Giovedì santo 2007
Carissimi membri dell'Unione Catechisti,
nella solenne giornata del Giovedì Santo la Chiesa ci presenta il dono dell'amore.
Dice S. Giovanni ( Gv 13,1-15 ) che Gesù ha amato i suoi fino alla fine, cioè fino all'estremo limite dell'amore.
È questo il giorno in cui Gesù ci ha donato il suo corpo, il suo sangue e la sua divinità nella divina eucaristia: "Prendete e mangiate… prendete e bevete"; è questo il giorno in cui Gesù con il gesto della lavanda dei piedi, ci ha donato il suo "comandamento nuovo" sulla carità; è questo il giorno in cui Gesù ci ha mostrato fin dove giunge l'umiltà per esprimere l'amore e ha istituito il sacerdozio della Nuova Alleanza.
Sono tanti e tali i fatti e gli insegnamenti di questa giornata, che tutti dovremmo viverla con adorante riconoscenza e con un rinnovato proposito di un amore a Dio più intenso e una rinnovata carità fraterna
Gesù ci ha proposto come fondamento di tutta la legge, non solo il precetto dell'amore a Dio, "il primo e più grande comandamento", ma anche il precetto dell'amore al prossimo, dichiarando espressamente che esso è simile al primo ( Mt 22,38-39 ).
La carità fraterna è tanto importante perché non è altro che l'estensione della carità che abbraccia tutti gli uomini e in modo particolare quanti condividono lo stesso nostro carisma, come pure i nostri famigliari, i vicini di casa, i compagni di scuola, i colleghi di lavoro …
Non esistono due virtù di carità: una verso Dio e l'altra verso il prossimo; il motivo della carità fraterna è quindi il medesimo della carità verso Dio.
Se amo il prossimo per i vantaggi che posso trarre da questo amore, cioè per motivi umani, questo non è amore di carità fondato in Dio.
L'amore del prossimo non è motivato se non lo amo a motivo di Dio, come ci ricorda S. Paolo ( 1 Cor 13,3 ).
La carità, come sappiamo, è la virtù più grande perché ci comunica la vita divina; l'umiltà è una virtù, anch'essa fondamentale, perché finalizzata alla carità, di cui è il fondamento; è dunque una virtù che ha una importanza grandissima perché libera il cuore da ciò che si oppone alla grazia e alla carità.
La carità dovrà essere estesa a tutti gli uomini, compresi i propri nemici.
Ci ha detto infatti Gesù: "Amate i vostri nemici, fate del bene a chi vi odia e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro, che è nei cieli; il quale fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti" ( Mt 5,43-45 ).
Questo suppone il superamento dell'egocentrismo per diventare teocentrici.
La misura della carità fraterna ce la da Gesù stesso: "Amerai il prossimo tuo come tè stesso" ( Mt 22,39 ).
"Ciò che volete che gli uomini facciano a voi, fatelo voi pure a loro". ( Lc 6,31 ).
Il che significa usare verso il prossimo la stessa delicatezza di pensieri, di parole e di azioni, che desideriamo per noi.
Infatti chi ama veramente serve accuratamente gli altri e si adatta ai loro gusti, così come noi stessi desideriamo essere serviti, accontentati, accondiscesi.
Dobbiamo amare sempre e dobbiamo amare tutti, ma non nella generalità di un amore universale che abbraccia tutti in massa, ma dobbiamo amare ogni persona nella concretezza della sua personalità.
La perfezione dell'amore supera la già grande perfezione del comandamento di amare il prossimo come se stessi.
Questa perfezione ce la insegna Gesù attraverso un comandamento nuovo.
"lo vi do un comandamento nuovo … come ho amato voi così voi amatevi a vicenda …". ( Gv 13,34 )
"Ecco il mio comandamento, amatevi scambievolmente come io ho amato voi". ( Gv 15,12 )
"Da questo tutti conosceranno che siete miei discepoli". ( Gv 13,35 )
- Non giudica
- È misericordioso
- Copre tutto con il manto della carità
Inno dell'amore ( 1 Cor 13,1-13 )
Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.
E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per essere bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.
La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
La carità non avrà mai fine.
Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà.
La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta è la nostra profezia.
Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.
Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pen-avo da bambino, ragionavo da bambino.
Ma diventato uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato.
Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia.
Ora conosco in modo imperfetto, ma allora consocerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto.
Queste dunque le tré cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!
Alla luce di queste riflessioni, riconosciamo con sincera umiltà di essere fragili e peccatori.
Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi; e se ci dipingiamo peggiori di quanto siamo, la verità non è in noi, anzi contristiamo lo Spirito, non riconoscendo la sua azione in noi.
L'esempio di umiltà e di amore che ci ha dato Gesù lavando i piedi agli apostoli, ci induca a deporre ogni nostra maschera di fronte a Lui e ai fratelli.
La carità fraterna è vera solo se mira al concreto superamento di ogni nostro eventuale risentimento, rivalità, gelosia, disprezzo, emarginazione, indifferenza …
Quando occorre poi, e in modo particolare in questa solenne giornata che ci mostra fin dove giunge l'amore di Dio, facciamo il primo passo per il potenziamento dell'amore fraterno.
Il Signore ci vuole uniti, e sempre uniti nell'amore in Lui; ogni divisione manifesta l'opera del Divisore.
La carità è il fondamento della nostra santità e la premessa per lo sviluppo dell'Unione.
Prima di tutto però c'è una scelta da fare: Occorre credere all'amore di Dio
"L'Ordine che sorgerà sia coltivato prima di tutto con la pietà, colla reciproca assistenza e umiltà, coll'attività e modestia e grande carità fraterna: in unione con Gesù Crocifisso portare la Croce con gaudio." ( Fra Leopoldo - 29 agosto 1908 )
La carità, ovvero l'amore fraterno radicato in Dio , che deve unire i membri dell'Unione, non va confusa con la simpatia, come ci ricorda Frate! Teodoreto "Nell'intimità del Crocifisso": «Nell'anno scolastico 1917-1918, c'era nell'Unione Catechisti, senza ch'io lo sapessi, qualche giovane che interveniva alle adunanze unicamente per simpatia verso alcuni compagni.
Anche Fra Leopoldo non sapeva nulla, ma pregava molto per l'Unione, e il 29 gennaio 1918, mentre praticava la Devozione a Gesù Crocifisso, udì quanto segue: « Maledetto l'uomo che confida nell'uomo.
Non cooperare nella via del Signore solo per simpatia, ma con allegrezza e purezza.
Altrimenti, per costoro, l'Unione sarebbe solo un ritrovo e il loro cooperare come lampada senza olio.
Venuti a conoscenza dei Superiori, costoro siano espulsi, perché portano il regno delle discordie" ».
« I fatti avvenuti nell'anno stesso dimostrano l'importanza di questo avviso e ne furono l'esatta applicazione ».
« Un altro avvenimento importantissimo fu quello del 9 agosto 1919: mentre Fra Leopoldo stava pregando Gesù nel SS. Sacramento, nella cappella del Santuario di Nostra Signora del Sacro Cuore, unito alla parrocchia di S. Tommaso, udì quanto segue: "lo porgo un comandamento ai figli della pia Unione, quello cioè di mantenersi in buona e santa armonia fra di loro; di non addolorarmi con discordie e malumori; di compatirsi fra loro e tenersi umili dinanzi a me.
Chi fa questo, è vero figlio di Dio.
Siano umili e io li ricolmo delle mie divine grazie.
Dirai chiaramente al Fratello Teodoreto di far recitare questo precetto in forma di preghiera nell'incominciare le preghiere delle adunanze e di ricordare ai giovani che questi ordini vengono direttamente dal Signore ».
Di qui ebbe origine la Preghiera per ottenere la carità fraterna, sotto riportata, che è recitata dai membri dell'Unione all'inizio delle loro adunanze.
Signore Gesù Crocifisso, che Ti sacrificasti per gli uomini, mentre essi Ti
tradivano, Ti abbandonavano e Ti insultavano, e che dalla Croce pregasti per i
Tuoi crocifissori, concedi, per il preziosissimo Tuo Sangue, a tutti noi,
Catechisti e Aggregati dell'Unione Tua e di Maria SS. Immacolata, di obbedire
con sempre maggior perfezione al precetto Tuo della fraterna carità, di vivere
in perfetta concordia, di compatirci vicendevolmente e mantenerci in profonda e
costante umiltà dinanzi a Te, che col Padre e con lo Spirito Santo vivi e regni
Dio nei secoli dei secoli.
Cosi sia.
Con fraterno affetto e spiritualmente uniti nella contemplazione adorante delle piaghe sanguinanti e gloriose di Gesù, uniti a Maria SS. e al nostro venerato Fondatore, vogliate gradire i migliori auguri di una santa Pasqua nella gioia del Risorto.