Cenacolo N° 210
25 ottobre 2015
Conviene ricordare che non siamo noi che facciamo grandi cose per Dio, ma che è Dio a fare grandi cose, per mezzo nostro.
Egli si serve di noi, questo è certo, e noi abbiamo la nostra parte nel risultato finale, per la libertà con cui gli abbiamo permesso di fare uso di noi.
Ma siamo soltanto suoi strumenti: Egli ci dà la forza, e la dirige finché accettiamo di sottometterci alla sua guida.
Egli è onnipotente, ma si adatta alla nostra debolezza; non forzerà la nostra volontà, ma si limiterà ad attrarla.
Ne consegue che, mentre noi dipendiamo in tutto da Lui, Egli pure si compiace di dipendere, nel vero senso della parola, in tutto, da noi.
Noi, se vogliamo, possiamo, d'un tratto, accrescere o diminuire l'influsso del suo aiuto e possiamo anche comportarci come il bambino caparbio, fra le braccia della sua madre, che si agita, fa capricci.
( Pro Sanctitate: Daniel Considine )