Ritiro del 14/1/1996
1 - "Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra"
2 - La volontà di Dio è un disegno che deve farsi realtà
3 - La volontà del Padre è avvolta di amore paterno
4 - Dio è amore
5 - Se uno dicesse: io amo Dio e odiasse il suo fratello, è un mentitore
6 - "Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà"
7 - Aderendo a Cristo, possiamo compiere la volontà del Padre
8 - Allora la sua volontà per noi si fa tenerezza
Signore, insegnaci a pregare - chiedono i discepoli a Gesù; e lo chiediamo anche noi se teniamo vivo nel nostro cuore questo grande desiderio di imparare a pregare; perché chi impara a pregare, impara ad amare.
Oggi ci fermeremo sulla terza domanda che con fede rivolgiamo a Dio, Padre buono: "Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra" ( Mt 6,10 ).
Lo Spirito Santo accompagni il nostro cammino di preghiera, sia lui l'anima della nostra preghiera, sia lo Spirito Santo a illuminare la nostra riflessine sulla grande preghiera che Gesù ci ha insegnato.
Illumini e renda attenti i nostri cuori alla volontà del Padre, affinché si possa realizzare quel progetto d'amore, che il Signore ha su ciascuno di noi.
E Maria, Madre della Chiesa, Madre della nostra vocazione ci sia di guida in questo stupendo itinerario che stiamo percorrendo.
"Sia fatta la tua volontà".
Che cosa si deve intendere per volontà di Dio? E che cosa significa fare questa volontà?
Cercheremo di rispondere a questi due grossi interrogativi.
Nell'A.T. si parla di due modi della volontà di Dio: un modo che potremmo definire attivo e un modo passivo.
Attivo: gli uomini devono compiere la volontà di Dio, ciò che è a lui gradito, perché lo amano e vogliono seguire i suoi comandi.
Passivo: l'uomo deve essere alla ricerca continua della volontà di Dio su di lui, dove fare la sua volontà corrisponde per l'uomo all'unica a piena maniera di realizzarsi come persona.
Fare la volontà di Dio non è soltanto eseguire i suoi comandi; se così fosse in gioco sarebbe l'uomo e non Dio e "Sia fatta la tua volontà" equivarrebbe a una semplice richiesta di aiuto: aiutaci a fare la tua volontà.
Ma non è questo che chiediamo al Padre con la preghiera che Gesù ci ha insegnato.
Questa terza domanda è teologica - ci dicono gli studiosi - come le prime due e guarda le cose dal lato di Dio, non anzitutto nell'uomo.
Il verbo è nella forma passiva e pone in primo piano Dio lasciando in ombra l'uomo; la stessa parola volontà esprime in genere desiderio e compiacenza, non soltanto decisione e comando.
La volontà di Dio equivale al compiacimento di Dio; allora la volontà è un disegno che deve farsi realtà: chi prega Sia fatta la tua volontà manifesta un grande desiderio, un ardente desiderio che Dio Padre realizzi in Cristo Gesù, nello Spirito Santo il suo disegno di salvezza.
Dal lato dell'uomo esige l'impegno di conformare la propria volontà a quella del Signore, come insegna una massima della spiritualità giudaica: "La sua volontà sia la tua volontà, affinché la tua volontà diventi la sua volontà".
Un gioco di parole che esprime un concetto molto profondo.
"Non la mia volontà sia fatta, ma la tua".
La domanda non riguarda l'esecuzione da parte del Padre della propria volontà: ciò che il Padre vuole fare lui stesso, lo compie sovranamente, disponendo di una potenza infinita; ma riguardo alla volontà del Padre, in quanto deve essere accolta liberamente dagli uomini e trovare in essi una volontà di cooperazione e quindi, dicevamo, l'impegno di conformarsi alla volontà di Dio su di noi.
Qui sta la difficoltà. Con le loro azioni libere, gli uomini possono ostacolare - e ne abbiamo fatto esperienza più volte nel cammino della nostra vita - o favorire l'attuazione dei disegni di Dio sul mondo, su di noi.
