4 Dicembre 2015

Guida

Con il segno della croce salutiamo il Signore nostro Dio, Maria SS.ma, gli Angeli e i Santi del cielo, che già ci stanno aspettando per unirsi alla nostra adorazione: "Nel nome del Padre e del Figlio e della Spirito Santo".

Esprimiamo ora nel canto la gioia di trovarci insieme a questo importante incontro.

Canto: Padre t'amiamo n° 24

Presentare ora il tema dell'incontro e accennare al perché Gesù venne tra noi.

Tema: Come prepararci a vivere santamente la venuta di Gesù

Gesù viene a salvarci per permetterci di raggiungere il fine per cui siamo stati creati che è quello renderci figli di Dio rimovendo il peccato che si oppone a questo meraviglioso progetto e a tutto ciò che si oppone al farci vivere nella gioia dei figli di Dio.

Canto: Lasciati andare n° 11 2 strofe

Guida

Vi proponiamo ora alcune riflessioni sul Natale, alternandole con un canto sulla misericordia di Dio.

Letura

Tra pochi giorni festeggeremo la nascita di Gesù che richiama alla nostra mente alcuni interrogativi: La nascita di Gesù quali vantaggi ci offre?

Come sarebbe stata la nostra vita se Egli non fosse nato?

Poiché non conosciamo il giorno in cui storicamente nacque Gesù, perché festeggiamo la sua nascita il 25 dicembre?

La data del Natale cristiano riprende quella del calendario romano che il 25 dicembre celebrava il solstizio invernale e il "natale" ( ossia la nascita ) del "sole vittorioso".

La prima testimonianza della solennità cristiana è offerta a Roma da un cronografo del 354.

Il senso della festa del Natale di Gesù Cristo va oltre il fatto di ricordare il giorno della sua nascita per sottolineare la sua manifestazione come Salvatore.

Canto: Misericordias Domini n° 13 ripetuto

Per capire meglio il Natale di Gesù, che tra pochi giorni festeggeremo, occorre ripensare al contesto di povertà nel quale avvenne la sua nascita: Gesù nasce povero, in una stalla.

Maria lo mette al mondo in un luogo privo di ogni comodità, senza alcun soccorso umano, a tal punto che "per il suo primogenito non c'è altro giaciglio che una mangiatoia" ( Lc 2,17 )

L'esempio di Gesù che nasce praticando l'umiltà in grado sublime, induce anche noi ad amarla al sommo, poiché proprio per farcela amare, Egli ha voluto ridursi in tale stato.

Quindi nessuna meraviglia se saremo privi di qualcosa anche necessaria, poiché Gesù Bambino ha mancato di tutto.

Il Figlio di Dio volle che l'umanità di cui si è rivestito fosse nella più completa indigenza.

Per questo esige che anche noi riproduciamo i sentimenti del suo animo.

Solo a tale condizione prenderà pieno possesso del nostro cuore.

Canto: Misericordias Domini n° 13 ripetuto

Gesù Bambino non è una tradizione annuale, non è un mito, non è una favola.

Gesù che nasce tra noi è parte della nostra storia umana.

Il senso teologico della venuta di Gesù non distrugge di per sè la cornice e la poesia del Natale, ma la ridimensiona e la colloca nel giusto contesto.

Gesù che nasce è la Parola di Dio che si fa carne: noi, esseri umani, siamo portati a soffermarci di più sul bambino tenero e fragile che non sul suo aspetto di Verbo Incarnato.

Per riconquistare gli uomini, per sollevarli verso di sé, per parlare con loro, Dio è venuto quaggiù come un bambino il cui balbettio è facile soffocare, ed effettivamente molti lo soffocano.

Lo soffocano facendo del Natale la festa del consumo, dello spreco istituzionalizzato, la festa dei regali e dei bambini, della tredicesima e del panettone; festa di una certa poesia di Generale bontà, di un diffuso sentimentalismo che si vernicia di generosità e di commozione.

Altri soffocano il Dio Bambino impedendogli di crescere; per essi Dio rimane bambino per tutta la loro vita: una fragile statuetta di terracotta, relegata in una scatola, che si adagia nella bambagia una volta all'anno: solo una scusa per dare un aspetto religioso alla grande baldoria del natale pagano.

Le parole di questo Bambino non sono ascoltate perché ritenute impegnative e inopportune, mentre un cristianesimo-caramella è molto più comodo.

Canto: Misericordias Domini n° 13 ripetuto

Un Natale vissuto cristianamente, in chi riconosce in quel Bambino il suo Signore e il suo Dio, dovrebbe produrre:

• L'orrore e l'avversione a ogni peccato, vedendo quanto il Figlio di Dio si è abbassato e umiliato, annichilendo se stesso, facendosi bambino per distruggere il peccato.

• La grande fiducia di ottenere da Dio il perdono dei peccati a patto che ne abbiamo vero dolore, con il fermo proposito di non peccare mai più con deliberata volontà.

• Un amore grande per nostro Signore e una tenera devozione verso di Lui accolto come Dio Bambino, nato per nostro amore.

• Disprezzo delle ricchezze e degli onori vedendo il Figlio di Dio nascere in questo mondo così povero e umiliato.

• Il desiderio di imitarlo in tutto le virtù delle quali ci dà l'esempio fin dalla nascita.

Canto: Misericordias Domini n° 13 ripetuto

Dio carità.

Dio ci ha amati di amore eterno!

"Pare che il Signore dicesse: l'uomo non mi ama perché non mi vede, voglio da lui farmi vedere e così farmi amare.

L'amore divino verso l'uomo era troppo grande, e tale era sempre stato; ma questo amore non era ancora apparso …

Allora veramente apparve quando il Figlio di Dio si fa vedere pargoletto in una stalla, su poca paglia" ( S. Alfonso ).

Ecco il mistero natalizio; ecco il grido esultante di S. Paolo: " La grazia di Dio, Salvatore nostro, s'è mostrata a tutti gli uomini …

Apparve la bontà e l'amore di Dio verso gli uomini di Dio Salvatore nostro" ( Tt 2,11-15 )

Ecco il beato annuncio "della grande allegrezza" che l'Angelo porta ai pastori: "Oggi vi è nato un Salvatore, che è il Cristo Signore"

Il nostro Dio è qui, in mezzo a noi: "É nato a noi un Bambino, ci è stato dato un figlio … il suo nome è Ammirabile, Dio principe della pace,Padre del futuro secolo!

Giubilate al Signore, abitanti della terra!

Venite o genti, e adorate il Signore".

Su venite, adorate, ascoltate, giubilate!

Gesù il Verbo del Padre, ci dice una grande parola: Dio vi ama!

La gioia per la nascita di questo bambino non ci faccia dimenticare che egli nasce per insegnarci la via dell'amore, per vivere da figli di Dio e per morire sulla croce per poterci donare ora e nell'altra vita la gioia della salvezza.

Per questo Suo incomparabile dono d'amore possiamo affermare con gioia che Gesù è il nostro amabilissimo Signore.

L'attuale mentalità del mondo anche cristiano, contagiata dall'andazzo presochè pagano sopra citato, non sempre gioisce per la nascita di Gesù Bambino.

Che fare allora per vivere il Natale come dovrebbero viverlo almeno tutti i cristiani?

Occorre reagire andando gradatamente contro corrente, con un comportamenti che sgorghino da vero amore verso questo Bambino e verso i suoi e nostri fratelli, sia in famiglia che nel proprio ambiente di vita.

Occorre soprattutto andare alla radice di queste deviazioni derivanti, il più delle volte da grande ignoranza religiosa e dal sentimentalismo che favoriscono la proliferazione di sette religiose di ogni tipo e l'attuale dilagante indifferenza religiosa che constatiamo.

Canto: Misericordias Domini n° 13 ripetuto

Noi che da tempo partecipiamo ai Cenacoli settimanali e mensili cerchiamo di non cedere alla tentazione di adagiarsi in una vita comoda evitando di impegnarci davvero nella missione evangelizzatrice che gratifica solo gli umili e i puri di cuore.

Non accogliamo la tentazione di pensare che in presenza della grande indifferenza religiosa denunciata nulla possa più cambiare la situazione attuale.

Chi giungesse a pensare così ignorerebbe di fatto la presenza di Dio che nasce e muore sulla Croce non per salvare solo qualcuno, ma per salvare tutti.

Anche se spetta a noi operare per estendere, per quanto sia possibile, l'evangelizzazione in realtà non siamo noi a cambiare i cuori, ma solo il Signor può farlo attraverso di noi, se saremo un riflesso del suo amore.

Volendo riassumere ed esser aiutati a ricordarle le diverse riflessioni presentate ne sottolineo due, e cioè: - illimitato amore a Dio e al prossimo e - una illimitata umiltà, anche se per questo rischiamo di venire emarginati o derisi dalle persone che "contano" ignorando che Dio resiste ai superbi e che esalta gli umili.

Grazie, carissimi, per essere venuti a questo incontro.

Siamo in verità pochi come erano pochi i primi apostoli, riuniti da Gesù; ma poiché pur essendo pochi essi non si trattennero dallo spendere la loro vita per Lui fino al martirio, poterono raggiungere tutto il mondo.

Chiediamo dunque al Signore che doni anche a noi la grazia della fedeltà al suo amore, "costi quel che costi", fosse anche il martirio qualora ci venisse richiesto.

Qualora ponessimo delle condizioni all'accoglienza del nostro impegno apostolico, per il timore di dover affrontare dei sacrifici, la nostra fede in Dio sarebbe fatta solo di parole e non nel seguire Gesù fino alla Croce.

Buon Natale miei cari amici attendiamo la venuta del Bambino Gesù con l'amore, la gioia e l'umiltà di Maria e di S. Giuseppe per poter gioire, con amore e gratitudine, per la venuta, tra noi, del Verbo di Dio che si fa uomo per salvarci.

In che cosa consiste la salvezza della quale spesso si parla?

La salvezza consiste nel raggiungere il fine per cui siamo stati creati che , come sappiamo, é quello di essere fatti figli di Dio, e di conoscerlo amarlo e servirlo in questa vita per poi goderlo per tutta l'eternità in paradiso.