Cenacolo N° 20
Se nel seno della SS: Trinità non ci fosse il Figlio, al Padre mancherebbe l'Amore e Dio non sarebbe Trinità: tre persone divine, che sono uno.
Tre amori che si contemplano e si donano, stretti in un abbraccio che dei Tre distinti fa una unità inscindibile.
L'amore vero è la perfezione delle perfezioni, il vertice dello Spirito del Creatore e della creatura, la loro sintesi.
L'amore rende sopportabile anche il più atroce dolore.
Se Gesù non avesse amato non avrebbe potuto sopportare la Passione, la croce e il martirio dell'Addolorata.
La carità usata dai ladroni non sarà, almeno nei migliori senza ricompensa; la conversione non avvenuta ora, può operarsi lentamente.
Gesù non ha mortificato i peccatori col respingerli.
Avevano un moto iniziale di bontà.
Tra le persone che incontreremo sul nostro cammino troveremo anche dei delinquenti.
Non disprezziamoli come i farisei.
Avviciniamoli loro con amore grande, per così dire infinito.
L'uomo limitato nei suoi atti, può possedere un amore infinito, se sarà unito a Dio da essere un tutt'uno con lui.
Allora scomparirà la creatura nel Creatore.
Opera il Creatore che è infinito.
Gli apostoli devono essere stretti a Dio con la potenza dell'amore, da fondersi in lui.
Gesù aiutami ad essere tutto tuo, come tu mi vuoi.
Insegnami a perdonare a chi mi fa, o che mi ha fatto del male, per imitare te che perdonasti coloro che ti crocifiggevano.
Aiutami ad andare contro corrente amando chi mi odia, a fare del bene a chi mi fa del male, aiutami a sorridere a chi si meriterebbe uno schiaffo perché calpesta Te e i poveri.
Aiutami Gesù ad essere le tua gioia e la tua consolazione.
Promesse al Fondatore de Movimento Gesù, 7 aprile 1913:
"Dirai al Fratello Teodoreto che io lo amo, e chi lo ama è il cuore di Gesù; sapendo ciò gli basta per essere contento".
Gesù risorto ha voluto conservare nel suo corpo, le piaghe causate dal tremendo supplizio della croce, ora non più sanguinanti, ma trionfanti e gloriose.
Chiediamoci il perché Gesù le abbia voluto conservarle? …
Le ha voluto conservare perché fossero, nel tempo e nell'eternità, la più alta e indelebile testimonianza, una sintesi, del suo amore per gli uomini.
S. Tommaso, l'Apostolo, che non era presente la sera quando Gesù resuscitato si presentò agli Apostoli, venne informato dagli altri Apostoli, con grande indicibile gioia di aver visto Gesù risorto …
Ma lui disse loro: "se io non metterò il mio dito dentro le sue piaghe, non crederò"; otto giorni dopo Gesù, apparve di nuovo agli Apostoli, presente anche Tommaso.
Rivolto a lui Gesù gli dice di mettere il suo dito dentro le piaghe delle sue mani e del suo costato.
A tale vista Tommaso, vinto ogni dubbio, proclama Gesù suo Signore e suo Dio.
Gesù conserva queste sue piaghe nell'eternità non più come occasione di sofferenza, ma occasione di merito davanti al Padre suo, ed è in forza di queste piaghe che Lui , nella sua umanità, intercede per noi, fa da mediatore fra il cielo e la terra.
"Dio ci elesse in Gesù Cristo, prima della creazione del mondo, perché fossimo santi ed irreprensibili davanti a Lui; nel suo amore, secondo il beneplacito della sua volontà, ci ha predestinati ad essere figli adottivi, per mezzo di Gesù Cristo, a gloria sua e perché si celebri la magnificenza della sua grazia, con la quale ci ha resi piacevoli ai suoi occhi, nel suo prediletto Figliuolo". ( Ef 1,4-6 )
L'Apostolo San Paolo, che fu rapito al terzo cielo e scelto da Dio per "disgelare a tutti", come dice egli stesso, "la dispensazione o l'economia del mistero nascosto in Dio da secoli", traccia con queste parole il disegno divino su di noi.
Solamente Dio, nostro creatore, autore della nostra salvezza e sorgente prima della nostra santità, poteva farci conoscere ciò che desidera da noi affinché giungiamo fino a Lui.
Perciò l'apostolo lavora continuamente per far conoscere questo disegno eterno, stabilito da Dio stesso per effettuare la santità delle anime nostre.
( Raccolta di pensieri sull'ideale cristiano e religioso, proposti ai membri dell'Unione, dal Ven. fr. Teodoreto. )