Il dramma del peccato mostra sufficientemente l'ostacolo che la creatura può innalzare sulla via prescelta dal Creatore; e quanti fratelli e sorelle pongono questi ostacoli e non permettono che Dio entri, col suo amore misericordioso nel cuore della vita degli uomini?
Nell'A.T. era stato più volte espresso l'obbligo di seguire la volontà di Dio, di osservare i suoi precetti.
Gesù pone questo obbligo in una prospettiva paterna e filiale.
La volontà del Padre è avvolta di amore paterno - e questo cambia tutto - e filiale.
Il termine aramaico tradotto con "volontà divina" esprime un desiderio che viene spontaneamente e che costituisce una intenzione ferma e deliberata.
Il desiderio è quello che scaturisce da un cuore paterno e il disegno in cui esso si esprime non può essere animato che da una intenzione benevola.
Si potrebbe tradurre così: "Si compia, o Padre, ciò che piace al tuo cuore" o, se volete, "ciò che rientra nel tuo amore per noi creature" ciò che rientra nella pienezza del tuo amore.
"La volontà del Padre è che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità" ( 1 Tm 2,4 ).
"Egli usa pazienza non volendo che alcuno perisca, ma che tutti siano salvi" ( 2 Pt 3,9 ).
Ed è bene anche confrontare Mt 18,14.
Il suo comandamento, che compendia tutti gli altri e ci manifesta la sua volontà, "è che ci amiamo gli uni gli altri come egli ci ha amato"; e qui è bene confrontare Gv 13,34; 1 Gv 3,4; Lc 10,25-37.
"Chi non ama non ha conosciuto Dio" e tanto meno la sua volontà "perché Dio è amore" ( 1 Gv 4,8 ).
La parola carità, che qui traduciamo con amore indica l'amore in quanto è amore di Dio, in quanto è Dio.
Dio è amore e chi non ha conosciuto Dio non ama, perché l'amore viene da Dio.
Quando siamo nel peccato non possiamo amare, perché non c'è Dio, non c'è il suo amore; quando confessiamo i nostri peccati e ci riconciliamo, allora ecco che l'amore di Dio torna a essere presente nel nostro cuore e ad agire nella nostra vita.
Dice s. Agostino: "Dio è amore. Colui che ama, colui che è amato, l'amore per definizione" ( De Trinitate 8,10 ).
Stupenda la preghiera dell'amore che in questo momento vogliamo pregare insieme: "Dio è amore, amore perché ama, amore che è amato, amore che ama colui che l'ama, amore di questo amore.
Dio è amore, amore di quelli che si amano, di quelli che lo amano e di quelli che egli ama; l'amore di Dio è eterno, è un dono eterno.
Dio è amore, Trinità d'amore, amore perfetto, perfezione dell'amore".
Ci dice san Giovanni che "noi ci amiamo perché egli ci ha amati per primo.
Se uno dicesse: io amo Dio e odiasse il suo fratello, è un mentitore.
Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede" e va contro la volontà di Dio, non sta cooperando perché si realizzi la volontà di Dio su di noi.
"Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio ami anche il fratello" ( 1 Gv 4,19-21 ).
Ci dice san Paolo: "Egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva prestabilito, il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose.
In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati, secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà" ( Ef 1,9-11 ).
Nel Discorso della Montagna si leggono alcune parole di Gesù che non cessano di inquietare: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli" ( Mt 7,21-23 ).
C'è chi parla continuamente di Dio e ne parla anche bene: "Signore, Signore", ma poi dimentica di fare la sua volontà.
C'è chi si illude di lavorare per il Signore; ci dice ancora il Vangelo: "Abbiamo profetato nel tuo nome, cacciato i demoni e compiuto miracoli nel tuo nome", ma scoprirà in quel giorno di essergli sconosciuto: "Non vi ho mai conosciuto - dirà Gesù - allontanatevi da me!".
