moglie, e la moglie non credente dal marito" ( 1 Cor 7,14 ).
Certo che la situazione ideale per l'Istituto Secolare, è che entrambi i coniugi vi aderiscano diventando Sposi Catechisti.
In tal modo il matrimonio si arricchisce dei doni spirituali associati all'Istituto Secolare, che gli conferisce una visione più ampia e più apostolica.
É quindi importante un periodico discernimento sul grado di appartenenza all'Istituto.
É utile ricordare che la vocazione nell'istituto secolare non distrugge le altre esperienze fatte fino a quel momento, per cui chi ad esempio, fa parte della San Vincenzo continui pure a farne parte, chi frequenta gli incontri dei Focolarini continui pure, purché ciò non diminuisca l'apostolato catechistico proprio dei membri dell'Unione.
In questo caso però, sia un membro che un aspirante all'Unione Catechisti, deve avere il benestare del Responsabile del Gruppo nel quale è già inserito.
Queste considerazioni valgono anche per chi ha fatto l'esperienza carismatica: non è detto che entrando all'unione Catechisti deve dimenticarla completamente, ma vi potrà ancora partecipare tenendo però conto dei vincoli sopra indicati.
La storia personale dell'aspirante va valorizzata accogliendo con gioia quanto è in sintonia con il carisma dell'Unione Catechisti che possiede un particolare carisma, incentrato sulla contemplazione amorosa di Gesù Crocifisso.
Ma c'è anche la storia di ogni membro, la sua esperienza.
Tutte le esperienze buone e sante generate da un genuino desiderio di appartenere a Gesù, non devono essere abbandonate, perché arricchiscono dall'interno il tesoro spirituale dell'Istituto.
Quindi chi ha una devozione mariana particolarmente intensa, dovrà arricchire il tesoro dell'Istituto con questa sensibilità verso Maria; chi ha una mentalità carismatica, dovrà aiutare i membri dell'Istituto ad aprirsi alla preghiera e ai doni dello Spirito Santo, che è lo Spirito che Gesù Crocifisso ci ha donato col Padre.
Ognuno non deve nascondere quanto di buono ha ricevuto, ma metterlo con umiltà a disposizione di tutti.
In tal modo l'esperienza dell'Istituto Secolare sarà fruttuosa anche per l'Aspirante, perché potrà dare quello che fa parte della sua storia spirituale, nella consapevolezza che niente gli viene tolto delle sue esperienze catechistiche precedenti.
L'apporto all'Unione Catechisti delle varie esperienze apostoliche che ci vengono portate dagli Aspiranti sarà allora come un mazzo di fiori freschi, offerti ad ogni Fraternità e Gruppo.
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