Cenacolo N° 84
La vittoria è proprio quella morte accettata in totale obbedienza al Padre e amore per gli uomini.
La risurrezione non ha fatto, per l'evangelista Giovanni, che portare alla luce la vittoria nascosta, realizzata sulla croce.
Gesù è « vincitore perché vittima - Victor quia victima »1. Come sull'altare, dopo la consacrazione, nulla apparentemente è cambiato nel pane e nel vino, mentre sappiamo che sono ormai tutt'altra cosa rispetto a prima, essendo diventati il corpo e il sangue di Cristo, così, con la Pasqua, nulla apparentemente è cambiato nel mondo, mentre in realtà tutto è cambiato e il mondo è diventato una « creazione nuova ».
( Cfr. Il Potere della Croce di R. Cantalamessa )
L'Amore non viene mai meno e la vita non viene mai meno finché c'è Amore.
Ecco la filosofia di quanto ci mostra san Paolo, la ragione per cui, nella natura delle cose, la Carità deve essere la cosa suprema: perché è destinata a durare, perché è Vita Eterna.
Quella Vita è una cosa che stiamo vivendo ora, non una cosa che avremo al momento di morire: avremo ben poche possibilità di ottenerla quando morremo, se non la viviamo ora.
Non esiste peggiore destino in questo mondo che quello di vivere e invecchiare senza amare e senza essere amato.
Essere perduto vuol dire vivere senza essere stato rigenerato, senza amare e senza essere amato; essere salvato vuol dire amare, e colui che vive nell'amore vive già in Dio, poiché Dio è amore.
Quanti di voi vorranno seguirmi a leggere 1 Cor 13,1-13, una volta la settimana per i prossimi tre mesi?
Un uomo fece così e la sua vita intera ne fu cambiata.
( Cfr. La cosa più grande del mondo di E Drummond )
Rimarremmo così, prigionieri della nostra impotenza ( « perché senza di me non potete far nulla », Gv 15,5 ) e il nostro orgoglio ( causa dì rovina e di grande inquietudine, Tb 4,13 ) ci condurrebbe a disprezzare la via semplice e concreta delle Piaghe che il Padre ha scelto per la nostra salvezza ( i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie, Is 55,8 ).
Che cosa poteva fare di più l'Onnipotente per mostrarci il Suo amore misericordioso?
( Non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato suo Figlio come vittima d'espiazione per i nostri peccati, 1 Gv 4,10 ).
1 Agostino, Confessioni, X, 43.D