Cenacolo N° 38
Un atto perfetto di amore di Dio riconcilia immediatamente l'anima con Dio, anche se macchiata di peccati gravi.
Se infatti l'anima è pentita del male fatto e ha la volontà di confessarsi, è perdonata ancora prima dell'assoluzione sacramentale.
Ci ha detto Gesù: " Se uno mi ama – ci ha detto Gesù - osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e verremo a lui e faremo dimora in lui". ( Gv 14,23 )
"Dio è amore e chi sta nell'amore sta in Dio". ( 1 Gv 4,16 )
Gesù è il Signore. davanti a Lui, un giorno, ogni ginocchio, infallibilmente, "si piegherà"! ( Is 45,23 )
Signore è il nome con cui veniva chiamato Gesù risorto che è il tema che ci riguarda più direttamente.
In questa riflessione Dio era "Dio" e "Padre" prima che esistessero il mondo, gli angeli e gli uomini, ma non era ancora " Signore".
Diventa Signore, Dominus, a partire dal momento in cui esistono delle creature sulle quali egli esercita il suo "dominio" e che accettano liberamente questo dominio.
Siamo noi, in un certo senso, che facciamo di Dio il "Signore"!
Tale dominazione di Dio, rifiutata dal peccato, è stata ristabilita dall'obbedienza di Cristo, nuovo Adamo.
Dio è diventato, in Cristo nuovamente Signore a un titolo più forte: per creazione e per redenzione.
Dio ha ripreso a regnare dalla croce!
" Per questo Cristo è morto ed è tornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi". ( Rm 14,9 )
Gesù è morto per i nostri peccati; è risorto per la nostra giustificazione: perciò Gesù è il Signore.
"Se confesserai con la tua bocca che Gesù Cristo è il Signore e crederai con tutto il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo". ( Rm 10,9 )
Un giorno, dopo la Pasqua, Gesù in riva al lago comparve agli Apostoli, andati a pescare, ma essi non lo riconobbero.
Ma ecco che nel cuore di uno di essi – il discepolo che Gesù amava – si accese improvvisamente una luce; lo riconobbe ed esclamò: "É il Signore!" ( Gv 21,7 ).
Si capisce, da qui, perché San Paolo afferma che "nessuno può dire 'Gesù è il Signore!', se non nello Spirito Santo".
( Cfr. Il potere della croce di R. Cantalamessa )
Quanto è importante in una famiglia sapersi incoraggiare, stimolare, rincuorare a vicenda; quanto è decisivo sentirsi stimati e valorizzati dai genitori. dai figli, dai fratelli. dai nonno, etc.
Si possono realizzare i sogni più grandi!
E voi padri, non esasperate i vostri figli,perché non si scoraggino, ma fateli crescere nella disciplina e negli insegnamenti del Signore. ( Ef 6,4; Col 3,21 )
Educare all'ottimismo significa prima di tutto creare e mantenere un'atmosfera familiare ricca di stimoli che nutra le quattro dimensioni più importanti della vita: fisica, affettiva, mentale e spirituale.
Lo possono fare soprattutto i genitori con alcune semplici attenzioni.
1) Dare ai figli una valida immagine di sé.
Ammirate i vostri figli e dimostrate loro la vostra stima, fiducia e responsabilità.
Il modo migliore consiste nel coinvolgerli sempre di più nella vita della famiglia.
Fornite loro dei punti di riferimento …
2) Insegnare ai figli che i problemi si risolvono …
3) Abituateli ad apprezzare quello che hanno …
4) Proporre loro delle mete e raggiungerle insieme …
5) Incoraggiarli sempre e abituarli allo sforzo.
Evitate i falsi incoraggiamenti.
Un incoraggiamento fasullo è in genere l'ultima cosa di cui un ragazzo ha bisogno …
Un bambino deve crescere senza pensare al "fallimento".
I figli devono essere educati alla fiducia in se stessi e nel futuro.
Insegnate come si può dominare il proprio temperamento.
6) Cercare la compagnia di persone ricche di speranza.
É davvero vitale crescere in un ambiente ricco di stimoli costruttivi.
Cercate un rinforzo sociale positivo.
7) Coltivare la fantasia e la creatività.
Donate loro abitudini intellettuali.
Abituateli a vedere il bello, ascoltate musica, fate passeggiate, ridete spesso.
8) Aiutarli a vincere i punti deboli.
Devono essere e sentirsi "competenti" in qualcosa.
9) Alimentare con cura lo spirito.
La cosa peggiore che può capitare ad una persona è la perdita della forza dello spirito.
Ma lo slancio spirituale tende ad "evaporare" nelle famiglie che non si ritagliano uno spazio per leggere e meditare sulla fede e, soprattutto, per pregare insieme.
( don Bruno Ferrero )