Primo commento all'art. 2

Nella sua vita

Luca ci presenta Gesù che nell'atto di inaugurare il suo ministero pubblico legge e fa sue nella sinagoga di Nazaret queste parole di Isaia:

" Lo spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l'unzione,
e mi ha mandato per annunciare ai poveri un lieto messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione,
e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi,
e predicare un anno di grazia del Signore " ( Lc 4,11-18 ).

In realtà la vita pubblica di Gesù è tutta un ripiegarsi sull'uomo, è tutta un prodigarsi per la salvezza dell'uomo, è tutta per il perdono dell'uomo e la sua elevazione sino all'intima Unione con Dio.

" Medico dei corpi ma soprattutto delle anime, fattosi i tutto simile ai fratelli, sperimenta sulla sua stessa carne la durezza della sofferenza umana ( Eb 2,17-18 ), con questa esperienza accetta liberamente di morire sulla croce per la redenzione del mondo, assumendo su se stesso tutto il male e il peccato del mondo.

Con questa esperienza accetta liberamente di morire sulla croce per la redenzione del mondo, esprimendo la massima testimonianza dell'amore misericordioso suo e del Padre, amore misericordioso che non è venuto meno con la sua ascesa al santuario del cielo dove siede alla destra del Padre qual " sommo sacerdote misericordioso e fedele " ( Eb 2,17 ) al quale possiamo rivolgerci " per ottenere misericordia e trovare grazia per il momento opportuno " ( Eb 4,16 ).

Amore misericordioso che continua ad esprimersi attraverso l'intercessione di Cristo che presenta la Padre le sue piaghe sanguinanti e gloriose segno dell'adempimento della volontà del Padre e dell'amore misericordioso suo e del Padre verso ciascuno di noi.

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