Giovedì santo
1 - Gesù si dona a noi
2 - Come dobbiamo amarci noi credenti
3 - Per animare il mondo nella carità
4 - Spunti per una riflessione sulle nostre mancanze come Catechisti
Il tempo di quaresima che ci ha introdotti nella settimana santa, è stato un tempo di grazia che ci ha permesso di avvicinarci di più a Gesù, coinvolgendoci nella sua missione di salvezza.
Lui è il Figlio Incarnato, che in questo giorno che precede la sua immolazione sulla croce contempliamo con tutta la Chiesa nel suo ultimo dono di amore.
Gesù si fa nostro compagno di viaggio per sostenerci nel portare la croce, perché condividiamo con lui la sua immolazione.
Questa non è retorica, ma è la realtà della condizione umana.
Tutti incontrano la croce sul loro cammino: o la trascinano o la portano con amore dietro Gesù.
Nel primo caso essa ci opprime, nel secondo caso ci dona la salvezza e conduce alla gioia.
Per molti la croce più pesante è quella di accettare se stessi con qualche virtù che non manca, ma anche con tutti i limiti.
Peraltro chi non accetta se stesso in qualche modo non accetta il progetto di Dio su di lui, nonostante i suoi difetti.
Chi non accetta i suoi limiti umani in definitiva non è contento di Dio.
Il Giovedì Santo ci ripresenta I 'amore di Gesù che nell'Ultima Cena con i suoi discepoli offre se stesso ai suoi discepoli, per vivere con loro la più intima comunione e per fortificarli di fronte alle persecuzioni e perché vivano con rinnovata fedeltà e crescente amore.
L 'umiltà di Gesù lo ha portato a chinarsi sui suoi discepoli per lavare loro i piedi prima della cena pasquale.
Questo suo esempio ci mostra con quali atteggiamenti interiori ci si debba accostare all' eucaristia e ci si debba amare vicendevolmente.
Questo esempio di Gesù ci stupisce e ci sconvolge, se pensiamo quanto noi siamo distanti da un simile amore.
Lo stupore non deve tuttavia indurci allo scoraggiamento, perché ciò che e impossibile agli uomini non è impossibile a Dio: basta aprirci al suo amore.
Riguardo all'amore di Gesù e del prossimo fra Leopoldo nel suo diario ci indica delle direttive fondamentali di comportamento: " L'Ordine che sorgerà sia coltivato prima di tutto con la pietà, con la reciproca assistenza e umiltà, con attività e modestia e grande carità fraterna: in unione con Gesù Crocifisso portare la croce con gaudio ". ( 29 Agosto 1908 - D 108,1 )
L'Unione sta incarnando questo detto nel suo vivere di ogni giorno?
Dobbiamo ritenere che non lo vive ancora perfettamente, anche se è protesa alla sua realizzazione.
L'Unione di oggi per la quale Gesù disse a Fr. Teodoreto di fare ciò che aveva in mente, non è ancora pienamente attuata in tale spirito.
È giunto il momento, a me pare, di oltrepassare l'inganno di ogni compromesso equivoco per evidenziare, al fine di rivitalizzarli, i lati ancora carenti dell' Unione, particolarmente in questa solenne giornata che ci sollecita fortemente a impegnarci in tale conversione.
Per quanto mi riguarda chiamato ad essere presidente dell' Unione nel gennaio del 2004, ho risposto sì a tale scelta ritenendo di ravvisare in essa la volontà di Dio.
La mia inespressa perplessità nell'accettare questa responsabilità si basava sulla coscienza dei limiti che riscontravo in me, non ritenendomi all'altezza di questo compito, consapevole come ero di non possedere tutte le doti di natura e di grazia necessarie.
Ma poiché questa è stata la volontà del Signore manifestata con la vostra elezione, mi sono sentito coinvolto in questo compito che ho accettato per obbedienza alla volontà di Dio.
Ed ora passiamo a dettagli specifici: esaminiamo fraternamente ciò che su un piano generale ci pare debba essere superato sia a livello di singoli che, per alcuni casi a livello dell'intero gruppo.
Per facilitare tale esame ho riportato in allegato una serie di incoerenze e insolvenze su cui riflettere.
In realtà ognuno di noi potrebbe aggiungere alle mie altre osservazioni e suggerire dei miglioramenti, anche nei miei confronti.
Ma non dobbiamo insistere troppo su tali carenze.
Non è questo che il Signore vuole.
Occorre piuttosto fare emergere dagli aspetti negativi i punti su cui far leva per far emergere la carità, I 'umiltà e la giustizia, in vista di un vero progresso spirituale.