"Gesù, entrando nel mondo ha detto: "Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà"" ( Eb 10,7 e Sal 40,7 ).
Solo Gesù può affermare: "Io faccio sempre le cose che sono gradite al Padre" ( Gv 8,29 ) e nella preghiera della sua agonia egli acconsente totalmente alla volontà del Padre.
È un momento forte questo, sapete! "Non sia fatta la mia, ma la tua volontà, o Padre" ( Lc 22,42 ).
Ecco perché "Gesù ha dato se stesso per i nostri peccati, secondo la volontà di Dio" ( Gal 1,4 ):
"È appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo" ( Eb 10,10 ).
"Gesù, pur essendo figlio, imparò tuttavia l'obbedienza dalle cose che patì" ( Eb 5,8 ); a maggior ragione noi, creature e peccatori, diventati in lui figli di adozione.
Solo uniti a Gesù e con la potenza dello Spirito Santo, possiamo consegnare a lui la nostra volontà e decidere di scegliere ciò che sempre ha scelto Gesù Cristo: fare ciò che piace al Padre.
Ce lo dice anche il Catechismo della Chiesa cattolica: Aderendo a Cristo, possiamo diventare un solo spirito con lui e così compiere la volontà del Padre.
In tal modo essa sarà fatta perfettamente in terra come in cielo"( Cat. Chiesa Cat nn.2824-2825 ).
E Giovanni Crisostomo ci dice: "Considerate come Gesù Cristo ci insegna ad essere umili, mostrandoci che la nostra virtù non dipende soltanto dai nostri sforzi, ma anche dalla grazia di Dio.
Egli comanda ad ogni fedele che prega di farlo con respiro universale, cioè per tutta la terra; egli infatti non dice:
"Sia fatta la tua volontà" in me o in voi, ma "in terra", e ciò perché dalla terra sia eliminato l'errore e sulla terra regni la verità, sia distrutto il vizio, rifiorisca la virtù e la terra non sia più diversa dal cielo".
È mediante la preghiera che "possiamo discernere la volontà di Dio", ce lo dice san Paolo ( Rm 12,2 ) e ottenere la costanza nel compierla: Gesù ci insegna che si entra nel regno dei cieli non a forza di parole - l'abbiamo detto prima -, ma facendo la volontà del Padre suo che è nei cieli ( Mt 7,21 ).
Bello quanto preghiamo con il Sal 119: "Signore, scaturisca dalle mie labbra la tua lode poiché mi insegni i tuoi voleri. La mia lingua canti le tue parole, perché sono giusti tutti i tuoi comandamenti; mi venga in aiuto la tua mano, perché ho scelto i tuoi precetti".
Ed ancora: "Sette volte al giorno io ti lodo per le sentenze della tua giustizia. Grande pace per chi ama la tua legge, nel suo cammino non trova inciampo. Aspetto da te la salvezza, o Signore, e obbedisco ai tuoi comandi".
E poi il Signore sostiene e accompagna la nostra vita con la forza del suo amore: "Signore, io custodisco i tuoi insegnamenti e li amo sopra ogni cosa; osservo i tuoi decreti e i tuoi insegnamenti, davanti a te sono tutte le mie vie".
Allora la sua volontà per noi si fa tenerezza, è tenerezza che si china sull'uomo per condurlo sulla strada della salvezza, per farlo entrare nella pienezza dell'amore del Padre: "Essi erano partiti nel pianto e io li riporterò tra le consolazioni, così dice il Signore.
Li condurrò a fiumi d'acqua per una strada diritta in cui non inciamperanno perché io sono Padre per Israele, Efraim è il mio primogenito" ( Ger 31,9 ).
E l'apostolo Pietro ci dice: "Come figli obbedienti, non conformatevi ai desideri di un tempo, quando eravate nell'ignoranza, ma ad immagine del Santo che vi ha chiamati diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta"