Lettera N° 15
Torino, 1 marzo 2014
Carissimi amici,
vicini al tempo di Quaresima che inizia con l’imposizione delle Ceneri il 5 marzo p.v., disponiamoci ad accogliere questo tempo di grazia che la Chiesa ci offre per prepararci alla santa Pasqua con un cuore rinnovato.
Lasciamoci guidare in questa preparazione del cuore da un insegnamento di Papa Francesco sulla Settimana Santa, fatto nella sua prima Udienza Generale in Piazza San Pietro, il 27 marzo 2013 in cui disse: “ … Oggi vorrei soffermarmi un po' sulla Settimana Santa.
Con la Domenica delle Palme abbiamo iniziato questa Settimana - centro di tutto l'Anno Liturgico - in cui accompagniamo Gesù nella sua Passione, Morte e Risurrezione.
Ma che cosa può voler dire vivere la Settimana Santa per noi?
Che cosa significa seguire Gesù nel suo cammino sul Calvario verso la Croce e la Risurrezione?
Nella sua missione terrena, Gesù ha percorso le strade della Terra Santa; ha chiamato dodici persone semplici perché rimanessero con Lui, condividessero il suo cammino e continuassero la sua missione; le ha scelte tra il popolo pieno di fede nelle promesse di Dio.
Ha parlato a tutti, senza distinzione, ai grandi e agli umili, al giovane ricco e alla povera vedova, ai potenti e ai deboli; ha portato la misericordia e il perdono di Dio; ha guarito, consolato, compreso; ha dato speranza; ha portato a tutti la presenza di Dio che si interessa di ogni uomo e ogni donna, come fa un buon padre e una buona madre verso ciascuno dei suoi figli.
Dio non ha aspettato che andassimo da Lui, ma è Lui che si è mosso verso di noi, senza calcoli, senza misure: Dio è così.
… Nella Settimana Santa noi viviamo il vertice di questo cammino, di questo disegno di amore che percorre tutta la storia dei rapporti tra Dio e l'umanità.
Gesù entra in Gerusalemme per compiere l'ultimo passo, in cui riassume tutta la sua esistenza: si dona totalmente, non tiene nulla per sé, neppure la vita.
Nell'Ultima Cena, con i suoi amici, condivide il pane e distribuisce il calice "per noi".
Il Figlio di Dio si offre a noi, consegna nelle nostre mani il suo Corpo e il suo Sangue per essere sempre con noi, per abitare in mezzo a noi.
E nell'Orto degli Ulivi, come nel processo davanti a Pilato, non oppone resistenza, si dona; è il Servo sofferente preannunciato da Isaia che spoglia se stesso fino alla morte ( cfr. Is 53,12 ).
Gesù non vive questo amore che conduce al sacrificio in modo passivo o come un destino fatale; certo non nasconde il suo profondo turbamento umano di fronte alla morte violenta, ma si affida con piena fiducia al Padre.
Gesù si è consegnato volontariamente alla morte per corrispondere all'amore di Dio Padre, in perfetta unione con la sua volontà, per dimostrare il suo amore per noi.
Sulla croce Gesù « mi ha amato e ha consegnato se stesso per me » ( Gal 2,20 ).
Ciascuno di noi può dire: Mi ha amato e ha consegnato se stesso per me.
Ciascuno può dire questo "per me".
Che cosa significa tutto questo per noi?
Significa che questa è anche la mia, la tua, la nostra strada.
Vivere la Settimana Santa seguendo Gesù non solo con la commozione del cuore; vivere la Settimana Santa seguendo Gesù vuol dire imparare a uscire da noi stessi per andare incontro agli altri, per andare verso le periferie dell'esistenza, muoverci noi per primi verso i nostri fratelli e le nostre sorelle, soprattutto quelli più lontani, quelli che sono dimenticati, quelli che hanno più bisogno di comprensione, di consolazione, di aiuto.
C'è tanto bisogno di portare la presenza viva di Gesù misericordioso e ricco di amore!
Vivere la Settimana Santa è entrare sempre più nella logica di Dio, nella logica della Croce, che non è prima di tutto quella del dolore e della morte, ma quella dell'amore e del dono di sé che porta vita.
É entrare nella logica del Vangelo.
Seguire, accompagnare Cristo, rimanere con Lui esige un "uscire".
Uscire da se stessi, da un modo di vivere la fede stanco e abitudinario, dalla tentazione di chiudersi nei propri schemi che finiscono per chiudere l'orizzonte dell'azione creativa di Dio.
Dio è uscito da se stesso per venire in mezzo a noi, ha posto la sua tenda tra noi per portarci la sua misericordia che salva e dona speranza.
Anche noi, se vogliamo seguirlo e rimanere con Lui, non dobbiamo accontentarci di restare nel recinto delle novantanove pecore, dobbiamo "uscire", cercare con Lui la pecorella smarrita, quella più lontana.
Ricordate bene: uscire da noi, come Gesù, come Dio è uscito da se stesso in Gesù e Gesù è uscito da se stesso per tutti noi.
Qualcuno potrebbe dirmi: "Ma, padre, non ho tempo", "ho tante cose da fare", "è difficile", "che cosa posso fare io con le mie poche forze, anche con il mio peccato, con tante cose?".