È necessario, cari confratelli, che superato ogni attaccamento a ciò che è imperfetto, ci diamo a servire il Signore e il prossimo con grande amore e dedizione, con ardente generosità fino ad immolarci spiritualmente, ed anche fisicamente, se questo è gradito al Signore e serve per la salvezza dei nostri fratelli.
Viceversa se opereremo con scarsa generosità o con tiepida dedizione:
- si radicherebbero quegli inconvenienti che invece ci siamo proposti di eliminare;
- faremmo le cose a metà e mancheremmo nella specificità della nostra vocazione cioè animare il mondo dal suo interno;
- retrocederemmo, invece di avanzare nella pratica della virtù e non daremmo buon esempio;
- la nostra mortificazione risulterebbe evanescente o inesistente;
- la carità perderebbe la sua forza propulsiva, per cui non animeremo dell'amore di Gesù Crocifisso gli ambiti in cui viviamo;
- l'obbedienza sarebbe imperfetta e fatta senza condivisione;
- saremmo languidi nella preghiera, perdendo quello zelo che può attrarre altri all'adorazione delle piaghe di Gesù.
Gesù ci ha detto che noi siamo servi inutili, ma siamo suoi servi, servi del Crocifisso Risorto, ed abbiamo come patrona, madre e modello di comportamento, la Vergine Immacolata.
Al termine del cammino terreno saremo ricompensati in proporzione dello spirito di generosità e di letizia espresso nonché del lavoro compiuto in risposta ali 'obbedienza a Dio prestata, direttamente o indirettamente anche attraverso i nostri responsabili.
Rimettiamoci coraggiosamente in cammino, carissimi, con animo sereno e generoso.
Andiamo avanti con ardore, ma anche con la semplicità dei bambini, affidandoci in ogni nostra difficoltà e problema a Gesù e a Maria SS.
Andiamo avanti in spirito di obbedienza, senza cercare altro che di amare e servire I'amabilissimo nostro Signore e la santa Chiesa aspirando di vivere e di morire in intimità di amore con lui:
In questo Giovedì Santo che ci parla di donazione, di amore e di servizio, interroghiamo, carissimi, la nostra coscienza per individuare i nostri limiti e colmarli con la forza dell'amore di Gesù Crocifisso.
1. Ho sufficiente consapevolezza di appartenere ad un Istituto secolare, che sia animazione del mondo dal suo interno?
2. Sono costante nella diffusione dell'Adorazione nelle famiglie e nelle parrocchie?
3. Mi sto realmente occupando della costituzione dell'AMI, o il mio impegno si limita ad una approvazione verbale?
4. A che livello è il mio senso di appartenenza all'Unione?
5. Sono fedele al colloquio mensile?
6. Partecipo regolarmente alle adunanze dei Catechisti Consacrati?
7. Mi impegno a partecipare agli altri incontri, consapevole della loro importanza?
8. Mi interesso dell'Unione nella sua globalità, nonché dei problemi locali?
9. Parlo volentieri con i miei confratelli o lo faccio molto poco? Non dobbiamo dare agli altri I'impressione che ci si sopporti reciprocamente e che non ci si voglia veramente bene.
10. Sono capace di lavorare insieme o trovo difficoltà ad accettare le proposte fatte da altri?
11. Sono sempre capace di donare ai confratelli il mio sorriso, per incoraggiarli ed esprimere loro la mia amicizia?
12. Manifesto forse una doppia personalità: ilare e sorridente con qualcuno, fredda e seriosa con altri?
13. Sono portato ad accogliere con sospetto ciò che i responsabili mi dicono, resto indifferente alle loro sollecitazioni oppure ho da ridire su tutto, " spaccando il capello in quattro " ?
14. È vivo in me il senso di famiglia, o mi comporto talvolta come un funzionario che si limita a svolgere determinate funzioni, mentre per il resto dice: non tocca a me?
15. Faccio prevalentemente ciò che piace, emarginando il resto?
Miei cari confratelli, Vi ho proposto alcune riflessioni alla luce della solenne giornata del Giovedì Santo, per aiutarci a crescere nell'amore a Dio e ai fratelli e alla nostra consacrazione al Signore.
Amiamoci dell'amore di Gesù, carissimi, e adoriamo con rinnovato fervore le sue Piaghe sanguinanti e gloriose.
Nella contemplazione delle sua sacralissime Piaghe e nell'ascolto del suo grido "ho sete " troveremo la sorgente di un amore che ci trasforma in zelo ardente per la salvezza dei ragazzi e dei giovani.
Buona Pasqua, carissimi membri dell'Unione.
Gesù è risorto. Alleluia.
Leandro Pierbattisti - Presidente