Cenacolo N° 42
Quanti partecipano ai Cenacoli si impegnano ad adorare il Crocifisso con crescente amore, con un amore sempre più perfetto, ma qual è l'amore perfetto?
L'amore perfetto è quello di chi ama Dio in se stesso e gode di Lui.
Nella liturgia del Venerdì Santo ci viene consegnato il mistero della signoria di Cristo, ci viene mostrato anche visibilmente, che nella Chiesa, ogni ginocchio si piega davanti a Lui.
Gesù crocifisso è il Gesù che noi proclamiamo "Signore", non un Gesù diverso, un Gesù facile, all'acqua di rose.
Perché noi potessimo avere il privilegio di salutarlo Re e Signore, Gesù accettò di essere salutato re da burla; perché noi potassimo avere il privilegio di piegare umilmente il ginocchio davanti a lui, Gesù accettò che gli si inginocchiassero davanti per scherno e derisione.
Allora - è scritto - "i soldati lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela posero sul capo.
Cominciarono poi a salutarlo … gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui". ( Mc 15,16-19 )
Nelle adorazioni al Crocifisso risorto dobbiamo mettere tanta gratitudine, perché troppo grande è il prezzo che egli ha pagato.
Tutte le "proclamazioni" che Gesù udì da vivo, furono genuflessioni di ignominia.
Non dobbiamo aggiungerne altre con la nostra freddezza e superficialità.
Quando spirava sulla croce, aveva ancora negli orecchi l'eco assordante di quelle grida, e la parola "Re" gli pendeva scritta sopra la testa come una condanna.
Ora che Egli vive alla destra del Padre ed è presente, nello Spirito, in mezzo a noi, che i suoi occhi vedano ogni ginocchio piegarsi e con esso piegarsi la mente, il cuore, la volontà e tutto; che i suoi orecchi odano il grido di gioia che erompe dal cuore dei redenti: "Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre!".
( Cfr. Il potere della croce di R. Cantalamessa )
Una famiglia che si ritrova a pregare insieme nella libertà e nella verità, rende saldi e inscindibili i legami affettivi e diventa casa accogliente per il prossimo.
Famiglia: piccola Chiesa domestica.
In ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito. ( Ef 6,18 )
La preghiera familiare ha sue caratteristiche.
È una preghiera fatta in comune, marito e moglie insieme, genitori e figli insieme.
La comunione nella preghiera è, ad un tempo, frutto ed esigenza di quella comunione che viene donata dai sacramenti del battesimo e del matrimonio.
Ai membri della famiglia cristiana si possono applicare in modo particolare le parole con le quali il Signore Gesù promette la sua presenza: "In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà.
Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro". ( Mt 18,19s )
Tale preghiera ha come contenuto originale la stessa vita di famiglia, che in tutte le sue diverse circostanze viene interpretata come vocazione di Dio e attuata come risposta filiale al suo appello: gioie e dolori, speranze e tristezze, nascite e compleanni, anniversari delle nozze dei genitori, partenze, lontananze e ritorni, scelte importanti e decisive, la morte di persone care, ecc. segnano l'intervento dell'amore di Dio nella storia della famiglia, così come devono segnare il momento favorevole per il rendimento di grazie, per l'implorazione, per l'abbandono fiducioso della famiglia al comune Padre che sta nei cieli.
La dignità, poi, e la responsabilità della famiglia cristiana come Chiesa domestica possono essere vissute solo con l'aiuto incessante di Dio, che immancabilmente sarà concesso, se sarà implorato con umiltà e fiducia nella preghiera.
( Beato Giovanni Paolo II )