Cenacolo N° 31
Misero l'uomo separato da Dio col peccato e che spreca il tesoro della vita terrena, dato per trasformarci in figli di Dio nella vita eterna celeste.
Il grande dolore di Cristo morente non fu il supplizio della croce, ma l'inutilità della sua morte per tanti dannati, disperati, ridotti in quello stato per non aver pregato.
Ogni uomo può cadere, ma è "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo", che confida in se stesso.
Ogni peccatore può rialzarsi, e anzi, superare l'innocente per maggiore umiltà e amore.
Alla maggiore umiltà-amore corrisponde una maggiore grazia e santità.
Origine della gioia:
La gioia deriva dall'amore puro.
La gioia che deriva dal peccato è una falsa gioia.
Non illudiamoci di trovare la vera gioia nelle ricchezze; è infatti meglio per l'uomo rimanere povero avendo Dio, che vivere tra i fastigi del progresso, senza Dio, perché. una cosa sola è necessario conseguire: il regno di Dio, e noi siamo sulla terra solo per conquistarlo.
Gesù che sulla croce hai esperimentato la solitudine della morte, perdona la nostra incredulità.
Tu che salisti sulla croce per vincere le nostre inimicizie e divisioni, donaci la grazia di saper accogliere il tuo amore e di rispondere con generosità al tuo appello per l'unità.
Gesù Crocifisso 3 Gennaio 1913
Oh quanto è dolce, consolante il nostro Redentore!
Ah! Non pretende da noi cose straordinarie per ottenere il suo amore ma le piccole; le grandi, poi, vengono dal suo cuore paterno Cuore.
"In avvenire, Leopoldo, come il corpo ha bisogno di nutrimento materiale,l'anima tua sarà sostenuta dalle cose spirituali!"
Dio vede il mio desiderio di lasciare questo esilio sopra la terra; per questo mi disse: "No, no! Sta' ancor qui, quando sarà l'ora richiamerò."
"L'uomo e la sua vocazione suprema ci sono rivelate in Cristo, mediante la rivelazione del mistero del Padre e del suo amore".
In Cristo e mediante Cristo abbiamo la suprema rivelazione dell'amore di Dio, tramite le azioni del Figlio Gesù, tramite le sue parole, e infine mediante la sua morte di croce e la sua resurrezione in cui diventa anche particolarmente visibile Dio nella sua misericordia.
Giovanni Paolo II ci disse che Cristo, redentore del mondo, rivela pienamente l'uomo all'uomo stesso, e che tale rivelazione può compiersi solo attraverso un sempre più maturo riferimento a Padre e al suo amore".
"Il modo e l'ambito in cui si manifesta l'amore viene determinato nel linguaggio biblico « misericordia »".
La morte è venuta a visitare un gran numero di persone che ho conosciuto, ricche, felici.
Mi piace tornare col pensiero ai luoghi incantatori ov'essi hanno vissuto, e domandarmi dove sono, che cosa giovano loro i castelli, i parchi nei quali le ho viste godere le comodità della vita?
… E vedo che tutto è vanità e afflizione di spirito sotto il sole … che l'unico bene è amare Dio con tutto il cuore, ed essere, quaggiù, poveri di spirito
I giorni più radiosi sono seguiti da tenebre; soltanto il giorno della prima, unica, eterna comunione del cielo sarà senza tramonto.
( Pensieri di S. Teresa di Gesù Bambino )
Tra i doni dello Spirito Santo, San Paolo enumera la benevolenza, la mitezza, la pazienza, il dominio di sé: tali virtù sono alla base per un positivo e fruttuoso relazionarsi in famiglia.
Dice il Signore: Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. ( Mt 5,5 )
La concretezza storica dei frutti dello Spirito significa ad esempio: la necessità di creare un clima di gioia familiare; il bisogno, in una società violenta che crea violenti, di far sperimentare ai figli un clima di pace e serenità, che non escluda la valutazione delle difficoltà; aiutare tutti a crescere, ma nella pazienza, perché non si può avere tutto e subito come talvolta inculca la nostra società.
Far sentire a tutti in famiglia in ogni circostanza che possono contare sempre sulla benevolenza ed eventualmente sul perdono, che scaturisce dalla misericordia reciproca, come da un patto che si rinnova ogni giorno, dalla comprensione che diventa benignità, equanimità, mitezza.
Ciò vuol dire aiutarsi vicendevolmente, nei momenti difficili e nelle tentazioni contro la fedeltà, a rimanere fermi e a garantirsi reciprocamente, nel patto della misericordia, la fedeltà dell'oggi per la vita del domani.
Ciò significa pure creare e ricreare sempre un ambiente positivo dove si sciolgono le tempeste, si curano le ferite, si superano le difficoltà, si placano i drammi della carne e del sangue, dell'egoismo, delle sconfitte …
Una famiglia dove i rapporti sono improntati alla paziente benevolenza che attende sempre dall'altro la risposta, la favorisce, nella paziente attesa che Dio operi dal di dentro della persona, incalzata dall'amore del coniuge.
Una famiglia dove la bontà fa trasparire un amore che ci si comunica a vicenda, la fedeltà non è incrinata né da sospetti né da atteggiamenti, la mitezza e il dominio di sé prevalgono contro le mille tentazioni di turbare la pace e la comunione che feriscono e distruggono.
Una famiglia così ha lo Spirito come atmosfera della casa e attira come un focolare le persone che intirizzite dal freddo cercano luce e calore.
( p. Jesùs Castellano Cervera )