Spesso ci accontentiamo di qualche preghiera, di una Messa domenicale distratta e non costante, di qualche gesto di carità, ma non abbiamo questo coraggio di "uscire" per portare Cristo.
Siamo un po' come san Pietro.
Non appena Gesù parla di passione, morte e risurrezione, di dono di sé, di amore verso tutti, l'Apostolo lo prende in disparte e lo rimprovera.
Quello che dice Gesù sconvolge i suoi piani, appare inaccettabile, mette in difficoltà le sicurezze che si era costruito, la sua idea di Messia.
E Gesù guarda i discepoli e rivolge a Pietro forse una delle parole più dure dei Vangeli: « Va' dietro a me, Satana!
Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini » ( Mc 8,33 ).
Dio pensa sempre con misericordia: non dimenticate questo.
Dio pensa sempre con misericordia: è il Padre misericordioso!
Dio pensa come il padre che attende il ritorno del figlio e gli va incontro, lo vede venire quando è ancora lontano …
Questo che significa?
Che tutti i giorni andava a vedere se il figlio tornava a casa: questo è il nostro Padre misericordioso.
É il segno che lo aspettava di cuore nella terrazza della sua casa.
Dio pensa come il samaritano che non passa vicino al malcapitato commiserandolo o guardando dall'altra parte, ma soccorrendolo senza chiedere nulla in cambio; senza chiedere se era ebreo, se era pagano, se era samaritano, se era ricco, se era povero: non domanda niente.
Non domanda queste cose, non chiede nulla.
Va in suo aiuto: così è Dio.
Dio pensa come il pastore che dona la sua vita per difendere e salvare le pecore.
La Settimana Santa è un tempo di grazia che il Signore ci dona per portare la luce e la gioia della nostra fede.
Uscire sempre!
E questo con amore e con la tenerezza di Dio, nel rispetto e nella pazienza, sapendo che noi mettiamo le nostre mani, i nostri piedi, il nostro cuore, ma poi è Dio che li guida e rende feconda ogni nostra azione.
Auguro a tutti di vivere bene questi giorni seguendo il Signore con coraggio, portando in noi stessi un raggio del suo amore a quanti incontriamo."
Il tempo di Quaresima che precede la S. Pasqua ci offre la possibilità di rilanciare con maggior zelo sia i Cenacoli di adorazione – evangelizzazione che le intronizzazioni del Crocifisso nelle famiglie.
Riteniamo che questa missione sia molto gradita al Signore, perché incentrata sull’annuncio dell’amore, della tenerezza e della bontà del Signore, ci colloca al centro della nostra spiritualità .
Questa attività è importante, bella e feconda, a condizione che si operi con un cuore nuovo: il cuore di Gesù, sostituendo il nostro cuore con il suo: tutto amore, casto e umile.
Questo importante incontro annuale che si farà nelle località in cui sono presenti i Cenacoli, preferibilmente la mattina del Venerdì Santo o in altra data, nel giorno e nell’ora precedentemente concordati.
Nella zona di Torino e dintorni questo incontro si farà, la mattina del Venerdì Santo presso la sede dell’Unione Catechisti in corso Benedetto Brin 26, angolo Via Orvieto, Torino.
L’accoglienza dei partecipanti sarà alle ore 9,00, alle 9,15 seguirà l’adorazione a Gesù Crocifisso e la relazione sulle attività svolte nell’anno e su quanto si prevede di attuare nel prossimo futuro.
Trattandosi dell’unico incontro, proposto nell’anno ai referenti dei Cenacoli, prevedete per tempo come superare possibili difficoltà che si presentino così da poter essere tutti possibilmente presenti.
Il 13 maggio 2014 ricorre il sessantesimo anniversario di morte del Fratello Teodoreto, nostro venerato fondatore.
Vogliamo ricordare questa significativa ricorrenza con un pellegrinaggio alla sua casa natale a Vinchio.
La data prevista per detto Pellegrinaggio è il pomeriggio di domenica 11 maggio 2014, che sarà comunque più avanti confermata.
Il Pellegrinaggio ci offre la possibilità di approfondire la spiritualità, la missione e le Opere di questo “santo Fratello”, di affidarci alla sua intercessione e di farlo conoscere meglio anche ai propri parenti, amici e conoscenti.
A chi, a motivo della distanza o per qualsiasi altro motivo, non potesse partecipare al Pellegrinaggio suggerisco di ricordarlo comunque nell’ambito del Cenacolo, richiamandone la spiritualità, la missione e lo zelo.
Che io ti segua Gesù, in un perfetto spogliamento fino alla Croce, che vi sia crocifisso con te, che io ti veda con la fede, che ti possegga con la speranza, che ti abbracci con la carità.
Che io viva per te solo e di te solo, che muoia per te, che ti sei degnato di nascere, vivere e morire in Croce per me.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Amen.
Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre impurità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di Lui per le sue Piaghe noi siamo stati guariti ( Is 53,5 ).
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Vi giunga, carissimi referenti e amici dell’Unione Catechisti, l’augurio di una buona quaresima ed il mio affettuoso e fraterno saluto.
Leandro Pierbattisti
Tu ami me, io amo Te, sempre ed in ogni cosa.