Cenacolo N° 188
24 maggio 2015
La ristrettezza di coscienza, la suscettibilità con Dio, la mancanza di espansione e di fede pratica nel suo amore, sono i difetti che hanno molti amici di Dio.
Essere sempre fissi nel pensiero del suo giudizio e nel timore dei suoi castighi non è una disposizione che giova.
Come potremmo far molto se c'immaginiamo sempre il Signore come un padrone duro, che ci lascia fuori come se volesse licenziarci?
Se avete pensieri così indegni di Lui, vi rendete impossibile di far cose eroiche: è di qui che vi viene la tentazione di pensare che il vostro servizio non sia accetto e che Dio agisca severamente con voi.
Il nostro cuore ha la misura di un acino di ribes, quando si tratta di Dio.
Noi, invece, abbiamo bisogno di un cuore largo, ed Egli non aspetta che di darcelo.
( Pro Sanctitate: Daniel Considine )